MEDUSE : LA VESPA DI MARE

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lorette
00sabato 3 giugno 2006 16:48
LA VESPA DI MARE ( Chironex Fleckeri )



Le meduse si sa sono quasi tutte urticanti ma ai Tropici sarà bene maggiormente tenerle alla larga in quanto alcune specie possono essere molto pericolose.

Tra tutte la più famosa: la VESPA DI MARE ( Chironex Fleckeri ) che fa parte delle velenosissime "Meduse a Scatola " ( in inglese: box jellyfish ).



Pensate che questa medusa che vive in Australia ( soprattutto nel Queensland ) è considerata l'animale più velenoso al mondo. Ogni anno alcuni bagnanti vengono urtati ( strisciati ) dai tentacoli ( anche morti o pezzi di tentacoli ) di questo essere con conseguenze nella maggior parte dei casi mortali ( nonostante esista l'antidoto ).
La "strisciata" è dolorosissima e causa il collasso nel giro di un minuto o due.

Un'altra medusa Australiana molto pericolosa è la piccola e mortale IRUKANDJI ( grande come una nocciolina, invisibile perchè trasparente e con tentacoli finissimi lunghi un metro )


Australia's irukandji jellyfish



ultimamente il governo Australiano ha deciso di combatterle attivamente.
Le mortali meduse Australiane in genere sono presenti solo durante la stagione estiva ( quando da noi è inverno )
In caso di avvelenamento: chiamare il medico, sciacquare la parte in acqua salata (MAI in acqua dolce) o meglio con l'aceto SENZA STROFINARE (a questo proposito nei mesi estivi corrispondenti al nostro inverno in Australia vi sono lungo le spiagge delle bottiglie di aceto - vinegar -per un primo soccorso) e togliere gli eventuali tentacoli o pezzi dell'animale dalla pelle (con pinzette, nastro adesivo...)
Nel caso delle cubomeduse Australiane esiste un antitodo.


[Modificato da lorette 04/06/2006 11.37]

lorette
00sabato 3 giugno 2006 17:28

La medusa irukandji - carukia barnesi



ANNATA AMARA – Le meduse irukandji infestano soprattutto le spiagge del Queensland, ma a volte giungono anche alle Fiji e in Indonesia. Arrivano a ondate e spesso costringono a chiudere tratti di costa alla balneazione. Quest’anno hanno colpito «in forze»: hanno già punto 38 persone a partire da ottobre, l’ultima la scorsa domenica (un bimbo di 10 anni). Nello stesso arco di tempo, nel 2004, si era verificato una solo caso di puntura attribuibile a una irukandji

FLAGELLO MISTERIOSO – Le meduse irukandji sono più piccole di un fiammifero; i «giganti» della specie possono raggiungere al massimo i 2,5/3 centimetri. Eppure sanno difendersi, come, se non meglio, delle loro «cugine» sparse per tutti i mari del mondo: a differenza della maggioranza delle meduse, infatti, possono pungere con ogni parte del corpo, non solo con i tentacoli. Chi viene punto spesso non se ne accorge per diversi minuti, anche 45, poi scatta quella che è stata definita la «sindrome irukandji»: attacchi d’ansia, dolori addominali, vomito, crampi, mal di testa, fino ad arrivare all’arresto cardiaco e quindi alla morte. Ufficialmente, l’ultimo decesso per la puntura di una irukandji risale al 2002, ma gli esperti temono che molte persone decedute ufficialmente per infarto siano in realtà vittime del piccolo, ma velenosissimo celenterato. Non esiste un antidoto alla sostanza tossica emessa dalle irukandji: questo anche e soprattutto perché i biologi non ne hanno mai catturate in ingenti quantità, non conoscendo nemmeno il luogo in cui si riproducono.
LA SVOLTA – C’è una svolta. Il quotidiano di Brisbane The Australian rivela giovedì 22 ottobre che alcuni ricercatori dell’Università James Cook hanno individuato un territorio riproduttivo delle irukandji sito a 200 metri dalle coste di un’isoletta della Grande Barriera Corallina chiamata Double e posta di fronte alla cittadina di Cairn, nel nord del Queensland: un’area tra le più flagellate dalla medusa. «E’ un grande passo in avanti – ha dichiarato il professor Jamie Seymour -; ora abbiamo una quantità di veleno su cui lavorare. Ora sappiamo quando e dove si riproducono e potremo sapere se si sposteranno e quando sarà una pessima stagione per i bagnanti». I biologi dell’Università James Cook hanno rivelato di aver già catturato più di 250 esemplari della medusa letale. Il loro veleno verrà studiato da un gruppo di lavoro governativo creato appositamente per debellare il flagello irukandji. Un antidoto non sarà comunque disponibile prima di 15 anni, ammette il prof. Seymour. La scoperta di una culla delle irukandji ha permesso di capire che gli esemplari che infestano le spiagge sono giovani; quelli più «maturi» hanno forza sufficienti per opporsi alle correnti e non essere sospinti verso le spiagge

ALTRE MINACCE – La irukandji non è la medusa più velenosa al mondo, ma è senz’altro quella che ha creato più grattacapi in fase di terapia, perché fino ad ora non la si è potuta mai studiare per bene.
Il primato di velenosità va a un’altra medusa australiana, la vespa di mare (chironex fleckeri)



Anch’essa flagellante il Queensland. Basta sfiorarne una, anche se morta, o addirittura un moncone di tentacolo per trovare la morte, a meno che non si intervenga in tempo (esiste un antidoto).
Famigerata è anche la caravella portoghese (physalia physalis)


La caravella portoghese – physalia physalis. I suoi tentacoli mortali possono raggiungere i 30 metri (da Internet)


Simile a una medusa, ma in realtà un aggregato di quattro organismi. Anch’essa mortale, ha tentacoli lunghi fino a 30 metri, che possono colpire un bagnante anche se questo si tiene a debita distanza dalla «testa», una sacca d’aria galleggiante che annuncia la presenza dell’animale. Infesta i mari caldi del modo e occasionalmente è stata avvistata anche in Italia.




Una spiaggia chiusa per un’ondata di irukandji (Internet)



Un cartello avverte i bagnanti del pericolo meduse (da Internet)


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