" Poesie Del Mare "

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lorette
00mercoledì 25 agosto 2004 15:39
Testo bellissimo dedicato a tutti i pescatori !!!![SM=g27836] [SM=g27835] [SM=g27836] [SM=g27835]

Fabrizio De André

Il pescatore

All'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito un pescatore
aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.

Venne alla spiaggia un assassino
due occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura
eran gli specchi di una avventura.

E chiese al vecchio dammi il pane
ho poco tempo e troppa fame
e chiese al vecchio dammi il vino
ho sete e sono un assassino.

Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure intorno
ma versò il vino e spezzò il pane
per chi diceva ho sete ho fame.

E fu il calore di un momento
poi via di nuovo verso il vento
davanti agli occhi ancora il sole
dietro le spalle un pescatore.

Dietro le spalle un pescatore
e la memoria e' già dolore
e' già il rimpianto di un aprile
gioca con l'ombra di un cortile.

Vennero in sella due gendarmi
vennero in sella con le armi
chiesero al vecchio se lì vicino
fosse passato un assassino.

Ma all'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito il pescatore
aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.


[SM=g27836] [SM=g27835] [SM=g27836] [SM=g27835] [SM=g27836] [SM=g27835]
pescostrano
00mercoledì 25 agosto 2004 16:18
carissima, apprezzo con piacere il tuo ricordare (ma c'era anche bertoli che cantava in merito).
per quanto mi concerne potrei dire che....

questa domenica in settembre (ormai ci siamo)
non sarebbe pesata così
l'estate finiva più naturlich (dubito si scriva così)
20 anni fa o giù di li

ed oggi, a 44, dico

... è facile tornare con le tante, stanche pecore bianche,
scusate, non mi lego a questa schiera: morrò pecora nera!


ciao
lorette
00sabato 9 ottobre 2004 07:48
LA POESIA

I pescatori

Solo la povertà risveglia le arti,
Diofanto, è una maestra di fatica
e le preoccupazioni non consentono
all'uomo che lavora di dormire.
Se qualcuno di notte per un poco
si assopisce, i pensieri che lo assillano
gli disturbano il sonno all'improvviso.
Giacevano due vecchi pescatori
insieme, stesi sotto la capanna
intrecciata di frasche, sopra un letto
di musco secco, contro una parete
coperta di fogliame. Accanto a loro
giacevano gli arnesi di lavoro:
i canestri, le canne, gli ami, l'esca
coperta d'alghe e lenze e nasse e trappole
fatte di giunchi e cordicelle e remi
ed una vecchia barca sui sostegni.
Un piccolo canestro per cuscino,
i vestiti e i berretti. Tutti qui
erano i mezzi e questa la ricchezza
dei pescatori, senza chiave o porta
e senza cane: tutte queste cose
per loro risultavano superflue,
la guardia la faceva la miseria,
e non c'era lì accanto alcun vicino,
ma proprio presso la capanna il mare
su una striscia di terra rifluiva.
Non era ancora giunto a metà corso
il carro di Selene e i pescatori,
per il loro lavoro, si svegliavano
e allontanando il sonno dalle palpebre
davano voce ai loro sentimenti.

[SM=g27836] [SM=g27822] [SM=g27836] [SM=g27835] [SM=g27836]

lorette
00martedì 26 ottobre 2004 09:02
Elegia del marinaretto

Marinaretto snello,
Luigi Gonzaga del mare,
com'era fresco il tuo pesce
appena pescato !

In una notte lunata,
te ne andasti, marinaretto,
tanto grazioso e contento,
cantando, al mare salato !

Il mare se ne stava umile.
E come lo governava !
Era così dolce il suo canto
che il vento ne smemorava.

Cinque delfini rematori
la sua barca corteggiavano.
Due angeli marinai,
non visti, la guidavano.

Tese le reti, che fatica !
sopra il mare gelato.
E pescò la luna piena,
sola, nella rete argentata.

Come restò nero il mare !
E la notte desolata !
Colato a picco il suo canto,
la barca s'inabissò.

