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CALCIO,CALCIO,CALCIO!!

Ultimo Aggiornamento: 27/04/2024 05:05
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Ah sì, il calcio... mi ricorda qualcosa...

V.



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http://olivavincenzo.blogspot.com/
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"Ahi serva Italia, di dolori ostello
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie ma bordello"

Settecento anni e non è cambiato un ca**o
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04/06/2011 15:50
 
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Quel gioco che si fa su un grande prato verde... dove bisogna mandare una palla nella rete...

Rete a parte, e' praticamente uguale al golf!

Sash
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Re:
Sashimi, 04/06/2011 15.50:

Quel gioco che si fa su un grande prato verde... dove bisogna mandare una palla nella rete...

Rete a parte, e' praticamente uguale al golf!

Sash


Ah, ho capito, è quello col pallone ovale?

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09/11/2011 13:10
 
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Mi ha dato un errore strano,
[Modificato da Carlo Maria 09/11/2011 13:12]
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...per questo ho inserito il messaggio tre volte. Scusate.
[Modificato da Carlo Maria 09/11/2011 13:12]
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09/11/2011 13:11
 
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Nel giorno in cui Berlusconi a quasi, forse e probabilmente deciso di rassegnar le dimissioni, è arrivata la sentenza di primo grado per calciopoli ed ha picchiato duro: [SM=x75045]

Nel complesso si tratta di 17 condanne e di 8 assoluzioni:
=== CONDANNATI ===
Paolo Bergamo (ex designatore arbitri) - Richiesta: 5 anni – Pena: 3 anni e 8 mesi
Paolo Bertini (ex arbitro) - Richiesta: 2 anni e 4 mesi – Pena: 1 anno e 5 mesi
Antonio Dattilo (ex arbitro) - Richiesta: 1 anno e 8 mesi – Pena: 1 anno e 5 mesi
Andrea Della Valle (ex presidente Fiorentina) - Richiesta: 1 anno, 10 mesi e 70mila euro di multa - Pena: 1 anno e 3 mesi e 25mila euro di multa
Diego Della Valle (proprietario Fiorentina) - Richiesta: 2 anni e 80mila euro di multa – Pena: 1 anno e 3 mesi e 25mila euro di multa
Massimo De Santis (ex arbitro) - Richiesta: 3 anni – Pena: 1 anno e 11 mesi.
Lillo Foti (presidente Reggina) - Richiesta: 2 anni e 80 mila euro di multa – Pena: 1 anno e 6 mesi e 20 mila euro
Claudio Lotito (presidente Lazio) - Richiesta: 1 anno, 10 mesi e 70mila euro di multa – Pena: 1 anno e 3 mesi e 25mila euro di multa
Innocenzo Mazzini (ex vice presidente Figc) - Richiesta: 4 anni – Pena: 2 anni e 2 mesi
Leonardo Meani (ex addetto agli arbitri Milan) - Richiesta: 1 anno, 6 mesi e 50mila euro di multa – Pena: 1 anno e 20mila euro di multa
Sandro Mencucci (a.d. Fiorentina) - Richiesta: 1 anno e 8 mesi – Pena: 1 anno e 3 mesi e 25euro di multa
Luciano Moggi (ex dg Juventus) – Richiesta: 5 anni e 8 mesi - Pena: 5 anni, 4 mesi, interdizione perpetua dagli uffici pubblici, DASPO di 5 anni
Pierluigi Pairetto (ex designatore arbitri) - Richiesta: 4 anni e 6 mesi – Pena: 1 anno e 11 mesi
Claudio Puglisi (ex assistente) - Richiesta: 1 anno, 2 mesi e 20mila euro di multa – Pena: 1 anno e 20mila euro
Salvatore Racalbuto (ex arbitro) - Richiesta: 2 anni e 2 mesi - Pena: 1 anno e 8 mesi.
Stefano Titomanlio (ex assistente) - Richiesta: 1 anno – Pena: 1 anno e 20mila euro

