14 OTTOBRE

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marco31768
00mercoledì 14 ottobre 2015 21:12
1955

Elvis si esibisce ad Odessa, Texas ("High School field House").

«Allo stato attuale delle conoscenze, non sono emersi articoli di giornali locali che recensirono questo spettacolo. Esistono, però, altre due fonti, entrambe piuttosto attendibili. La prima è il grande Roy Orbison che raccontò che in questa occasione Elvis e Johhny Cash parteciparono al suo programma trasmesso dalla televisione locale "KOSA". Secondo le ricostruzioni, Elvis avrebbe cantato un brano intitolato "He's Got The Whole World In His Hands", in duetto proprio con Roy. La seconda, un piccolo spazio sul giornale "Billboard" che riportava le tappe di questo tour.
Nella stessa serata a Lubbock ci fu l'esibizione di Bill Haley & His Comets e di Hank Snow, in uno spettacolo organizzato dal Colonnello Parker e Jim Ferguson, il manager di Haley. La serata fu aperta da Buddy Holly, che si esibiva con Bob Montgomery e Larry Welborn. Il trio impressionò Eddie Crandall (manager di Marty Robbins) che portò un loro disco dimostrativo alla "Decca Records". Fu questo l'inizio di una carriera luminosissima e leggendaria»
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Dal libro di Sebastiano Cecere "Elvis in concert 1945-1977".

marco31768
00mercoledì 14 ottobre 2015 21:13
1956

Elvis si esibisce a San Antonio, Texas ("Bexar County Coliseum"), alle ore 15 ed alle ore 21.
In totale lo guardarono 10517 spettatori, per un incasso di 17378 dollari globali.
Abiti indossati: completo nero, camicia e scarpe bianche alle ore 15; giacca e camicia verde e scarpe bianche alle ore 20.

«Anche qui i biglietti costavano 1,50 dollari in prevendita e 2 dollari alla porta.
Nonostante l'autunno ormai iniziato, lo spettacolo ebbe luogo in una struttura all'aperto e circa cento iscritti al suo fan club locale, si misero in coda sin dalle sette del mattino per assicurarsi i posti migliori. Quando il manager locale venne a sapere della cosa, permise (eccezionalmente) di aprire i cancelli intorno alle ore 12 affinche si sistemassero e, come ebbe a dire, "scaldassero le corde vocali".
Pat Erlandosn, del "San Antonio Light", scrisse che (in anticipo rispetto a quanto accadeva altrove) il pubblico riservò una caldissima accoglienza a tutti e sei gli artisti di supporto.
Prima dell'esibizione pomeridiana, Elvis partecipò ad una conferenza stampa, durante la quale ricevette alcuni bambini ch avevano vinto un concorso, grazie al quale ebbero modo di incontrarlo. Tra le altre cose gli fu consegnata una placca con l'incisione che recitava: "A Elvis Presley, con riconoscenza per il grande spettacolo che ha fatto per noi - 'Elvis Presley Fan Club' di San Antonio- Ottobre 1956".
Nel corso dell'intervista, al polizia addetta alla sicurezza ebbe non pochi problemi a controllare la foga dei ragazzi che volevano toccare il proprio idolo; diversi vetri di porte andarono in frantumi, mettendo così a rischio la proprioa incolumità e quella degli uomini della sicurezza. Una Cadillac color arancio parcheggiata, fu fatta oggetto del rossetto delle ragazze; a nulla servì dir loro che non era quella di Elvis.
Lo show del pomeriggio iniziò con 15 minuti di ritardo, causa problemi insorti con la sistemazione del pianoforte sul palco.
Dopo la canzone di chiusura, Elvis letteralmente scappò verso una Ford che lo aspettava dietro al palco con Nick Adams e Gene Smith: un reporter cronometrò la sua corsa e scrisse che ci aveva messo esattamente otto secondi ! Questo sistema diventerà lo standard per le uscite di Elvis: per avere un'idea di che cosa stiamo parlando, è sufficiente vedere la sequenza video, quasi "terrificante", alla fine del film "Elvis On Tour" del 1972.
All'indomani degli spettacoli, le recensioni dei giornali locali furono quasi tutte condite da sarcasmo, il che (all'occhio attento dell'osservatore) può sembrare strano rispetto all'accoglienza calorosa che il Texas gli aveva riservato fra il 1954 ed il 1955, negli anni della sua ascesa. Evidentemente il circuito all'interno del quale Elvis si muoveva era cambiato ed i cronisti delle città importanti, avvezzi a ben altri tipi di rappresentazioni, non erano ancora pronti a ciò che il sottobosco della cultura americana, ovvero la provincia proletaria, aveva già imparato a conoscere.
Elvis passò la notte al "Flamingo Motel" (oggi rinominato "Regency"), situato al numero 1131 della Austin Highway. Il mattino dopo tornò immediatamente a Memphis»
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Dal libro di Sebastiano Cecere "Elvis in concert 1945-1977".

































