Animali Pericolosi in Mediterraneo ^_^ Altre Alghe e Microrganismi urticanti

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lorette
00sabato 21 gennaio 2006 13:30
Animali Pericolosi in Mediterraneo

Altre Alghe e Microrganismi urticanti


Includiamo in questa trattazione alcune biotossine prodotte dalle alghe. I cianobatteri o Alghe azzurre o Cianoficee sono organismi procarioti di forma rotondeggiante o filamentosa.

Le specie di cianoficee marine note per produrre biotossine sono: Lyngbya majuscola, Oscillatoria nigroviridis, Schizotrix calcicola, Spirulina platensis. Alcune di esse vivono nelle barriere coralline e molti autori ritengono che siano responsabili dell’improvvisa tossicità che compare nei pesci che vivono nella zona.

Come vedremo in seguito, la tossina dei muscoli e di altri organi dei pesci tropicali (ciguatossina) è di origine esogena e può ben darsi che essa derivi da questi microrganismi. Lyngbya majuscola (che alcuni chiamano Microcoleus lyngbyaceus) oltre a rendere tossici i pesci, ha la triste fama di causare dolorosissime dermatiti. Nel 1927 a causa di una marea rosa sulla baia di San Francisco in California si ebbero 102 casi di morte per avvelenamento da mitili.

Fu nell’estate del 1958 che gli abitanti delle Hawaii accusarono prurito e bruciore su tutto il corpo dopo aver fatto il bagno in certe aree della zona. Entro pochi minuti la pelle diventa congestionata e si ricopre di vesciche che si gonfiano e scoppiano.

Le parti più colpite sono la faccia, il collo, il dorso, gli arti e i genitali. L’analisi delle acque fece sospettare che questa dermatite escariotica fosse causata dalla presenza di Lyngbya che dal mare aperto era stata spinta dal vento verso le coste. Dieci anni dopo il fenomeno ricomparve in Giappone dove 231 ragazzi di una colonia marina furono colpiti da dermatite acuta.

I sintomi furono più gravi tanto che molti ragazzi dovettero essere ricoverati in ospedale. In un primo tempo si pensò a contaminazione ambientale dovuta a scarichi industriali ma poi si sospettò una infestazione da Lyngbya. È doveroso ricordare che la dimostrazione sicura che questa cianoficea è l’agente dermonecrotico si ebbe grazie alla collaborazione di volontari che si sottoposero all’applicazione su varie parti del corpo di una pasta di microrganismi e che seguirono la comparsa e il decorso della dermatite.

Questa durò una settimana e scomparve dopo nove giorni. Lyngbya majuscola è un cianobatterio che appartiene alla famiglia delle Oscillatoriacee. Si presenta come sottili filamenti assai lunghi che ricoprono il fondo sabbioso o vivono attaccati ad altre alghe. È di colore bruno o verde bluastro. Da Lyngbya majuscola sono state estratte ed identificate due tossine che causano dolorose dermatiti note come «prurito dei bagnanti». Esse sono la Lingbiotossina A e la Debromoaplisiatossina.

Quest’ultima si chiama così perché era già stata isolata nella forma bromurata dall’epatopancreas di Stylocheilus longicauda, una specie di aplisia o «lepre di mare» comune anche nel Mediterraneo. (Che vedremo in seguito). I Dinoflagellati, come le lucciole e alcuni pesci abissali, sono spesso bioluminescenti, cioè capaci di produrre biologicamente una luminescenza. Non tutti gli organismi hanno questa facoltà, ma quelli che la possiedono, se sono stimolati scintillano di luce vivente.

Sebbene misurino all’incirca solo un centesimo di millimetro di diametro, quando sono ammassati in quantità enormi, fanno apparire il mare come se fosse di fuoco. I ricercatori hanno scoperto che durante una fioritura il Gonyaulax si ammassa in tali concentrazioni che ve ne possono essere fino a 40.000.000 in un litro d’acqua di mare. Una volta che la fioritura ha raggiunto il massimo sviluppo, tuttavia, i Dinoflagellati quasi svaniscono dall’acqua. Questo fenomeno può essere il risultato dell’azione di altri microrganismi che vengono attirati dalla fioritura e si nutrono di dinoflagellati.

L’avvelenamento paralizzante da frutti di mare si è verificato in molte zone costiere dall’America Nordoccidentale al Giappone alla Nuova Zelanda e dall’Europa e Sudafrica all’America Nordorientale e si chiama Saxitossina. La Saxi tossina porta alla morte migliaia di pesci perché attraverso le branchie passa nel sangue, ma non gli animali filtratori come i mitili che non sono sensibili al veleno, ma lo accumulano nel loro organismo (la biotossina dei Dinoflagellati) divenendo velenosi.

Un numero notevole di casi è stato finora riportato soprattutto negli Stati Uniti e talvolta in Italia ad opera di mitili pescati altrove ed importati. La dose tossica letale si ritiene sia compresa tra 0,3 ed 1 mg. - un singolo mitilo contaminato può accumularne più di 50 dosi. Entro 30’ dall’ingestione dei molluschi si avvertono prurito e bruciore delle labbra, lingua, faccia con estensione verso il collo, braccia, punta delle dita, , gambe e piedi.

Successivamente può subentrare intorpidimento con difficoltà dei movimenti volontari, con comparsa di intensa salivazione, disturbi della deglutizione e della parola, cefalee, tachicardia, dolori addominali crampiformi con debolezza muscolare, vertigini, nausea e vomito.

Nelle infrequenti evoluzioni terminali, la paralisi diventa estesa, con la morte, che sopravviene generalmente entro 12 ore per paralisi respiratoria. In conclusione possiamo dire che molluschi tossici in sé e per sé non esistono, mentre esistono alcune specie che in particolari ambienti o in determinate stagioni possono divenire più o meno gravemente pericolose.

Queste specie sono tutte appartenenti alla classe dei lamellibranchi o bivalvi e tra le più note sono la Capa tonda dei veneziani (Cardium edule), i mitili o cozze (Mytilus edulis - Mitilus californicus - Saxidomus giganteus) e alcune specie americane di vongole. La Saxitossina non è distrutta dal calore della cottura ed è indolore ed incolore. Viene classificata tra le neurotossine poiché i suoi effetti sono a livello della trasmissione dell’impulso nervoso che risulta bloccato.

Terapia: A tutt’oggi non esiste nessuna misura terapeutica e non si distingue in alcun modo il bivalve avvelenato da quello commestibile.

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