=== ASSOLTI ===
Maria Grazia Fazi (segretaria Figc) - Richiesta: 1 anno e 6 mesi
Mariano Fabiani (ex ds Messina) - Richiesta: 3 anni e 8 mesi
Gennaro Mazzei (collaboratore designatori) - Richiesta: 1 anno, 4 mesi e 10mila euro di multa
Pasquale Rodomonti (ex arbitro) - Richiesta: 1 anno e 20mila euro di multa
Ignazio Scardina (giornalista) - Richiesta: 1 anno e 2 mesi
Ambrosino, Ceniccola, Gemignani (assistenti)
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Re:
Carlo Maria, 09/11/2011 13.11:

Nel giorno in cui Berlusconi a quasi, forse e probabilmente deciso di rassegnar le dimissioni, è arrivata la sentenza di primo grado per calciopoli ed ha picchiato duro: [SM=x75045]

Nel complesso si tratta di 17 condanne e di 8 assoluzioni:
=== CONDANNATI ===
Paolo Bergamo (ex designatore arbitri) - Richiesta: 5 anni – Pena: 3 anni e 8 mesi
Paolo Bertini (ex arbitro) - Richiesta: 2 anni e 4 mesi – Pena: 1 anno e 5 mesi
Antonio Dattilo (ex arbitro) - Richiesta: 1 anno e 8 mesi – Pena: 1 anno e 5 mesi
Andrea Della Valle (ex presidente Fiorentina) - Richiesta: 1 anno, 10 mesi e 70mila euro di multa - Pena: 1 anno e 3 mesi e 25mila euro di multa
Diego Della Valle (proprietario Fiorentina) - Richiesta: 2 anni e 80mila euro di multa – Pena: 1 anno e 3 mesi e 25mila euro di multa
Massimo De Santis (ex arbitro) - Richiesta: 3 anni – Pena: 1 anno e 11 mesi.
Lillo Foti (presidente Reggina) - Richiesta: 2 anni e 80 mila euro di multa – Pena: 1 anno e 6 mesi e 20 mila euro
Claudio Lotito (presidente Lazio) - Richiesta: 1 anno, 10 mesi e 70mila euro di multa – Pena: 1 anno e 3 mesi e 25mila euro di multa
Innocenzo Mazzini (ex vice presidente Figc) - Richiesta: 4 anni – Pena: 2 anni e 2 mesi
Leonardo Meani (ex addetto agli arbitri Milan) - Richiesta: 1 anno, 6 mesi e 50mila euro di multa – Pena: 1 anno e 20mila euro di multa
Sandro Mencucci (a.d. Fiorentina) - Richiesta: 1 anno e 8 mesi – Pena: 1 anno e 3 mesi e 25euro di multa
Luciano Moggi (ex dg Juventus) – Richiesta: 5 anni e 8 mesi - Pena: 5 anni, 4 mesi, interdizione perpetua dagli uffici pubblici, DASPO di 5 anni
Pierluigi Pairetto (ex designatore arbitri) - Richiesta: 4 anni e 6 mesi – Pena: 1 anno e 11 mesi
Claudio Puglisi (ex assistente) - Richiesta: 1 anno, 2 mesi e 20mila euro di multa – Pena: 1 anno e 20mila euro
Salvatore Racalbuto (ex arbitro) - Richiesta: 2 anni e 2 mesi - Pena: 1 anno e 8 mesi.
Stefano Titomanlio (ex assistente) - Richiesta: 1 anno – Pena: 1 anno e 20mila euro

=== ASSOLTI ===
Maria Grazia Fazi (segretaria Figc) - Richiesta: 1 anno e 6 mesi
Mariano Fabiani (ex ds Messina) - Richiesta: 3 anni e 8 mesi
Gennaro Mazzei (collaboratore designatori) - Richiesta: 1 anno, 4 mesi e 10mila euro di multa
Pasquale Rodomonti (ex arbitro) - Richiesta: 1 anno e 20mila euro di multa
Ignazio Scardina (giornalista) - Richiesta: 1 anno e 2 mesi
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[SM=x74971] [SM=x74971] [SM=x74971] [SM=x74971] [SM=x74971]





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04/12/2011 14:57
 
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[Modificato da ozymandias 04/12/2011 14:59]



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03/11/2012 22:58
 
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Godo! [SM=x74933] [SM=x74933] [SM=x74933]
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Per chi ancora fosse interessato
Quantomeno al *vecchio* pallone vintage [SM=x74926], in questa bella intervista al corriere Sandro Mazzola svela (senza che la cosa turbi nessuno, o non se ne sono accorti o l'aveva già raccontata in qualche altra occasione) come andarono le cose con i famosi sei minuti di Rivera in Italia - Brasile, finalissima coppa Rimet Mexico 1970. E per soprammercato, perchè lo splendido goal di Pelé in elevazione fu comunque facilitato da un Burgnich completamente fuori posizione.