Va galleggiando nel vento
l'ormai defunto sorriso
del suo volto. Che lamento
alza la chiusa notte !

O bimbo mio marinaio,
moretto tanto gentile,
tanto vezzoso e splendente,
più buono e puro del pane !

Che farai pescatore d'oro,
laggiù nelle valli salate
del mare ? Hai trovato il tesoro
che occultano i pesci ?

Lascia, o bimbo, le saline
del fondo, e portami su
il cielo dei pesci, e al tuo amo
la mia ortolanina del mare.


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LORETTE
L'uomo e' cacciatore; la donna pescatrice.
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[Modificato da lorette 26/10/2004 9.04]

lorette
00martedì 26 ottobre 2004 09:07
La canzone del pescatore

Nessun pesce si agita nella nostra rete,
il cielo è oscuro e la notte è umida,
e dobbiamo usare il remo robusto
perché la marea si abbassa dalla riva.
e tristi sono coloro che bruciano fascine:
così gentilmente messe da parte per il nostro ritorno.

La barca è fragile e la tempesta infuria;
non si ode nulla, tranne il frangersi dell’onde
e il rombo nero del mare in collera,
mentre fischiano i venti selvaggi;
tuttavia il mare e la tempesta si sono alzati invano,
noi benediremo di nuovo i nostri caldi focolari


lorette
00martedì 26 ottobre 2004 09:10
La pesca

Sempre il pensiero mi fugge
su bianche vele di barche
lungo ignorate coste e scogli d'oro.
Tutte le notti sogno: una chiglia leggera
la fiocina di ferro e un esperto compagno,
Cirillo dall'occhìo fulvo
dal cuore acceso di rame,
Salvatore 'o Massese dritto caronte
scuro il volto e il collo scavati in annoso legno
che vogava sicuro per venti miglia,
e Fortunato dalle dita mozze storpiato dalla bomba.
Voglio i mattini dì sole, il lento affiorar dei delfini
che chiudono a cerchio gli sgombri:
stavolta è un banco grande!
guarda la pinna nera e la falce
dello squalo, guarda il gabbiano!
Fai segnale: una rete non basta,
ci vogliono piy barche ce n'è per tutti!
Là sotto è un tesoro guizzante
oro e verde, forzando sui remi e il motore.
Se d'improvviso enorme apparendo sul fondo
il capodoglio non spaventa il banco,
se il delfino non rompe la rete, se il pescecane e il mare
non ti trascinano via, lì c'è pane per tutto l'inverno
e un nuovo motore alla barca e vino e carne:
se ti regge il cuore e i remi e il motore e la rete.

lorette
00martedì 26 ottobre 2004 09:23
IN ESTATE COME IN INVERNO

In estate come in inverno
nel fango nella polvere
sdraiato su vecchi giornali
l'uomo che ha l'acqua nelle scarpe
guarda le barche lontane.
Accanto a lui un imbecille
un signore che ne ha
tristemente pesca con la lenza
Egli non sa perché
vedendo passare una chiatta
la nostalgia lo afferra
Anch'egli vorrebbe partire
lontano lontano sull'acqua
e vivere una nuova vita
con un po' di pancia in meno.
In estate come in inverno
nel fango nella polvere
sdraiato su vecchi giornali
l'uomo che ha l'acqua nelle scarpe
guarda le barche lontane.
Il bravo pescatore con la lenza
torna a casa senza un sol pesce
Apre una scatoletta di sardine
e poi si mette a piangere
Capisce che dovrà morire
e che non ha mai amato
Sua moglie lo compatisce
con un sorriso ironico
E' una ignobile megera
una ranocchia d'acquasantiera.
In estate come in inverno
nel fango nella polvere
sdraiato su vecchi giornali
l'uomo che ha l'acqua nelle scarpe
guarda le barche lontane.
Sa bene che i battelli
son grandi topaie sul mare
e che per i bassi salari
le belle barcaiole
e i loro poveri battellieri
portano a spasso sui fiumi
una carrettata di figli
soffocati dalla miseria
in estate come in inverno
con non importa qual tempo

