SPIGOLE AD ULTRALEDGERING
PASQUA di circa dieci anni fa.......molo del porto di oristano e , come al solito, dato che la famiglia si sveglia , nei giorni di festa , assai tardi
mi ero premunito di un paio di etti di bigos per pasare qualche ora in banchina.
Splendida mattina frizzante come certe che capitano nei primi giorni di effettiva primavera: preapro con cura la mia fedele bolognesina e ci provo.....qualche bigos giusto per gradire, l'acqua è cristallina!! si vede oltre i sei metri di profondità...vedo i bigattini che lentamente calano e qulache saraghetto svogliato ne prova un paio giusto per gradire....bah??
la canna ed il galleggiante sono lì...poi si vedrà...e sì che si vede!! mi accorgo che sotto ho un branco di spigole in attesa della pastura a base di bigos.
Pasturo e calo la paratura in contemporanea ...magari ne frego qualcuna così........macchè
mangiano tutti i bigattini ma ignorano bellamente quelo inserito nell'amo...che fare?? mi viene in mente che nella sacca ho la canna da ledgering da gara(in quel periodo facevo parte di una buona società ben conosciuta nell'ambiente della FIPS.....la tolgo dalla sacca e le applico un piccolo mulinello che recentemente è deceduto per raggiunti limiti di età( solo 18 anni
Questa cannetta era una splendida multiuso a cui si potevano applicare ben 5 cimini con diverse azioni........le misi quello più leggero con potenza massima di 3 gr.
Inoltre aveva un'esagerata azione complessiva parabolica..non esagero che potevo toccare con il cimino il fondo della canna stessa( con un certo sforzo...ovvio).
Passo il filo negli innumerevoli micropassanti( il più grande non aveva un diametro di 2cm., creo un piccolo doppio nodo o loop a cui , con lo stesso metodo unisco tre mt. di terminale del ø 0,05 ed un'amo del 22 ( tutto questo materiale mi era stato gentilmente regalato da un garista lombardo che conobbi in occasione delle sue ferie nella mia zona).
Ebbi, nonostante la buona manualità che ho per i nodi da amo. serie difficoltà a tenerlo con la punta delle unghie( unica maniera possibile) ma alla fine ci riuscii magnificamente (maestro sarà questo un tema di sfida tra noi quando ti avrò sotto mano
)
Cmq...dicevo....visto la sua piccolezza non potevo adeguatamente sondare il fondo( anche se supponevo superasse i 12 mt.) con una sonda normale per cui cercai un piombino SSG ( di quelli usati per l'inglese........è appena superiore ad un grammo) e lo strinsi delicatamente vicino alla legatura dell'amo.....misi il segno relativo nella lenza con un pò colore ( una matita di colore evidenziatore spudoratamente rubata a mia figlia
)
Quindi alla giuzione tra i due fili misi un solo piombino di massimo un ventesimo di grammo( anche per questo ebbi grosse difficoltà visto la mia miopia con aggiunta di presbiopia
).......fatto ciò presi un bigatto che innescai sul dorso come un muggine: in pratica risultava abbastanza nascosto dalla mole del bigo e filai tutto il filo fino al segno che avevo fatto nella madre in contemporanea con una leggera pasturazione.
Primi risultati furono dei grossi surelli( o sugarelli) che mi diedero filo da torcere in quanto avevo completamente aperto la frizione e recuperavo bloccando leggermente con il pollice appoggiato nella bobina e la classica pompata con la canna.
Finquando dopo l'ennesima pasturata e rilascio di lenza mi accorsi che la lenza madre non scendeva per niente...anzi tendeva a andare per traverso ma senza scendere; recuperai con appena una tacca di registro frizione e provai molto delicatamente a ferrare: tutta la canna si flettè immediatamente e la frizione intervenne rilasciando in pochi secondi una decina di metri; dal settimo senso che noi pescatori siamo dotati valutai subito che non era nè sarago nè surello...era un pesce che poteva dire tranquillamente: IO peso!!...eccome se pesava , aveva forza che esercitava in maniera eccessiva per quell'esile filo che sapevo all'estremità della mia lenza.nel fratempo avevo del tutto messo in lasco la frizione che sopperivo con la leggera pressione del pollice sul corpo della bobina.
Furono dieci minuti di vera battaglia tra me e questo pesce, come recuperavo pochi metri pompando con la canna e girando la manovella il pesce con le sue fughe ne recuperava il doppio....ma ero abbastanza tranquillo in quanto non vi erano ostacoli, barche vicino o altro ma piano piano recuperavo sempre più filo ed alla fine scorsi una grossa massa lucente che veniva sempre più velocemente a galla.
Era una spigola e bella grossa ma vevo un grosso problema che prima non avevo considerato: il coppo con bastone da sei metri bastava per la banchina.......ma come potevo guadinare e contemporaneamente controllare l'inesistente frizione a pollice??
mi girai intorno ed il mio sguardo vide un vecchietto intento nelle sue pesche.......gridai e lo invitai a darmi assistenza cosa che fece più che altro per curiosità.
Gli chiesi se cortesemente reggeva il guadino in acqua senza muoversi( avevo già avuto esperienza di aiuti del genere: mai permettere che il guadino si muova verso il pesce...è la peggior maniera di perdere una preda...penso che in tribunale diano anche la giusta causa se qualcuno gli rompe le ossa per questo motivo
) elui buonino buonino ,visto il mio sguardo non proprio serafico , aderì subitissimo.
Furono momenti veramente al cardiopalmo perchè dovevo controllare le sue ultime fughe, la frizione polliciare
e il verso di recupero verso il guadino ma alla fine posi la stremata spigolona sul coppo ed il vecchietto immediatamente la fece entrare dentro........ma la stava sollevando in orizzontale e con quel peso qualsiasi bastone per coppo esplode!! il mio grido lo bloccò subito e lo invitai cortesemente di recuperare il guadino in verticale
meno male che era sveglio e mi obbedì.......quando appoggiò la preda sulla banchina lasciai cadere la canna in terra per correre a sentire la mia preda inmano
era enorme....a casa nella capace pesa casalinga superava i 2 1/2 kg...la lenza nella grossa bocca manco si vedeva.....aprendola vidi ch equelll'esiguo ametto era completamente sparito all'interno dello stomaco per cui tagliai il terminale .....a casa ci avrebbe pensato madame lorette
.
Per inciso : quella mattina ebbi un'altra abboccata del genere ma si sganciò immediatamente.....penso l'amo del 22 si sia infisso nel labbro e ciò ne ha causato lo sganciamento per mancanza di masse muscolari a cui agganciarsi.
Questo resoconto solo per rendere conto di quanto possa essere emozionante esagerare nel minimizzare sia monofili che ami, se poi si vuole rilasciare il pesce perchè piccolo è ben fattibile in due modi: recidendo il monofilo oppure usare un micro slamatore a seconda dela locazione nella bocca; da studi effettuati ho saputo che l'amo che non sia in acciaio in pochissimo tempo si corrode lasciando il pesce indenne....poi questo di così piccola fattura
..........mi fido di questi studi
ciao