E sono spiegazioni plausibili nel loro svelare motivazioni *italianissime* alla vicenda: in sostanza, tutti facevano gli allenatori in campo e in panca, con il Mister se le mandavano a dire, comando io no comandi tu no comanda lui, e patatrac.

S.
[Modificato da Sashimi 06/11/2012 19:16]
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07/11/2012 09:17
 
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strano
io, da vecchio dirigente figlio di dirigente, con una squadretta che ha sgambato per 55 anni di affiliazione alla figc invece ho visto cose che sono internazionali, e di italianissimo ho visto solo che al potere c'era una persona che si credeva di essere il padreterno. il problema è che di allenatori sopravvalutati, in tutti i campi della vita, ne abbiamo avuti e ne abbiamo a a centinaia, pur con una squadra di fenomeni.
o, se poi per dar addosso al sistema italia, possiamo utilizzare il grimaldello dell'esecrabile giuco del calcio, se po' pure fa!;-)



"Mangiano lo sterco, e poi si lamentano se ci trovano un capello dentro." E. Flaiano

"Colpirne uno per educarne cento" Mao
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07/11/2012 19:39
 
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Re: strano
Sure, ironizzavo bonariamente sul Bel Paese [SM=x75015]

Situazioni simili mi sono trovato a viverle con una certa frequenza in realtà composte solo da compatrioti, molto meno quando ho lavorato in realtà piene di gente di altri paesi: per loro ruoli e le competenze erano sempre ben presenti e rispettati (da tutti e a tutti i livelli), anche troppo per certi versi. Poi non è che all'estero siano tutti esenti, eh, ovviamente c'è caso e caso :D

In specie nel giuoco del calcio, i cui vezzi e vizi sono transnazionali: i senatori che facevano un po' quel che volevano ce l'aveva anche la Germania al mundial di Spagna '82 ;)

Nella vicenda che narra Mazzola, se andò davvero così, mi paiono tutti ugualmente reponsabili, giocatori e allenatore: e infatti finì come finì. Poi quel Brasile era davvvero stellare e probabilmente avremmo perso lo stesso, ma forse con un goal in meno sul groppone.

Sash
[Modificato da Sashimi 07/11/2012 19:49]
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08/11/2012 17:03
 
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Chiedo ai vice admin: e se per lo sport creassimo una sezione a parte?
Ci sono diversi fan di calcio, tennis e altro, qui, ma lo spazio è stato sempre soffocato tra tutto il resto... si può far qualcosa? [SM=x74930]
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09/11/2012 12:39
 
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Re:
Carlo Maria, 08/11/2012 17:03:

Chiedo ai vice admin: e se per lo sport creassimo una sezione a parte?
Ci sono diversi fan di calcio, tennis e altro, qui, ma lo spazio è stato sempre soffocato tra tutto il resto... si può far qualcosa? [SM=x74930]



Per far ridiventare il calcio uno sport?





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09/11/2012 13:16
 
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Re: Re:
ozymandias, 09/11/2012 12:39:



Per far ridiventare il calcio uno sport?






Puoi allora titolarla: "Sport e avanspettacolo", se preferisci. [SM=x74946]
A me, per esempio, piacciono un casino la boxe e il ciclismo (altri sport che da decenni hanno minato nella credibilità), adoro il tennis, seguo le olimpiadi (l'atletica in primis). Il calcio è quel che è, ma emotivamente mi entusiasma comunque sempre: sarà business, sarà spettacolo, sarà veicolo di comportamenti discutibili, ma moralizzare sempre è eccessivo e una partita me la gusto ancora con passione, quelle volte che ne vedo una. [SM=x74968]
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Re: Re: Re:
Carlo Maria, 09/11/2012 13:16:


...sarà spettacolo, sarà veicolo di comportamenti discutibili, ma moralizzare sempre è eccessivo e una partita me la gusto ancora con passione, quelle volte che ne vedo una. [SM=x74968]



non è questione solo di moralità, ma anche di qualità di gioco.
il campionato Italiano è ai più bassi livelli di sempre.