Jacques Prevert

lorette
00lunedì 8 novembre 2004 00:07
BUONANOTTE AI PESCATORI

Un'altra notte, questa notte,
porta canti per i pescatori,
racconta favole, porta odori,
che hanno il gusto della libertà,
un'altra notte, questa notte,
ruba l'ombra e fugge via,
solo attimi di poesia,
non c'è luce nella città,
e buonanotte ai pescatori,
pescatori di questa vita,
e buonanotte ai perdenti,
perché vincano una partita,
e buonanotte ai pescatori,
ed alle loro lampare,
a chi cammina per il mondo,
sempre avanti come il mare.

lorette
00sabato 27 novembre 2004 15:45
La notte del pescatore

"Scendono
sul pentagramma del tramonto
le ultime note
della sera
Il sole si addormenta
al canto della luna
Ci si appresta
alla pesca…
Si butta la rete
come un lago nel mare
Si attende parlando
giocando
pregando
sperando che la notte finisca
e che il sole
spenga la luna e le stelle…
È l'alba
non mi attende nessuno
Ho soltanto due pesci…
Mi accingo a sognare…"


lorette
00sabato 27 novembre 2004 15:59
la sposa del pescatore

Siedi pensosa

ad aspettarlo

lui che torna da lontano

con lo sguardo

fissi il cielo

e preghi affinchè

il mare non prenda con sè

il tuo uomo

e passi così il tuo giorno

e solo a sera quando lui

ti stringe forte

fra le sue braccia

il tuo tormento finisce

ma al mattino ritorna

e la tua vita va avanti così.

Come è simile

la tua vita

a quella della luna

che è sempre

lì nel cielo

da mille anni e forse più

a rischiarare le nostre notti.

Ma mi chiedo

se siete felici

o se forse desiderate

una vita diversa.

lorette
00domenica 12 dicembre 2004 17:31
IL PESCATORE

PESCATORE CHE VAI SUL MARE,

QUANTI PESCI PUOI PESCARE?

POSSO PESCARNE UNA BARCA PIENA

CON UN TONNO E UNA BALENA.

MA QUEL CHE IO CERCO NELLA RETE

FORSE VOI NON LO SAPETE

CERCO LE SCARPE DEL MIO BAMBINO

CHE VA SCALZO,POVERINO.

PROPRIO OGGI NE HO VISTE UN PAIO

NELLA VETRINA DEL CALZOLAIO;

MA CE NE VOGLIONO DI SARDINE

PER FARE UN PAIO DI SCARPINE....

POI CON DUE CALAMARETTI

GLI FAREMO I LEGACCETTI

matomatteo
00sabato 18 dicembre 2004 21:43
Carina questa..........[SM=g27824] [SM=g27824] [SM=g27824] [SM=g27824] [SM=g27824] [SM=g27824] [SM=g27824] [SM=g27824] [SM=g27824]
lorette
00venerdì 24 dicembre 2004 08:36
Tre pesci rossi

Tre pesci rossi in una boccia
d'acqua trasparente
muovono le pinne
dipingendo casuali percorsi
di gioia nella tua mente,
oh bimba mia.

Nuotano liberi
nelle ampolle dei tuoi occhi
che intravedono per loro
acquari senza limiti
nel mare della tua fantasia.

Per ogni bolla dalla loro bocca
tu esprimi un desiderio
prima che questa tocchi
il pelo dell'acqua.

Anch'io ne ho uno.

Poter conservare
il tuo allegro sorriso
fino a che l'ultimo pensiero
lasci la mia mente,
svanendo nel cielo
come una bolla.

lorette
00venerdì 24 dicembre 2004 08:39
Tavolara


Dondolio di barche

nel mare di corallo.

A guardia del tempo

assisa in un mare di nuvole

Tavolara raccoglie

emozioni e sospiri.

