le anguille

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blu-water
00giovedì 20 febbraio 2003 18:14
Una notte ad anguille

Raccontare le mille avventure che sono state un specie di live motif di un appassionato di pesca , come il sottoscritto , non è cosa semplice perché devo fare affidamento alla memoria e non sempre essa mi sostiene in modo preciso in ogni caso vi dirò della notte da anguille che trascorsi con due cari amici e che potrei benissimo inserire nei guinnes dei primati (di che cosa lo saprete alla fine) .

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Eravamo decisi ad andare per anguille e ci avevano detto che a "Cantarana" una prismata sul Ticino a nord di Pavia se ne prendevano di grosse ma bisognava essere lì quando il sole non era ancora tramontato ed aspettare che gli "storionisti" se ne andassero per prendere i posti migliori , io mi dovevo occupare solo di fare benzina e preparare la cena da portarsi dietro al resto avrebbero pensato loro e cioè le alborelle da innesco (anguilla grossa = esca grossa : l’equazione non faceva una grinza) i vermi che parevano lombrichi ,io sostengo che lo fossero,inutile discutere con Marco però : perchè "l’esperto" era lui quindi, fare discussioni con un santone delle acque, sarebbe stato tempo perso e mi rassegnai rinunciando mestamente a spiegargli che essendo in licenza premio da militare : che al tempo lo passavo all’estero, non ero proprio l'ultimo arrivato in quanto dov'ero di pesci ne catturavo abbastanza forse più di quanto pensasse o sapesse, anche Giuseppe cercò di dire la sua ma ,dopo uno sguardo reciproco, lasciammo stare e lo liquidò con un feroce.-Tzè propi 'na bestia- che tradotto in lessico civile vuol dire" non sei pratico ma non te lo dico"!
Sapevo che Giuseppe s'era ,comunque, portato i vermi da "bagnato" che ,considerata la stagione :eravamo in fine estate, erano i più indicati, dunque partimmo carichi di tutto alle sei e mezza per un viaggio di circa 4 km dalla città .
Per fortuna ,allora ,si poteva arrivare quasi sul posto con l’auto e quindi il trasloco dell’attrezzatura fu meno gravoso del solito anche se facevamo la figura dei nomadi che si portano dietro tutto ,arrivammo sul ciglio della prismata in tempo per vedere un tizio che conoscevo di vista allamare uno storioncino che puntualmente mise nel retino e nascose sotto le rocce , mi avvicinai e gli chiesi gentilmente di ributtare il pesce nel Ticino primo perché non era in misura e quindi poco serio ed illegale e poi perché era meglio così ,credo di essere stato convincente perché lo fece con una certa sollecitudine e disse che in fondo avevo ragione : era un ragazzo comprensivo lo ammetto anche se quella malalingua di Marco sostiene ancora oggi che a convincerlo fù il reggicanna che impugnavo e la faccia truce ma ,Marco, è sempre stato esagerato in tutto!
Quando il tizio se ne andò e prendemmo il suo posto che era comodo e di facile discesa verso l’acqua e cominciammo a preparare,ognuno, la propria attrezzatura io non voglio dire ma la mia era senz’altro la migliore anche se antiquata ed avevo persino una canna con il “puntino” in bambou roba da super fini credetemi ,che avevo preparato da solo sono certo,ma non ho mai potuto saperlo,che avrebbe sopportato anche uno storione di grossa taglia se ce ne fosse stato bisogno; dunque misi le canne in posizione in modo che al buio non avrei incocciato con gli altri nel lanciare e tirai fuori i campanellini allora lo “star light “ era una innovazione troppo avanzata per noi.
Gli altri lo stesso e ci demmo da fare con i panini che ,come la solito,non bastarono e ci consolammo con i dolci (qualche "buondì"non mancava mai nella sacca di Marco ) mentre si avvicinava l'ora x innestammo le nostre esche :Giuseppe ed io i vermi da "bagnato" Marco subito partì con l’arborellina e finalmente........i primi lanci.
Il buio ormai s’era fatto fitto e le zanzare cominciavano il loro pasto quotidiano a spese nostre che scoprimmo di non avere nessun tipo di protezione la logica conseguenza ,durante una pesca che avrebbe dovuto essere silenziosa al massimo , fu una specie di rissa e di colpe vicendevoli su chi si era dimenticato di portare l’Autan e tale fu il casino che due tipi sulla riva di fronte (uno lo conoscevo) ci gridarono che se lo volevamo ce lo avrebbero portato loro che avevano la barca a patto che la smettessimo ,fù umiliante ma declinammo la proposta chiedendo scusa.
Per la verità io lo avevo l’antizanzare ma a quel punto mi rifiutai di dirlo e nascostamente intrisi il fazzoletto e con la scusa di asciugarmi il sudore ………..eh.eh.eh. per fortuna il mio era di un’altra marca ed inodore e non corsi il pericolo di venire "scoperto"mi piaceva vederli darsi delle sberle pazzesche : certe soddisfazioni non possiamo levarcele non vi pare?
In quel momento un campanello iniziò a suonare ,ora non è il caso che racconti tutto ma sintetizzerò l’accaduto, e da quel momento fu una sinfonia di scampanellii ma ogni volta (dico OGNI ) che salpavamo la canna ,niente :solo l’esca mangiucchiata dai pescetti e basta ci si cominciava ad innervosire ma andammo avanti per quasi 5 ore e tirammo fuori solo una “stringa” che riprese l’acqua subito dopo aver preso un calcio da Marco sino a che ci arrendemmo dando tutte le spiegazioni possibili al fenomeno : dai piccoli cavedanelli in caccia agli ami non adeguati insomma tutto meno che la verità!
Smontammo mesti e Giuseppe disse certo che se erano anguille ne avremmo un "vavè" adesso ma quasi di sicuro sono gli storioncini che ciucciano e non innescano ,gli ripsosi di non dire c…….te perché le canne non si sarebbero piegate a quel modo se fossero stati i cavedani doveva per forza essere qualce altro il motivo di quel fiasco totale .
C'è sempre un momento ,in una discussione, in cui arriva l’attimo del silenzio e fu in quell'istante che udimmo i tizi di fronte che se la stavano ridendo di brutto alle nostre spalle infine quello che mi conosceva mi urlò :”Maiu te no incort sl’è sucess?” (traduzione –Mario non ti sei accorto di cosa è successo?) ovviamente visto che non lo sapevo riposi “ sa disat se ghè che va no ben?” (che dici che c’è che non và?) e lui ,senza smettere di ridere mi rimandò la verità nuda e cruda " i en i Ratavul pistola" (sono i pipistrelli ragazzino) che ,svolazzando a pelo d’acqua picchiavano sulle lenze facendoci venire il "Giavarone" tutte le volte ; per alcuni minuti non risposi poi lo ringraziai per l’informazione facendo buon viso e ridendo amaro ,meno male che era dall’altra parte ed era buio ! Ce ne andammo all'auto fu in quel momento che Marco ,prima di salire, ci guardò fissi alla luce dei fari e sentenziò –il primo che si fa scappare anche una sola parola lo strozzo- nessuno ebbe il coraggio di dargli torto!
A presto
Mario

blufishing
00giovedì 20 febbraio 2003 18:41
bella, questa è veramente bella [SM=g27811] [SM=g27823] [SM=g27823]
d@tfish
00venerdì 21 febbraio 2003 16:17
[SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27827] [SM=g27827]
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