le basi?

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Mr.Fucina
00lunedì 14 marzo 2005 23:29
Allora, ho cominciato a pescare in maniera un pò più seria e continuativa da circa 4 mesi, vorrei provare a ladgering, che sembra essere così fruttivo. Ma le basi quali sono, come si fa una montatura? Qual'è la tecnica?
LOPEZTONIC
00martedì 15 marzo 2005 13:09
Re:

Scritto da: Mr.Fucina 14/03/2005 23.29
Allora, ho cominciato a pescare in maniera un pò più seria e continuativa da circa 4 mesi, vorrei provare a ladgering, che sembra essere così fruttivo. Ma le basi quali sono, come si fa una montatura? Qual'è la tecnica?


sono appena rientrato in ufficio. Dammi una mezz'ora e ti svelo il mistero[SM=g27811]
LOPEZTONIC
00martedì 15 marzo 2005 13:28
Nel prossimo post riporto testaulmente un articolo che scrissi tempo addietro per un sito di pesca ormai un po' abbandonato. Dagli una bella lettura, ti spiega per bene gli inizi e senza troppi fronzoli per iniziare.[SM=g27811]

LOPEZTONIC
00martedì 15 marzo 2005 13:40
IL LEDGERING

Questa è una tecnica di pesca non autoctona ma importata dagli anglosassoni che amano la pesca a fondo in generale e affinano con ottimi risultati le loro invenzioni tanto da ammaliare quasi tutte le generazioni di pescatori. A differenza delle più comuni tecniche utilizzate per insidiare grosse prede nelle nostre acque dolci, il Ledgering è sicuramente una pesca poco dispendiosa ma molto appagante. Difficilmente infatti potremo subire un severo “cappotto”, anche se è bene ricordare che non è certamente una tecnica miracolosa.



LE CANNE
Sono l’elemento principale di questa affascinante tecnica. La tradizione anglosassone impone di utilizzare esclusivamente canne ad innesto di lunghezza variabile tra i 3.10 mt e i 3.80 mt con almeno tre vettini (cimini) intercambiabili, per poter avere la giusta sensibilità in punta in base alla pesantezza della montatura che andremo ad utilizzare. Lo svantaggio, per alcuni non trascurabile, è la lentezza e la difficoltà a preparare la nostra canna in luoghi angusti. Io preferisco utilizzare canne telescopiche che sicuramente sopperiscono a questo problema. Sul mercato se ne trovano di ottime, anche con due o più vettini, a prezzi ragionevoli. Per quanto riguarda le misure del corpo della canna si può stare tranquillamente sui 4 mt in carbonio o anche in fenolico. I vettini devono sicuramente assecondare il peso della nostra montatura, quindi utilizzeremo un vettino “leggero” per lanciare pasturatori fino a 30 gr, “medio” per pasturatori fino a 60 gr e infine “pesante per quelli da 90 gr e oltre. Il peso a cui mi riferisco è sempre relativo al pasturatore a vuoto. Ci faciliterà sicuramente l’azione del lancio, una canna con un manico (distanza tra base della canna e portamulinello) lungo quanto il nostro avambraccio più una spanna. Con questo accorgimento, che però ci elimina una buona fetta di mercato delle canne da fondo economiche, saremo in grado di lanciare più lontano senza frustare e con maggior precisione.

I MULINELLI
Non credo ci sia molto da dire sui mulinelli. Credo che dopo le montature sia una parte dell’attrezzatura assolutamente personale. C’è chi si è affezionato al suo vecchio mulinello a bobina rotante, magari ancora in acciaio con frizione “antiquata” e c’è chi invece come il sottoscritto cerca generalmente il comfort in ogni accessorio. Premettendo che ogni mulinello potrebbe andare bene per il ledgering, io consiglio di utilizzarne uno con bobina capiente quanto basta per tenere almeno 150 mt di 0.25 o 0.30, con almeno un cuscinetto a sfera che aiuti nel recupero, e magari non troppo pesante visto che dobbiamo tenere tutto con una sola mano. Io ho trovato sul mercato un ottimo mulinello da pesca a fondo con ben 7 cuscinetti a sfera più uno sull’alberino ad un prezzo ridicolo. Bisogna sempre cercare di non farsi ammaliare dalle grandi marche, perché spesso e volentieri fanno pagare solo il nome!