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approvo ozzioso



"Mangiano lo sterco, e poi si lamentano se ci trovano un capello dentro." E. Flaiano

"Colpirne uno per educarne cento" Mao
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Vittima della koalessa
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Cariocrak
Mettiamo da parte le abusate prese di distanza dallo sport del calcio inteso come strumento di distrazione delle masse, come spettacolo pilotato da maneggioni dove gran parte dei risultati sul campo sono stati scritti a tavolino, pilotati se non addirittura costruiti con mezzi truffaldini, come pozzanghera melmosa in cui sguazzano giornalisti privi di dignità e coerenza prima ancora che di minima padronanza delle regole della sintassi, come arena virtuale nella quale milioni di tifosi imbecilli per costituzione o, peggio, per smarrimento di qualsiasi minuscolo barlume di lucidità (confusa e scambiata, in virtù della peggiore retorica e del peggior opportunismo auto-giustificatorio, con la Passione o l’Amore) si battono per interposta persona.
Lasciamo poi a sociologi, psicologi, tromboni e Severserrellini il compiaciuto piacere di pontificare sul perché certi sport veicolino oceani di emozioni, e quindi di parole, e quindi di interessi economici.
Mi interessa invece osservare il meccanismo che ha portato il calcio moderno, nella fattispecie a quelli che dovrebbero esserne gestori avvertiti e consapevoli, a credere al proprio bluff. Passi cioè il fatto che milioni di poveracci si lascino abbindolare dai loro presidenti, dai loro quotidiani sportivi, dalle loro TV: se una persona sinceramente di sinistra può arrivare a fidarsi di Renzi e del PD, se un’altra magari realmente bisognosa ed in serie difficoltà riesce a credere in Banana o nella sua banda degna di un circo di terza categoria, se qualcuno dotato di raziocinio può prestare ascolto alle parole del bipresidente Giorgio Napolitano e alle sue ridondanti elencazioni di raccomandazioni inutili oltre che tediose ed ipocrite, se si arriva a credere in Vanna Marchi e nelle sue alghe dimagranti, se c’è chi ricorre al mago televisivo che suggerisce i numeri da giocare al lotto, se più di uno sventurato si affida allo stregone che salva da morte certa con la sua cura miracolosa che la medicina ufficiale ed invidiosa si rifiuta invece di riconoscere, se tutto ciò può accadere ed effettivamente accade non c’è da stupirsi che esista tanta gente capace di perdere il sonno per una gara persa, per un arbitraggio forse discutibile, per una palla finita contro un palo, per un fuorigioco non fischiato, per una sostituzione arrivata troppo tardi, per una trattenuta “che era rigore” e per un contatto “che si vede che si è buttato, per un’intervista di troppo o per un autografo negato, per una intollerabile cessione durante il calciomercato o per un prestigioso acquisto che di sicuro farebbe fare alla squadra il salto di qualità di cui ha bisogno.
E al prestigioso acquisto mi fermo. Perchè è poi il punto che mi interessa. Nel senso che, mi ripeto, è comprensibile che un tifoso (inteso anche nel senso migliore, e cioè di sincero appassionato e non di becero, iracondo e fazioso spettatore) si lasci affascinare dalle rappresentazioni virtuali dei calciatori così come sono create dai media. Ma gli addetti ai lavori?
Possibile che anch’essi abbiano perso di vista la sostanza, e non siano più in grado di valutare -sia pure con ragionevole margine di errore- il potenziale degli atleti al momento di dar loro una “valutazione”in termini tecnici ed economici?
Un inciso.
Un tempo avrei scritto “in termini tecnici e quindi economici” in quanto le due voci andavano grosso modo a braccetto.
Oggi, invece, dovrei in realtà parlare di termini tecnici, mediatici, politici ed economici: un calciatore è valutato anche per il ritorno che potrebbe portare in termini di immagine (contratti pubblicitari, attenzione delle TV, ricchi ingaggi nelle amichevoli, ...) e di consenso politico, fruibile immediatamente o negli anni futuri (e se il pensiero va all’ormai ex cavalier Patonza o all’indimenticato Bernard Tapie, è proprio ai casi come quelli che mi riferisco).
Fine dell’inciso, torniamo a bomba: possibile che, pur con tutte queste precisazioni e chiarimenti sul fatto che le decisioni siano determinate da molteplici fattori, tanti calciatori discreti o poco più siano rappresentati (ma questo è comprensibile) prima e pagati poi (e questo lo sarebbe assai meno) come se si trattasse di autentiche divinità calcistiche? Presidenti, finanziatori, direttori sportivi e tecnici, si sono tutti ammalati, più o meno all’unisono, di un morbo che impedisce loro di distinguere uno appena bravino da un vero fuoriclasse?
