blufishing
00giovedì 25 agosto 2005 13:55
Ogni volta che esco a Dakar in altura, avrei da scrivere un libro !!
Anche sabato 13 agosto 2005 ho passato una giornata memorabile a pesca in un mare ricco di pesce di ogni genere e tra una natura fantastica.
Come al solito, appena usciti dalla baia di ‘Ngor, zona a nord di Dakar, filiamo un paio di canne per tonnetti. Non serve aspettare molto, anche perché adesso è il periodo migliore, e incocciamo subito un branco di tombarelli; nel giro di una decina di minuti ne facciamo almeno una quindicina…!!
Poi, man mano che prendiamo il largo, le prede cambiano. Iniziano i primi tonni pinna gialla e qualche palamita, ma inizia anche ad essere Oceano, onde lunghe, vento…
Siamo ormai in zona “Espadon” cioè Pesce Vela e filiamo le canne con esche morte (Sum-Sum una specie di costardella) e kona enormi da far paura, perché ci sono anche i Marlin.
Le prime due ore passano tranquille, trainiamo in mezzo ai soliti branchi di delfini, centinaia di delfini, che ti saltano a pochi metri dalla barca, poi ad un tratto vedo il divergente piegarsi, il filo staccarsi dalla pinzetta, la canna piegarsi e sento il mulinello che inizia a cantare. Nessuno ha visto il pesce, però !!
La guida da filo, poi ferra ! nulla… poi mentre recupera l’esca, eccolo che ritorna e stavolta lo vediamo bene: Espadon !! mangia di nuovo; riparte, aspettiamo, ferrata e non ci rimane neanche stavolta… eccolo, eccolo che ritorna ancora, stessa procedura, ma nessun risultato… solito, tremila imprecazioni, in varie lingue, vista la multietnicità dell’equipaggio e tanta voglia di prendere questo benedetto rostrato.
Naturalmente anche altre barche pescano e come ci hanno visto “agitati” a bordo, ecco che arrivano come dei missili..!! la pesca è così..!
Non passa tanto tempo che la scena si ripete, la fortuna non ci assiste neanche stavolta ed il pesce non ci rimane, era sempre un Vela. Con le guide decidiamo che il prossimo lo ferro io, anche perché è giusto che il cliente sia un po’ il fautore della giornata di pesca e poi dai, qualcosina di pesca la capisco anche io !!
Non passano dieci minuti che ben cinque canne, quindi tutte quelle in pesca, partono contemporaneamente: Corifen, ovvero Lampughe !!
È così, quando incroci il branco, mangiano su ogni cosa passi loro davanti. Non vi dico il casino a bordo ed il casino con le varie lenze, anche perché eravamo in quattro (due guide, il titolare del centro ed io), quindi una canna era alla “deriva”…
Nonostante tutti i nostri sforzi, ne imbarchiamo solo tre: una da 12 kg., una da 14 kg. ed una da 17 kg., che fortunatamente avevo in canna io ! La lampuga è un pesce spettacolare, sia per i colori, per le acrobazie fuori dall’acqua, nonché per la sua incredibile forza; tirano da bestia, poi quando sono sotto la barca è una cosa spettacolare, fanno delle fughe pazzesche e se non hai tutto ben tarato, ti saluto amica mia…!!!
Fatte le lampughe, ricominciamo a trainare. Il tempo passa ed io aspetto il mio momento magico…
Ma non devo aspettare molto, perché la canna con il kona più grande parte e stavolta lo vedo bene, ero lì.., blu marlin !! aspetto e quando sento la seconda botta, ferro più volte molto energicamente, la guida accelera, giù tutto, ed il marlin ci rimane !! così ad occhio è di almeno 300/320 kg… mica male !!
Tira, nulla da dire, salta come un dannato, molto spettacolare, non è un pesce facile; tutti a bordo siamo tesi ed emozionati, anche perché ad ogni fuga il mulinello canta da paura ed a ogni salto il rischio di perderlo è alto !! non mi sono ancora seduto, lo sto facendo in standup con una 80 lbs.. quindi immaginate il peso dell’attrezzatura.. decido di sedermi sulla sedia, sono stanco e sudato. Intanto sono passati almeno 25/30 minuti e di venire verso la barca non se ne parla nemmeno..