I FILI
In questo capitoletto tratterò solamente i fili intesi come lenze madre e non come finali che esaminerò con le montature. Come ho detto in precedenza avremo l’accortezza di caricare la bobina del nostro mulinello con un buon 0.25 o 0.30, perché comunque dovremo essere in grado di lanciare pesi che superano anche i 100 gr senza avere l’angoscia costante di “rompere” ad ogni lancio. La soluzione che ho trovato è quella di caricare una bobina con circa 150 mt di 0.20 con alto carico di rottura per la pesca in acque calme o con pochissima corrente, lanciando ovviamente pasturatori che raggiungono al massimo i 30 gr. L’altra bobina l’ho caricata con del tracciato dello 0.12 che ha un carico di rottura superiore a quello di un buon monofilo dello 0.35 .L’unco svantaggio per me anche abbondantemente trascurabile, è che in commercio difficilmente si trovano in vendita bobine di superiori a 100 mt . Il problema non sussiste se pensiamo che quando usiamo questo particolare filo, agiremo in fiumi con molta corrente ma che generalmente non sono profondissimi. Pregi e difetti del tracciato: si può lanciare tranquillamente qualsiasi pasturatore senza paura di “rompere” anche se dovesse attaccare una bella carpa che magari supera i 10 kg. ; putroppo d’inverno quando si pesca nelle prime ore dell’alba e magari la temperatura scende anche sotto lo zero, tende a gelare formando una leggera patina di ghiaccio. Io ho ovviato a questo problema immergendo la notte prima la bobina in acqua con olio (quello per cucinare andrà benissimo evitando così di inquinare con sostanze derivanti dalle raffinazioni del petrolio le nostre acque già abbastanza malate) notando che questa tendenza al congelamento è diminuita drasticamente.

I PASTURATORI
Siamo arrivati all’elemento principale della nostra attrezzatura. Fondamentalmente abbiamo due categorie di pasturatori ( feeders o swimfeeders per i nostri amici anglosassoni): chiusi e aperti. Alla prima categori appartengono tutti quelli adatti a contenere varie specie di larve e sfarinati che potranno essere lanciati a grandi distanze senza perderli durante il “viaggio”, disperdendosi più o meno lentamente quando si avvicinano al fondo, grazie anche ad un coperchio posto ad una sua estremità. Sono caratterizzati inoltre da una piastra di piombo sulla quale generalmente è incisa la grammatura, che ci permette di far arrivare il nostro “cestino per il picnic” sul fondo il più velocemente possibile limitando così le perdite di pastura durante l’affondamento. Alla seconda categoria appartengono quei pasturatori che assomigliano veramente a dei cestini. Si diversificano dai primi per il fatto che sono di metallo e non di plastica, sono senza coperchio. Infatti vengono generalmente impiegati solo con sfarinati già impastati e in acque calme. Il pasturatore si svuoterà del suo contenuto nel momento in cui toccherà l’acqua pasturando lentamente, mentre il nostro amo sarà già sul fondo trascinato dal piombo del pasturatore stesso. Come si applica il pasturatore? Innanzitutto va utilizzato sulla lenza madre, quindi prima della girella e del finale. Quelli più comuni hanno un bracciolo in plastica con un occhiello che lo rende scorrevole direttamente sul filo o agganciabile ai ferma galleggianti per l’inglese. Alcuni si costruiscono una “deriva”con uno spezzone di nylon grosso o un elastico al quale applicano una grossa girella con moschettone che viene poi fatta lasciar scorrere libera sulla lenza madre. Lo svantaggio è che, visto il peso e il carico del pasturatore, a causa del continuo sfregamento del ferro su nylon si produce un eccessivo surriscaldamento di quest’ultimo facilitandone la rottura. Preferisco usare un oggetto forse poco conosciuto ma molto efficace e utile: l’anti tangle. Tradotto letteralmente “anti groviglio”o parrucca per usare un termine più da pescatore che da sarta, è semplicemente un tubetto di plastica rigida forato al centro per lo scorrimento del filo riducendo di parecchio l’attrito anche con grossi carichi, al quale è stato innestato un solido moschettone dove andremo ad agganciare il nostro pasturatore. Oltretutto il diametro del foro è abbastanza piccolo da permetterci di utilizzare girelle altrettanto piccole, ma non così tanto da rendere l’operazione di “calzatura” della lenza madre estremamente difficoltosa. Finisco col dire che l’anti tangle ci permette di dimenticarci il famoso gommino salva nodo, visto che la plastica di cui è composto ammortizza abbastanza bene.

I FINALI
Poche ma utili parole per i finali di questa affascinante pesca. La regola generale è: filo sottile e lungo in acque calme, filo grosso in acque con corrente. Il perché è subito detto. In acque senza corrente, il nostro amico pesce ha più tempo per esaminare quello che lo circonda senza dover badare alla corrente che lo trascina lontano dal possibile boccone, quindi avremo l’accortezza di usare un finale sottile per cercare di battere la circospezione del predatore. Solitamente uso uno 0.12 o un 0.14 lungo 60/80cm per far si che sia alla giusta distanza dal pasturatore quando tocca il fondo. In acque con corrente, non salgo mai sopra lo 0.18 e come lunghezza arrivo fino ad 1mt. Visto che di tutti gli argomenti, questo è il più soggettivo,mi limiterò a dare un solo consiglio: se volete insidiare i ciprinidi nelle acque con tanta corrente, mettete un pallino spaccato ad una decina di cm dall’amo. Questo farà si che il vostro amo rimanga sempre nei pressi del fondo dove i ciprinidi grufolano in cerca di cibo.