Sgombrerei preliminarmente il campo da immagini nostalgiche e mal sopiti rimpianti verso “il calcio di una volta”, i vecchi presidenti delle squadre non erano più morali o intelligenti dei loro attuali omologhi, ed anche le loro rose erano più ricche di quelle delle rivali in virtù di uno strapotere economico che spesso e volentieri sfociava nell’abuso, nel sopruso, nello “scippo”.
Diverso era però il capitalismo di cui essi erano espressione. Più imbarazzato nell’esibire il proprio strapotere economico, di solito legato a logiche manifatturiere, caratterizzato da un’imprenditoria spesso incolta ma non del tutto slegato da logiche di appartenenza sociale e territoriale. Non un capitalismo “buono”, intendiamoci: quello non esiste (al massimo c’è quello cattivo, il che non vuol però dire che tutti i capitalisti siano “cattivi”... spero di essermi spiegato), ma comunque un capitalismo tenuto e rispettare regole e vincoli, regole e vincoli che facevano vedere i loro effetti nel modo in cui le aziende erano gestite e dunque anche sulle società sportive che in quell’orbita gravitavano.
Anche in passato si è assistito a ridicole (e vergognose) aste al rialzo per assicurarsi il cartellino di calciatori non sempre dimostratisi all’altezza di quegli esborsi e dei propri ingaggi, ma è chiaro che l’arrivo di una nuova generazione di capitalisti ha cambiato lo scenario. La possibilità da parte di alcuni presidenti di accedere a quantità enormi di denaro, l’opportunità di indirizzare questi soldi praticamente a fondo perduto nelle società di calcio ha stravolto il senso (già comunque assai alterato; voglio ancora una volta ripetere che il passato prossimo e quello meno prossimo non erano certo delle oasi paradisiache dove, a parità di soldi e di possibilità, i più bravi e i più meritevoli riuscivano a costruire le squadre migliori) delle cose, portando tra le altre cose ad una corsa al rialzo dei prezzi evidentemente slegata dalle effettive doti dei giocatori.
Questa “impennata inflazionistica” ha inoltre causato, come grottesco effetto collaterale, uno sbocciare di figure spacciate per fenomeni sia per il comprensibile interesse da parte dei “venditori” di trarre il massimo profitto da una transazione economica sia per l’interesse degli acquirenti di gonfiare il valore mediatico degli atleti in modo da cercare di trarne comunque il massimo del profitto.
Ed è così che se un tempo -parliamo di una ventina di anni fa o poco più- le cronache sportive si esaltavano per le gesta di un pugno di campioni, oggi assistiamo ad una incessante passerella dove, grazie ad un paio di gare ben giocate o ad una stagione positiva, decine di atleti che una volta avremmo detto normali diventano costosissime stelle contese a suon di svariati milioni.
I tifosi fessacchiotti abboccano e si esaltano per gente che una volta avrebbe al massimo spuntato mezza paginetta al momento dello sbarco a Malpensa o Fiumicino, e le TV si divertono a costruire format e trasmissioni basate sulla glorificazione del fuoriclasse del momento: quando ci si accorgerà -perchè alla fine le carte bisogna comunque scoprirle- che si trattava di un onestissimo mestierante, la successiva star delle star sarà pronta a riempire nuovi palinsesti e nuove analisi dei plotoni di opinionisti a gettone, per riscaldare il cuore delle folle plaudenti in adorazione.
Gli addetti del mestiere, invece, possono permettersi di sfuggire alle logiche stringenti dei bilanci sempre più in rosso perché o, in un caso, un finanziatore generoso (o una assicurazione amica, o una banca fiduciaria) rifinanzierà le casse vuote o perché, passato il momento di euforia, riusciranno a scappare e a ricollocarsi mezzo secondo prima che i curatori fallimentari arrivino a mettere le ganasce ai calciatori.
Fino a quel momento, però, si continuerà a correre sul filo dell’esaltazione delle doti sovrumane degli atleti, del loro talento cristallino e del loro strapotere tecnico, fisico, e persino umano e morale (perché i calciatori della propria squadra sono anche gli unici ad essere buoni, onesti, generosi, corretti, leali, caritatevoli, legati alla maglia, alla mamma ed alla famiglia).
E tutti ci crederanno. O fingeranno di farlo.