marco31768
00mercoledì 14 ottobre 2015 21:14
1963

Iniziarono le riprese per "Kissin' cousins".

marco31768
00mercoledì 14 ottobre 2015 21:14
1973

Dopo alcuni giorni nei quali non era stato bene per problemi respiratori, rimessosi in sesto, Elvis assiste ad uno spettacolo al "Memphian Theater".

marco31768
00mercoledì 14 ottobre 2015 21:16
1974

Ultimi due spettacoli del mini-ingaggio al Sahara Tahoe Hotel di Stateline, Nevada, per recuperare alcune date eliminate a maggio.
Il dinner show durò 48' ed Elvis indossava il "Mexican Sundial".
Ad oggi non abbiamo alcuna foto e registrazione di questo concerto (in verità, Sebastiano Cecere nel suo libro "Elvis in concert" afferma che esiste una registrazione amatoriale di scarsa qualità audio ma io non ne ho trovato traccia).

Anche nello spettacolo di mezzanotte, Elvis indossò il medesimo abito da scena.
Come nel concerto precedente, non abbiamo alcuna registrazione e immagine a riguardo.

Dal libro di Sebastiano Cecere "Elvis in concert 1945-1977".
«Nonostante il successo accordato dal pubblico, i musicisti di Elvis non furono molto contenti di quello a cui avevano assistito. Le sue condizioni fisiche continuavano a peggiorare, con l'aggravante che nulla sembrava potersi frapporre fra Elvis Eed Elvis stesso.
Duke Bardwell osservò in occasione di questo spettacolo: "Ad un certo punto era lì, in mezzo al palco e mi dette l'impressione che non sapeva neppure dove si trovasse o che cosa avrebbe dpvuto fare. Era semplicemente arrivato alla frutta"»
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marco31768
00mercoledì 14 ottobre 2015 21:16
1975

Originariamente pianificata per luglio, inizia la costruzione dell'edificio da raquetball a Graceland.

marco31768
00mercoledì 14 ottobre 2015 21:21
1976

Dal libro di Sebastiano Cecere "Elvis in concert 1945-1977".