Ho uno che mi gira la sedia in direzione del pesce, uno che guida la barca ed uno che mi incita a pompare e a non mollare. Intanto il tempo passa e il pesce, piano piano, inizia a venire, sino a quando a una quarantina di metri dalla poppa, salta e tutti vediamo il kona che svolazza in aria, mentre il pesce ripiomba in acqua… si è slamato… io con ‘sto marlin non ci vado proprio d’accordo… neanche quando tutto sembra in ordine, io lo riesco a fare… ma così qualcuno ha deciso ed io non ci posso far nulla.. sarà per la prossima volta…inshallah.
Rientrando facciamo altri boniti, tombarelli, palamite e quando ci affianchiamo ad una piroga che pescava a bolentino ed iniziamo a parlare con il piroghiere, questo ci dice che l’altra sera, su una secca lontana, pescando le cubere, queste venivano continuamente attaccate e sbranate da grossi squalo martello. Quando Fabrìs, il titolare, sente tutto ciò, gli brillano gli occhi !! in dieci secondi organizza e mi propone una serata a drifting allo squalo. Io ovviamente accetto e chiedo quando; stasera mi dice, anche perché abbiamo tanta esca: i boniti che non sono poi così buoni da mangiare..
Rientriamo, andiamo a farci una doccia e dopo una veloce cenetta, partiamo. Due barche, su di una lui ed io, l’atra con due suoi amici francesi ed ovviamente le guide.
Ci facciamo almeno un’ora e mezza di navigazione per raggiungere la secca… è ormai buio pesto e la sola luce della luna illumina l’oceano, che stranamente è relativamente calmo.
Ci siamo: filiamo tre canne, terminali in acciaio da non so quante lbs, ma spessi da far paura, ami che sembrano ganci per macellai con bonito intero innescato. Iniziamo anche a pasturare e a pescare a bolentino. Solo murene, anche grandi, e qualche cerniotta. Peschiamo a mano, senza canne, con uno 0,60 e guanti, ovviamente !!
Il silenzio che hai attorno è una cosa incredibile, non senti altro che il rumore del vento e delle onde che irrompono sulla barca. Ogni tanto si sente qualche pesce vela che salta fuori dall’acqua, qualche branco di tombarelli in fuga, ma nulla di più. Cosa vuoi di più, penso che per un pescatore sia il massimo !
Vedo la guida che ha qualcosa di carino, perché fa fatica a salparlo; quando è quasi sotto la barca, ecco che succede qualcosa: una strattonata più forte, un urlo di dolore misto a paura ed emozione e salpiamo una cernia di almeno 8 kg. Tranciata a metà… gli squali ci sono !!!
Aumentiamo allora la pasturazione, sardine e tranci di bonito, ma si sa che il vivo non ha rivali.
Sull’altra barca, a poche decine di metri da noi, intanto, parte una canna dedicata allo squalo. In ferrata la fuga è paurosa, sentiamo il mulinello che canta e poi il nulla… ha rotto..!!!!
Due minuti e parte anche la nostra, ferriamo e parte, non fortissimo, ma parte. È Fabris che inizia; il pesce non punta al fondo, ma tenta di allontanarsi; non sappiamo se accendere i motori e seguirlo o tentare di fermarlo così, un po’ più sportivamente… vediamo che il tutto regge e continuiamo a pompare, un po’ a testa, sempre in standup, con attrezzatura da 80 lbs !!
Tira, tira e ritira, il pesce arriva sotto bordo; è uno squalo martello, di almeno 2 metri e mezzo, per un peso stimato di 150/170 kg. Che facciamo ?? lo salpiamo ? tagliamo? lo teniamo ? Decidiamo di tentare di slamarlo con le pinze lunghe (…) ed al primo tentativo, la guida ci riesce. Meglio così !!
Rientriamo, stanchi ma emozionati, una giornata così non la dimenticherò mai !!
per la foto è uncasino... la prossima volta, mi scuso