Tremule luci intessono

il cielo adamantino

In diafane trasparenze d’acque

si librano ali di porpora

Voli e canti di gabbiani

sospesi a fili di memorie

rilucono

in miraggi di nostalgia

Il cuore canta

in un tripudio di sole

lorette
00venerdì 24 dicembre 2004 08:42
Sono il mare


Io sono il mare dei tuoi padri

e nel cuore di silenziosi abissi

estinguerò la tua sete.

Sono il mare dei tuoi figli

e nel canto delle mie valli azzurre

seppellirò la tua angoscia.

Abbandonati alle mie solitudini eterne

all’incantato flusso

delle mie onde urlanti

e placherai nel glauco seno

la tua muta ansia di cielo

l’essenza eterna della vita.

Un canto di bionde sirene

i capelli sciolti nell’acqua

e gli occhi pieni di gemme

cullava il lento morire

d’ un folle nuotatore

perduto

nel suo impossibile

sogno azzurro.

lorette
00sabato 25 dicembre 2004 22:27
Quanti pesci ci sono nel mare?



Tre pescatori di Livorno

disputarono un anno e un giorno

per stabilire e sentenziare

quanti pesci ci sono nel mare.

Disse il primo: "Ce n'è più di sette,

senza contare le acciughette".

Disse il secondo: "Ce n'è più di mille,

senza contare scampi e anguille".

Il terzo disse: "Più di un milione!"

E tutti e tre avevan ragione
]



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ciao ciao,
Lorette - Fishingforum.it Off Topic Mod

</body>

[Modificato da lorette 25/12/2004 22.28]

lorette
00lunedì 27 dicembre 2004 19:55







La sirenetta e il pescatore


Un pescatore livornese, mentre stava pescando al largo con la sua barca afferma di aver visto ciò che in un primo momento gli era sembrato essere una bambina nuda intenta a giocare con un delfino; non credendo ai propri occhi dato anche che il sole stava tramontando e c'era una leggera foschia si era avvicinato con la barca per vedere meglio e si era così reso conto che la creatura sembrava in effetti una bambina, anzi, nessuna bambina... poteva essere più graziosa, più perfetta e di tale straordinaria bellezza ma solo al di sopra della vita era come una bambina completa, poiché al di sotto... era tutta pesce, con scaglie verdi dorate e una grande coda forte e flessuosa: era una sirenetta, la quale tutta presa dal gioco e dalla magia del tramonto non si era accorta in tempo della presenza del pescatore ma non appena finalmente l'ebbe visto emise una specie di fischio acuto e penetrante, simile a quello dei delfini e si tuffò spaventata assieme al suo compagno di giochi nuotando in profondità.
Poco tempo dopo il pescatore vide il delfino riaffiorare in lontananza ma della sirenetta non ve n'era più alcuna traccia.
Il pescatore raccontò questo avvenimento straordinario agli amici del bar e alla moglie ma non fu creduto affatto, anzi perfino la figlioletta di 4 anni lo consigliò di bere meno ponci, anche lei purtroppo credeva ormai solo ai cartoni animati e alla pubblicità!.



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ciao ciao,
Lorette - Fishingforum.it Off Topic Mod

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[Modificato da lorette 27/12/2004 20.02]

lorette
00mercoledì 2 marzo 2005 08:11
"POEMA FRANCESE"

Barracuda

Les barrières dansantes
d'algues vertes et bleues
s'ouvrent puis se referment
et protègent les lieux.
Petits poissons s'amusent
en ballets délicieux
viennent vont et reviennent
dans les fonds silencieux.

L'anémone voltige,
l'hippocampe est sérieux,
la crevette s'arrête...
Et soudain tout fait place :
les algues se déchirent
en tremblements nerveux,
les poissons se transportent,
c'est le sauve-qui-peut !
La mer est en désordre.

Infâme terroriste, Barracuda existe !

lorette
00mercoledì 2 marzo 2005 08:13
"POEMA FRANCESE"

La truite

L'eau claire du ruisseau
s'échappe sous la pierre,
l'enfant de la clairière
y jette un petit seau.