Elvis si esibisce a Chicago, Illinois, allo "Stadium", ore 20,30. Gli spettatori erano 19000 ed Elvis indossò il "White Inca Gold". Lo spettacolo durò 69 minuti.
«Anche in questo caso l‘attesa per l’arrivo di Elvis era molto alta. Il promoter locale annunciò che i biglietti sarebbero stati messi in vendita il 2l set-tembre: trentasei ore prima dell’apertura degli isportelli c’era già una coda di centinaia di persone che non avevano nessuna intenzione di perdersi l’evento. La vigilia fu documentata da un reportage di Michael Miner sul "Chicago Sun Time" del 22 set
tembre.
Come d’abitudine il tour doveva partire di vener dì, quindi il 15 ottobre. In seguito alla grandissima richiesta di biglietti dei fans di Chicago fu necessario organizzare —— in fretta e furia — un secondo spettacolo, che in virtù della fittissima programmazione di Elvis, fu ineluttabilmente organizzato il giorno prima della partenza ufficiale del tour.
Elvis partì da Memphis nel cuore della notte.
Decollò, infatti, a bordo del "Lisa Marie" alle ore 2:20, per arrivare all’aeroporto O’Hare di Chicago alle ore 4:00. Una volta atterrato, andò immediatamente all'"Arlington Park Hilton" (dove erano state prenotate per la sua organizzazione tutte le trentotto stanze dell’ultimo piano) per riposare tutto il giorno. Il personale di servizio dell’albergo riferì che arrivò letteralmente esausto.
Il ritorno in albergo dopo lo spettacolo vide la security di Elvis al centro di un episodio a dir poco imbarazzante. L’"Arlington Hotel" era dotato di un’entrata sotterranea protetta da un cancello. Per
qualche ragione non meglio chiarita, pochi minuti prima che la vettura con Elvis a bordo tornasse dallo spettacolo, la guardia preposta si allontanò e fu così impossibile entrare. I fans, che avevano stazionato fuori dall’albergo per tutta la giornata nella
speranza di riuscire a vedere Elvis, assalirono pacificamente l’automobile. “Elvis mi guardò sogghignando”, ricorda Dick Grob. “E mi chiese che cosa avevo intenzione di fare. Ridendo a mia voltam dissi che la colpa era di Sam Thompson, il quale disse che non se ne parlava neppure e che — ovviamente — la colpa era della guardia preposta che si era allontanata. Decidemmo così di allontanarci e andammo alla prima stazione di servizio, da dove telefonai in albergo. Purtroppo era impossibile trovare tanto la guardia che le chiavi. Al che Elvis decise che era ora di passare dall’entrata principale. Faticammo un po’ a proteggerlo dall’assalto dei fans, ma alla fine ce la facemmo”.
Sull’edizione del 15 ottobre del "Chicago Tribune", Lynn Van Matre scrisse: "Parlando di concerti veri e propri, il nostro stadio ha visto di meglio. Ma se si parla di eventi, questo è stato veramente unico. Il concerto di Elvis Presley è una cosa a sé: in parte musica, in parte nostalgia, in parte carnevale”.
Lo spettacolo fu ancora caratterizzato da alcuni problemi con l’impianto audio, tanto che durante la prima parte fu difficile sentire la voce di Elvis.
Van Matre scrisse: “A un certo punto è sembrato che Elvis non sapesse più che cosa fare. Ha così iniziato a lanciare foulards nel pubblico”.
Naturalmente non mancarono i grandi momenti di intrattenimento, proprio quelli che lo hanno reso leggendario. La sensibilità femminile di Cynthia Dagnal del "Sun Times" ne fu letteralmente tra
volta, e così descrisse la scena: “Una ragazza dal fisico spettacolare, con vestito aderentissimo si è avvicinata al palcoscenico. Lui l’ha guardata e lentamente, molto lentamente, si è inchinato verso di lei. Così lentamente che a un certo punto potevi
sentire battere ogni cuore femminile dello stadio. Le ha dato una di quelle sue incredibili occhiate sexy e con quella voce che arrivava direttamente dallo stomaco le ha chiesto: ‘Tesoro, che cosa hai in
mente?’. Poi, sorridendo ha detto: ‘No, non posso quello, cara, ci sono un sacco di bambini qui’. Quando l’ha baciata il batticuore che tutti sentivamo si è trasformato in un tornado. Quel ragazzo non ha
bisogno di fare nulla... È così straordinario...”
In quei giorni, il grande George Harrison si tro-vava a Chicago per promuovere il suo album "Thirty Three Aand ⅓". Rilasciò un’intervista alla radio WGN: “Qualche settimana fa ero a Las Vegas con Alvin Lee [cantante e chitarrista dei Ten Years After, N.d.A.] e stavamo guardando un video-tape di Elvis, dove cantava con una grande orchestra con fiati e tutto il resto. In questo video faceva le sue
figure da karateka. Penso che potrebbe inserire nel
suo spettacolo il mio brano "Beautiful Girl”.
Presentando l’orchestra, arrivò il momento in cui Elvis e John Wilkinson eseguivano "Early mornin' rain". John attaccò il brano in tonalità di DO, ma dopo poche battute Elvis lo interruppe: “Ferma un
momento. Amico, puoi farla in tonalità più alta? Non sono J.D. Sumner... Sono cresciuto”. Natural-mente il brano fu ripreso dall’inizio, in chiave di RE».










Esiste una registrazione soundboard di questo concerto che esordì nel CD bootleg del 1999 CHICAGO BEAT, su etichetta "Live Archives".


Nel 2010, la FTD lo pubblicò a livello ufficiale nel doppio CHICAGO STADIUM.
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