Poi però, una sera di luglio, arriva una strana partita dove una squadra evidentemente mediocre viene umiliata da un’altra magari buona ma nulla più. Dove una serie di eventi probabilmente irripetibili puniscono oltre l’immaginabile la prima ed esaltano la seconda ben al di là di limiti pur evidenti e meriti che non si possono negare. Con praticamente tutti gli spettatori che, ostinandosi a fissare il dito, perdono ancora una volta di vista la luna: un sistema gonfio di soldi magari non proprio sporchi (ma su questo non ci giurerei; ed anzi...) che ha finito col credere alla rappresentazione mediatica che di se stesso ha dato.
Qualcuno invece potrebbe ad esempio chiedersi se abbia senso valutare 50-60-70-80-100 milioni di euro atleti che nelle scorse settimane non sono stati in grado di mettere in crisi una squadra mediocre come quella brasiliana e, più in generale, che sono stati osannati in un contesto che magari non era così probante (mi riferisco al piano tecnico; dal punto di vista tattico il mondiale è stato effettivamente di buon livello), con avversari generalmene sopravvalutati.
Ma, ancor più in generale, qualcuno DOVREBBE cercare di svegliarsi da quest’incubo spacciato per sogno bellissimo, e cominciare a chiedersi se abbia ancora senso rimanere inviluppati in questo meccanismo insensato, in questa spirale di costi immotivatamente crescenti (immotivatamente in quanto l’aumento delle spese non corrisponde in nessun modo ad un innalzamento dei valori tecnici e delle potenzialità sportive) che non cambiano i nomi dei vincitori più o meno predestinati ma al tempo stesso conducono alla rovina gli altri attori della rappresentazione, incapaci -per un tremendo mix di incompetenza gestionale, pressione dei sostenitori per lo più ignoranti come capre ignorantissime, effetti delle varie propagande, commistioni con interessi economici e politici- di tirarsi fuori da una corsa che li vedrà comunque perdenti e di provare ad imporre un nuovo modello. Sostenibile anch’esso, come altri “modelli” che in ancor più elevati contesti vengono invocati in risposta a segnali non meno eclatanti di un banale 7-1 calcistico.
Ecco quindi che il destino del calcio di essere metafora di altro trova l’ennesima conferma, e la provvidenziale batosta della nazionale carioca diventa senza volerlo la messa a nudo della stortura del capitalismo contemporaneo.
Ma adesso: linea alla seconda semifinale.
[Modificato da Fog 09/07/2014 12:58]



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Re: Cariocrak
Fog, 09/07/2014 12:53:


Qualcuno invece potrebbe ad esempio chiedersi se abbia senso valutare 50-60-70-80-100 milioni di euro atleti che nelle scorse settimane non sono stati in grado di mettere in crisi una squadra mediocre come quella brasiliana e, più in generale, che sono stati osannati in un contesto che magari non era così probante (mi riferisco al piano tecnico; dal punto di vista tattico il mondiale è stato effettivamente di buon livello)



MAH! Per me no.

Per quanto riguarda le ipervalutazioni, è chiaro che devono mantenersi elevate per dare credibilità al settore.
Negare l'evidenza è la prima cosa.
Il baraccone deve andare avanti a prescindere dalle qualità degli atleti.
L'interesse si mantiene vivo con le iperboli, non con i dati reali.

O meglio, la droga bisogna continuare a distribuirla dicendo che è la roba migliore di sempre.
Se poi fa cagare chettifrega, un drogato si fa comunque...




[Modificato da ozymandias 09/07/2014 13:40]



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