pescostrano
00giovedì 28 ottobre 2004 19:29
è ancora notte, le strade del paese si attraversano in un attimo a quest'ora e via, in autostrada.
i chilometri si avvolgono sulle ruote insieme alle sigarette ma c'è poco tempo per pensare che il fumo, in fondo, fa male.
la nebbia leggera avvolge i campi appena sotto il livello stradale; solo la, dove si incrociano i fiumi, si addensa la nebbia che, come colata di cemento liquido, avvolge i pioppi sino a metà chioma.
prima il Ticino, poi il Po. il grande fiume, nella notte, scorre placido e lento, mica come certe giornate rabbiose che l'acqua resenta gli argini.
solo un momento per pensare che è fine ottobre e della solita piena autunnale neanche le avvisaglie. autogrill nei monti per un caffè veloce e via verso Spezia. ci attende un mare da pescare.
nella macchina, speranzoso, un frigo portatile perchè ... perchè non si sa mai.
poi genova nelle luci dell'alba, poi la riviera di levante che scorre veloce tra gallerie e tratti di autostrada sospesi come su un filo. si intravede il mare coi chiarori del mattino; quelli che non è ancora giorno ma in cui la luce basta a dirti che non ha voglia di diventare grosso.
ultimo autogrill, raddoppio di caffè, e via ancora verso la destinazione finale.
finalmente, scesi dall'auto, si respira aria di mare. Un autunno strano quest'anno, dolci le temperature della notte, addirittura fastidiose quelle del giorno dato che, dettato più dalle date che dal clima, hai il solito maglione addosso.
saluti frettolosi col capitano della barca, stipati i panini, si parte.
a prua, neanche fossi Nelson a Trafalgar, scruto il mare. il sole è all'angolo sinistro del porto, basso come tutte la mattine di autunno.
Bisogna uscire 6 / 7 miglia per mettersi in pesca. la barca scorre veloce su un mare che ha poca onda. il vento in faccia, quello prodotto dal movimento della barca, è sufficiente a scompigliare i capelli e buttarti in faccia qualche schizzo d'acqua salata.
finalmente, ora, si calano le canne. traina allegara a 5 / 6 nodi, le piume, a tra i 30 ed i 50 metri dalla poppa, saltano nella scia della barca, il sole è poco più alto ed i fili, inusualmente grossi per me pescatore di fiume, sono facilmente visibili e danno lampi colore del sole.
qualche onda, creata da chissà quale lontano bastimento, ferma per un attimo l'andamento regolare della barca, il motore poi riprende il suo andare creando così una sorta di tira e molla che è sufficiente, evidentemente, a scatenare l'istinto predatorio del pesce.
il rumore sordo e costante dell'entrobordo viene rotto da un sibilo frenetico. è la canna di destra che è partita. sebbene sia il tempo d'un batter di ciglia, tutti si muovono, tutti si girano. la canna piegata rimane, per quell'attimo e prima che qualcuno la imbracci, in balia di una forza poderosa che scarica metri e metri di filo dal mulinello. balenano per la testa di ognuno mille pensieri: che pesce sarà, quanto sarà grosso, lo tireremo in barca?
.... ma la domanda non avrà risposta!
era solo un sogno, un dolcissimo sogno.
e se anche non ha dato risposta lascio a voi del forum, che vi intendete di queste emozioni, pensare a cosa potesse mai essere.
a me è bastata come emozione di una notte.... che a voi basti come emozione da un minuto di lettura!
buon vento carissimi amici.