00 21/01/2006 12:51
Problemi psicologici

Un nemico insidioso dell’ apneista è il fattore stress e può essere sia fisico come ipotermia, mal di mare e affaticamento e psicologico come il panico ansia ,imbarazzo e anche la paura.

Generalmente in acqua non si riesce a capire che si è sotto stress, se non nel momento del peggioramento quando ormai l’ansietà e la fatica o il panico si sono impadroniti di noi.

Purtroppo possiamo intercorrere in vari stress fisici come errate compensazioni, attrezzature inadatte , mute o pinne strette, acqua nella maschera , la solitudine,stress del mal di mare ,dall’acqua torbida o mossa alle alghe che si muovono sul fondo o in sospensione facendoci venire le vertigini ,caldo e poi il vomito.

Oppure solo perché siamo stanchi o non abbiamo digerito .

Spesso il nascere della reazione psicologica deriva dalle cause dello stress fisico viste sopra,oppure nasce in noi una paura come ampie caverne o relitti ,reti abbandonate sul fondo che sembrano risucchiarci o il baratro di una secca con una parete verticale che sprofonda nel blu o grossi alberi portati dalle piene che sembrano ghermirci oppure la fobia della presenza di squali o di altri mostri marini.

Un esempio più semplice di stress psicologico è anche andare a cacciare in zone a noi non note ,o fare tutte quelle cose che non abbiamo mai fatto e non ci sentiamo sicuri di farle,specie per non essere da meno a chi ci accompagna.

Oppure essere soli in acqua ed a un certo momento per un repentino cambiamento in peggioramento del tempo atmosferico andare in panico oppure perdere la nozione del tempo .

Alcuni subacquei soffrono in certe circostanze di mal di mare o cinetosi che si tramuta in nausea e poi vomito , anche in altri casi per esempio quando uno da una sostanziosa golata di acqua salata ,ci porterà ad un aumento di acidità e un conseguente vomito;oppure una muta troppo stretta a livello del collo.

Altre volte la causa è da ricercare in quello che precedentemente all’entrata in acqua si è mangiato ,anche del giorno prima ,oppure all’entrata in mare senza aver consumato assolutamente nulla favorendo l’acidità latente.

Il problema sta quando uno inizia a star male e a vomitare, il panico è in agguato,non si vuole abbandonare l’attrezzatura, ma vogliamo uscire subito dall’acqua saltando magari sugli scogli col mare mosso con inevitabili ferite.

Per cui una situazione di stress trascurata può trasformarsi in uno stato di ansietà e panico.

Il panico fa si che ci agiteremo , quindi aumenterà il consumo di ossigeno solo che la respirazione sarà accelerata e superficiale,aumentando così il livello di anidride carbonica favorendo poi ulteriore panico .

Indubbiamente in acqua sarà molto difficile constatare che il nostro compagno è in impedimento se non quando sarà già in difficoltà .

Quello che voglio dire è che siamo noi che non dobbiamo pensare ti tenere duro tanto c’è l’altro compagno che ci può aiutare ,ma per primi noi di percepire subito il nostro problema di ansietà e calmarci ,magari uscendo dall’acqua o tornando sul gommone o riposarci sulla boa riprendendo il normale respiro; cercando

da soli di risolvere il problema; ma comunque avvertendo il compagno con un fischietto che consiglio di averlo sempre dietro in quanto quando si è stanchi non si riesce a fischiare e nemmeno ad urlare e farsi sentire specie con il vento contrario .

L’atteggiamento di quando si ha feeling con il compagno di anni, anche se si pesca divisi è di guardarsi

ogni tanto cercando di non perdersi di vista e darsi un ok di controllo.

Durante il verificarsi di un incidente il tempo è prezioso e bisogna agire prontamente,come abbiamo già

detto il soccorritore per essere degno di questo nome dovrebbe essere allenato avere una buona condizione fisica e anche nella pratica o aver seguito un corso in caso contrario può far peggiorare le cose oppure

andarci anche lui in pericolo ,per cui se ci sono persone più esperte di noi le lasciamo fare, aiutando per quel

che sappiamo , ma se siamo soli allora cercheremo di non sbagliare.

Riassumiamo un ordine delle cose da fare:

1) prevenire l’incidente

2) valutare la situazione

3) agire prontamente

4) assegnare i compiti

5) medicare le ferite

6) coordinare le operazioni di soccorso

7) organizzare il trasferimento

Ecco anche un piccolo elenco delle cose che ci possono tornare utili :

binocolo

fischietto

radio cb o cellulari

bombola di ossigeno o pallone respiratorio tipo Ambu

coperta termica

valigetta di pronto soccorso


Pianificare un uscita in mare in tutta tranquillità vuol dire primo informare dove andiamo a immergerci ,
e per noi avere un elenco dei telefoni di ospedali, carabinieri e camere iperbariche o capitanerie di porto più vicine.