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Classe 1976, originario di Castel San Pietro in provincia di Bologna, figlio d'arte (suo padre Roberto era un cecchino in serie B soprannominato Mitraglia), Ravaglia aveva compiuto tutta la trafila nelle giovanili della Virtus Bologna. Fu mandato nella stagione 1994/95 a farsi le ossa in B1, a Cento, dove stupì tutti per come si ambientò in fretta a soli 18 anni ma soprattutto per come era in grado di giocare con disinvoltura in un campionato così difficile, che lo vide protagonista. Nel '95 andò in prestito a Varese, dove ha esordito in serie A1 a 19 anni esplodendo immediatamente grazie alle sue ottime doti di play-guardia: tornato nel dicembre '96 alla Virtus vinse una Coppa Italia da titolare nel '97 prima di infortunarsi gravemente al ginocchio e rimanere fermo quasi due anni, fino all'ottobre '99 quando arrivò la chiamata di Cantù dove Ravaglia in due mesi rinaque cestisticamente. A soli 23 anni è scomparso colui che a poco a poco stava conquistando tutti i tifosi canturini con le sue "bombe" da tre punti ed i suoi show che regalava al pubblico. Sempre pieno di carica agonistica e di voglia di scherzare, Chicco ha infiammato il Pianella fino ai suoi ultimi momenti diventando il beniamino dei canturini. Quella era la sua miglior stagione in Serie A: stava viaggiando ad una media di 8,8 punti per sera giocando costantemente in quintetto base. La sua carriera termina purtroppo a soli 23 anni dopo aver fatto 23 punti nella sua ultima partita, morendo una notte tristissima del 23 dicembre 1999. A Cantù nessuno si dimenticherà di lui.
"Ritengo di aver perso non un giocatore, ma quasi un figlio adottivo. Suo padre me lo affidò questa estate e lui stesso, lo sfortunato Chicco, proprio l'altra sera mi riconobbe questo ruolo. Un ruolo che ho cercato di ricoprire nel migliore dei modi. Con Enrico, è un qualcosa di me -e di molto grande- che se ne va. Una sensazione davvero di vuoto assoluto. Chicco serebbe rimasto con noi anche nella prossima stagione, e forse qualche anno in più. Con il padre avevamo già raggiunto l'intesa. Non ci sarebbe mai stato un problema di soldi. Ravaglia era uno dei nostri, a Cantù aveva trovato il suo ambiente ideale." (Francesco Corrado)
Con le lacrime agli occhi, ciao Chicco...
Due minuti più tardi la Juventus si porta in vantaggio: Zalayeta riceve palla al limite dell'area e lascia partire un tiro potente, che colpisce la traversa e varca la linea di porta (0-1).
[Modificato da Davide 23/12/2006 20.41]