Il joue dans la lumière,
les mains rouges de l'eau
qui bouscule le seau
à grands coups sur la pierre.

Dans le seau que voilà,
il attend qu'elle dérive
car il sait qu'elle est là ;
il attend qu’elle arrive.

Peut-elle imaginer,
la truite sans malice,
qu'on veut la cuisiner
au beurre du délice ?

Issue de l’aventure :
la truite est dans le seau,
bien méchante capture
dans ce gentil ruisseau !

Dans la mare aux canards,
immuable prison
tout près de la maison,
une truite imprudente
est la grande perdante
de l'enfance de l'art.

lorette
00mercoledì 2 marzo 2005 08:17
"POEMA FRANCESE"

Le piranha

Le piranha est là
dans l'eau devenue trouble.
Il attend ceux-là
qui cherchent les eaux troubles
qui ne connaissent pas
les endroits dangereux
grouillant de piranhas
bien trop nombreux pour eux !

Mais le vieux chef est là
qui veille sur l'eau trouble.
Il chasse ceux-là
qui aiment les eaux troubles
qui craignent ce qu'ils voient
et qui ferment les yeux
sur ce qu'ils ne voient pas
car ils ont le cœur creux.

lorette
00mercoledì 2 marzo 2005 08:19
"POEMA FRANCESE"

L'espadon, la sirène et le pêcheur

Le mousquetaire du Roi des mers,
un espadon du meilleur monde,
est amoureux des beaux yeux bleus
d'une sirène aux mille éclats.
Un jour de chasse, perdant sa place,
notre espadon du meilleur monde,
apprend d'une huître qu'un vieux bélître
voit la sirène au bar-tabac.

Rouge de rage, le poisson nage
pour réparer la trahison.
Il crie au drame, il sort sa lame,
il veut tuer son adversaire.
Au même instant un crochet blanc
vient taquiner notre espadon.
Trop énervé il l'a croqué,
et le voici dans la panière.

Il y a toujours un pêcheur qui tourne en rond au-dessus des histoires d'amour.

lorette
00venerdì 1 aprile 2005 09:08
PESCE D'APRILE



Che terrore ho provato.
Quando il pescatore la lenza ha lanciato.
Menomale che so nuotare.
Così me la sono svignata.
Ma il merluzzo piccolino.
Nella rete è finito.
E la seppia che è tanto buona.
L'ha sorpresa l'esperto pescatore.
Per fortuna il pescecane.
Il subacqueo ha spaventato.
Ed io che sono il pesce d'aprile.
Forte e coraggioso.
Voglio dire due parole
Al gabbiano in volo.
Incontrandolo gli sorrido.
Per non farmi mangiare.
Ma lui che è un gran mangione.
Mi vola intorno per farmi capire.
Che non può farci niente.
Né lui né la gente.
Ma il pesce d'aprile divertito.
Gli sorride dicendogli.
Io che sono solo frutto dell'immaginazione.
Non mi si può mangiare.
Ma vengo il primo aprile solo per scherzare.

lorette
00venerdì 29 aprile 2005 16:59
L'UOMO E IL MARE



Uomo libero, tu amerai sempre il mare!
Il mare è il tuo specchio; contempli la tua anima
Nello svolgersi infinito della sua onda,
E il tuo spirito non è un abisso meno amaro.
Ti piace tuffarti nel seno della tua immagine;
L'accarezzi con gli occhi e
con le braccia e il tuo cuore
Si distrae a volte dal suo battito
Al rumore di questa distesa indomita e selvaggia.
Siete entrambi tenebrosi e discreti:
Uomo, nulla ha mai sondato
il fondo dei tuoi abissi,
O mare, nulla conosce le tue intime ricchezze
Tanto siete gelosi di conservare i vostri segreti!
E tuttavia ecco che da innumerevoli secoli
Vi combattete senza pietà né rimorsi,
Talmente amate la carneficina e la morte,
O eterni rivali, o fratelli implacabili!