GLI AMI
Bisogna considerare due fattori importantissimi nella scelta dell’amo da montare: il tipo di pesce che vogliamo insidiare e la sua possibile taglia. Per cavedani, scardole, savette e gardons consiglio di usare ami piccoli possibilmente a gambo corto (anche 20 o 22) vista la loro innata circospezione, soprattutto per quanto riguarda i cavedani. Per i combattivi barbi consiglio di usare anche un 14 a gambo lungo, visto che non è un predatore troppo smaliziato. Se invece vogliamo insidiare grosse tinche o carpe, allora useremo di norma misure che possono arrivare fino al 7. Personalmente non ho mai usato ami così grossi anche in presenza di carpe, visti i passi da gigante che hanno fatto le case costruttrici nel campo dei materiali usati, della resistenza alla rottura sotto sforzo e all’usura. Ho preso alcune carpe oltre i 10kg con ami del 14 o addirittura del 16. Resta il fatto che la scelta dell’amo rimane assolutamente personale e basata sulle proprie esperienze acquisite negli anni di pesca.

ESCHE E PASTURE
Anche se qualcuno dice che se il pesce ha fame mangia qualsiasi cosa, c’è da dire che ogni specie ha le sue preferenze alimentari. Penso che la maggiorparte dei lettori mi darà ragione dicendo che una delle esche più apprezzate è sicuramente il bigattino (cagnotto), il quale viene usato per quasi tutti i tipi di pesca in acque dolci e addirittura anche in mare. Ed è proprio questa che consiglio principalmente per il ledgering, visto che è molto resistente sull’amo e può essere usato assieme agli sfarinati per riempire i nostri pasturatori. Difficilmente riusciremo ad ottenere lo stesso risultato con dei veronesi o delle camole, a prescindere dal costo di questi ultimi. Penso che poche persone potrebbero permettersi di comprare 1kg di camole del miele o vermi di terra per pasturare. Detto questo, non vuol dire che non li possiamo usare, anzi. E’ sicuramente sempre gratificante allamare un pesce con un esca magari insolita per il luogo o il periodo. In conclusione, penso che il bigattino sia l’esca comunque la miglior esca viva generica e fortunatamente anche la meno cara. Altre esche di cui vale la pena parlare sono i veronesi per i persici (quando non abbiamo una bell’alborellina viva a disposizione), il fegato tagliato a dadini per il pesce gatto e l’immancabile mais per le carpe. Ho utilizzato con discreto successo dadini di formaggio tipo hemmenthal per i grossi barbi utilizzando come pastura da lancio il comunissimo “fondo formaggio”, notando che hanno profumazioni molto simili tra loro. Delle pasture parlerò più approfonditamente in un altro articolo che sto preparando. Ci sono in commercio utilissime buste di pasture specifiche per ciprinidi e alcune formulate apposta per cavedani o per il pigo e la savetta o ancora per il barbo. Questo non vuol dire che allontanino le specie non nominate, ma solo che sono state studiate tenendo in maggior considerazione le abitudini alimentari di alcune in particolare. Personalmente uso una pastura molto generica che si chiama fondo rosso o fondo ciprinide fondamentalmente dolce nella quale è presente in quantità variabile da produttore a produttore, cocco, cacao, pane, semi di canapa, formaggio e aromatizzanti. Questo mix è sicuramente un’ottima pastura per pescare in generale i ciprinidi senza fare troppa selezione, oltretutto costa molto meno di tante pasture specifiche, assicurando comunque ottimi risultati. Penso di aver tralasciato solo un particolare: l’innesto dell’esca. Visto che non mi piace limitare la fantasia dei pescatori dico solo che io innesco i bigattini a bandiera, i vermi da terra a fiocchetto, il fegato in grossi dadi della grandezza dell’amo e lo stesso vale per il fegato.