Charles BAUDELAIRE

lorette
00venerdì 29 aprile 2005 17:51
SULL'ORIZZONTE DEL MARE



Sull'orizzonte del mare ti aspetterò
oltre le brumose sponde della realtà.
Fiabe di alghe e coralli racconterò
se tu verrai
verrai da me
sull'orizzonte del mare.

Dietro le fronde dei salici la verità
scritta sulla grigia cenere dei sogni miei
ma che lontano il vento disperderà
se tu verrai
verrai da me
sull'orizzonte del mare.

Come onde di tristezza le canzoni mie
viaggeranno verso spiagge irraggiungibili
sotto un cielo di ricordi e notti di follia
senza di te
sull'orizzonte del mare.

Sull'orizzonte del mare ti aspetterò
contando le stagioni di nostalgia
che questa brezza leggera porterà via
se tu verrai
verrai da me
sull'orizzonte del mare.

lorette
00domenica 1 maggio 2005 18:04
I PESCATORI DELLA LAGUNA



Le ombre della sera

vagano nel porto

Cavalli pronti

al richiamo della corsa

sono i pescherecci

attenti al vento

che vibra le corde d’acciaio.

Non si parte! E’ tempo di bora.

Il vento spazza il mare,

scompone e ricompone

masse d’acqua,

danza, impazzisce,

sibila e vola

finché arriva tra le barche in porto.

Qui il grido

si tramuta in canto,

il vento suona con dita invisibili

in una melodia di arpe

il linguaggio dell’avventura,

per richiamare i pescatori

per i campi aperti del mare

e la donna cercherà di ancorare

i fili di luce delle lampare,

sentirà pulsare i motori,

scoprirà la gioia del ritorno

nell’allegria del porto

e il suo uomo forte

più della lontananza e del mare.

lorette
00martedì 10 maggio 2005 01:11
"Il pescatore"




L'acqua scrosciava, l'acqua si gonfiava,
e lì accanto c'era un pescatore,
guardava l'amo in tutta calma,
freddo sino al fondo del cuore.
E mentre siede e mentre ascolta,
si leva l'onda e si apre;
dall'acqua che si agita scroscia
una donna tutta stillante.
A lui un canto rivolse e le parole:
"Perché attiri con l'arte
dell'umana malizia la mia prole,
su, nella vampa della morte?
Se sapessi come il piccolo pesce
sta sul fondo, beato,
scenderesti quaggiù, così come sei,
non saresti più malato.
Il caro sole, e la luna, non trova
nel mare il suo ristoro?
Sull'alito del flutto non torna
a noi più bello il suo volto?
Il cielo profondo non ti attrae,
l'umida azzurrità trasfigurata?
Il tuo volto stesso non ti attrae
qui nell'eterna rugiada?"
L'acqua scrosciava, l'acqua si gonfiava,
bagnandogli il piede nudo;
e la nostalgia del suo cuore era tanta,
come quando la bella gli dava il saluto.
A lui rivolse le parole e il canto;
allora fu un uomo finito:
in parte lo trasse, in parte era pronto
a cadere, e non fu mai più visto.

lorette
00sabato 4 giugno 2005 08:28
Il Mare! Il Mare! Il Mare aperto!