LA TECNICA
Innanzitutto dovremo trovare un posto non troppo angusto, che ci dia la possibilità di posizionare con una certa comodità il panchetto o la seggiola, l’indispensabile poggiacanne, il secchio o la sacca da gara per la pastura e le esche, il guadino e la nassa. Assicuriamoci di avere un certo spazio per poter combattere a dovere l’eventuale mostro che potrebbe ingoiare la nostra esca. Vi assicuro che non è assolutamente raro. A questo punto, è arrivato il momento di lanciare. Generalmente nei corsi d’acqua con corrente vige la regola (anglosassone ovviamente) di lanciare leggermente a monte per far si che tra la canna e il fili si formi un angolo di 90°, personalmente non sono mai riuscito a formare un angolo del genere ma sicuramente un angolo così pronunciato facilita il lavoro del cimino segnalando anche l’abboccata più timida come quella del cavedano o gli assaggi del persico. Ci sarà utile sicuramente, in caso di forte corrente, tenere alta la canna sul nostro poggiacanne, per far si che il pasturatore non faccia troppa strada strisciando sul fondo. Differente tecnica utilizzeremo in acque ferme dove potremo tenere la canna anche orizzontalmente rispetto allo specchio d’acqua, grazie anche alla sicuramente maggior profondità. Poi si sa che ogni movimento del cimino crea scariche di adrenalina (a me capita sempre)e a quel punto starà a noi e alla nostra esperienza decidere di ferrare immediatamente o lasciar mangiare meglio il nostro amico pesce. Attenzione però, se siete alle prime armi e magari pescate in un fiume con fondo sassoso e ciottoloso come può essere il Ticino a Pavia o il Sesia a Palestro (due itinerari splendidi per il Ledgering da me frequentati spessissimo) dovrete fare attenzione a non ferrare ad ogni movimento del cimino ma solo a quelli secchi, energici e nervosi, tipici di una abboccata, anche perché gli altri saranno sicuramente dovuti al rotolamento del pasturatore sul fondo finche non troverà un punto dove fermarsi. A quel punto, quando sarà ben fermo potremo ferrare con una certa sicurezza ad ogni movimento anche flebile del cimino. Credo di essere stato abbastanza esauriente parlando di questa pratica particolare e sicuramente affascinante oltre che economica vista la “povertà” del materiale richiesto per chi incomincia da zero e non vuole fare grossi investimenti, pur assicurandosi ottimi risultati. Se dovessi aver tralasciato qualche particolare o doveste avere notizie o consigli da aggiungere, sarò ben lieto di ascoltarli.
PAX3
00mercoledì 16 marzo 2005 14:02
NON SO SE POSSO.....?
Io sono un neofita di questa disciplina ma tempo fa una persona mi fece andare su di un sito specializzato sul ledgering...finisce con door.Siccome sono nuovo e non voglio litigare con nessuno se mi viene dato il consenso poi il nome del sito lo metto tutto altrimenti cancellate tutto e accettate le mie scuse.In ogni caso anche Sabino ha scritto belle cose.[SM=x53636] [SM=x53623] [SM=g27811]
ANCIENTMYND
00mercoledì 16 marzo 2005 14:38
Re: IL LEDGERING

Scritto da: LOPEZTONIC 15/03/2005 13.40

consigli da aggiungere, sarò ben lieto di ascoltarli.


[SM=x53605] [SM=x53605] [SM=x53605] [SM=x53605] [SM=x53605] [SM=x53605] [SM=x53605] [SM=x53605] [SM=x53605] [SM=x53605] [SM=x53605] [SM=x53605] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
ciao ciao[SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836]
LOPEZTONIC
00mercoledì 16 marzo 2005 15:13
Re: NON SO SE POSSO.....?

Scritto da: PAX3 16/03/2005 14.02
Io sono un neofita di questa disciplina ma tempo fa una persona mi fece andare su di un sito specializzato sul ledgering...finisce con door.Siccome sono nuovo e non voglio litigare con nessuno se mi viene dato il consenso poi il nome del sito lo metto tutto altrimenti cancellate tutto e accettate le mie scuse.In ogni caso anche Sabino ha scritto belle cose.[SM=x53636] [SM=x53623] [SM=g27811]


PAX, a scanso di equivoci, mandami il link via mail personale o mail ffz. Lo guardo e se non ci sono problemi te lo faccio postare piu' che volentieri.
Sabino e' un gran pescatore stimato un po' da tutti per la passione che mette in questa disciplina. Scrive bene e pesca altrettanto!![SM=g27811]
PAX3
00mercoledì 16 marzo 2005 16:19
FATTO....O QUASI
Non riuscivo a mandarti una mail e ti ho scritto un MP dal sito di Sabino.Se controlli lo trovi subito.Sai, sono nuovo e ancora determinati passaggi non mi sono entrati dentro.ciao[SM=g27811] [SM=g27813]
Mr.Fucina
00giovedì 24 marzo 2005 23:17
grande lopez, aspetto troppo la licenza per andare a provare questa tecnica nuova...thanks[SM=x53599] [SM=x53599] [SM=x53599]
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