Blu, puro e sempre libero!
Senza impronta, senza confini,
esso circonda le grandi regioni della terra;
gioca con le nuvole; sfida i cieli;
o giace come una creatura cullata.
o sono sul Mare! Sono sul Mare!
Io sono dove sempre sarò;
con il blu sopra, e con il blu sotto,
e il silenzio dovunque vada;
Se una tempesta venisse a risvegliare gli abissi,
che importa? Io ondeggerò nel sonno.
Io amo (oh! quanto io amo) cavalcare
la selvaggia spumeggiante e scoppiettante marea,
quando ogni onda matta offusca la luna,
o sibila in alto il suo accordo tempestoso,
e racconta il mondo sottomarino,
e perché soffiano le raffiche di sud-ovest.
Io mai giacqui sulla noiosa docile sponda,
ma amai il grande Mare sempre di più,
e ritornai in volo al suo seno ondeggiante,
come un uccello in cerca del materno nido;
e una madre era, ed è per me;
perché sono nato sull'aperto Mare!
Le onde erano bianche, e rossa l'alba,
nella turbolenta ora in cui nacqui;
e la balena soffiò, si tuffò la focena,
e i delfini rivelarono i loro dorsi dorati;
e mai si fece tanto selvaggio scalpore
nel salutare alla vita un figlio dell'Oceano!
Ho vissuto da allora, in pace e in lotta,
mezzo secolo di vita da marinaio,
con ricchezze da spendere e forza da vendere,
ma mai ho cercato, né desiderato, cambiare;
e la Morte, quando verrà,
dovrà venire sull'immenso sconfinato Mare!

lorette
00domenica 5 giugno 2005 01:57
POESIA GHIOTTA


El bacalà



Ch'el sia a la vicentina, mantecato
Ch'el sia bianco, el sia rosso, el sia impanà
Mi digo che a sto mondo no ghè piato
Più bon de la polenta e bacalà

Par questo, provocado nel gargato
Mi meto in rima sta specialità
Che Dante me perdona sto pecato
Decado proprio da golosità

Son sicuro però del so bon ocio
Parchè i golosi lu el te ià cassà
A l'Inferno, la zo, drento nel pocio
Ma l'era pocio bon, de bacalà

L'è un pesse che diria quasi de lusso
Parchè l'è un pesse proprio navigà
El nasse ch'el se ciama anca merlusso
El more ch'el se ciama bacalà

Tiremo in pressia alora via i paneti
Che riva la polenta brustolà
E che in sta gran disfida tra poeti
El vinsa ancora lu: el BACALA'

lorette
00mercoledì 20 luglio 2005 09:32


L'orata



Un orata, pescata nel porto
schizza fuori dall'acqua
e parla spavalda: "aoh!"

Misera fuori dall'acqua
fiori rubati dal mare
le sopraciglia dorate.

La canna ch'era col verme
l'ha presa ed ora posata
dal pescatore la guarda
e le sue squame risplendono.

Un lampo prima di finire
nella busta a svenire.
Colta e pescata sul fatto
finita alle olive nel piatto.

Era squisita!

lorette
00martedì 11 ottobre 2005 22:36
COME BARCA

Ora è barca che vele stende
al vento.
Navigherà tra colori cangianti
e onde di favola.
Dolce sarà per voi andare
insieme in questo mare,
anche quando di tempesta
scuro esso si farà tra nuvole
minacciose.
Lottare allora dovrete, uniti, e
dire ai venti: lasciateci andare
per i nostri giorni,fino a quando
tempo di bonaccia ci verrà
incontro e, poi, ancora riprendere
il cammino, sempre insieme,
verso il mistero che un giorno
lontano dovremo attraversare.
I venti vi lasceranno andare,e,
nelle notti, appena sentirete
lo sciabordio dell’acqua che
sfiora il vostro legno;
l’amore non vi darà,infatti,
neppure il respiro di, muti,
assaporare questo firmamento
che vi abbraccia, e, timido
per voi spegnerà qualche sua
stella.
Ognuno tenga stretto
il suo remo
e segua la rotta,
ben sapendo che senza l'altro
sarebbe un andare
alla deriva.
Nel mare dell'esistenza,
seguite il volo del gabbiano,
planerà sul vostro cuore
con la dolcezza dell'amore.
E, guardando l'orizzonte,
fate in modo che
i vostri sguardi s'incontrino,
perchè nessun luogo
è lontano quando si ama.
Ogni alba sarà luce,
ogni giorno sarà gioia,
ogni tramonto sarà promessa,
ogni notte offrirà
un tenero tocco d'amore.
E navigherete
oceani di emozioni,
dove ogni cuore esulta.



[Modificato da lorette 11/10/2005 22.37]

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