Anch'io ce l'ho una storia da raccontarvi.
Un mio compagno di classe alle superiori. Eravamo amicissimi, studiavamo sempre insieme, ascoltavamo la musica e facevamo grandi discorsi su di noi e sul mondo.
Eravamo molto vicini, ma anche molto diversi.
Lui aveva un'educazione aperta e moderna, era figlio di una coppia di intellettuali (suo padre è uno scrittore) e a 14 anni faceva già le vacanze da solo in interrail in giro per l'Europa.
Io invece andavo al mare con mamma e papà (ci sono andata fino all'università) ed ero una ragazzina tranquilla e studiosa.
Era un tipo sveglio: sapeva un mucchio di cose e aveva una gran proprietà di linguaggio.
Era sempre a casa da solo. A casa mia invece c'era sempre la mamma.
Ci siamo frequentati per un paio d'anni così, in grandissima amicizia.
Forse un pò mi piaceva, ma ero timida e mi pareva troppo emancipato per me.
Non sapevo bene cosa pensasse lui, ma mi pareva interessato solo ad un'amicizia.
Così non è successo mai niente.
All'università, dopo un bel pò di tempo che non ci frequentavamo più, lui mi ha cercata e siamo usciti una sera. Non abbiamo fatto niente di particolare, ma siamo stati bene. Ci siamo raccontati molte cose dell'Università: io studiavo fisica, lui giurisprudenza.
Mi ha accompagnata a casa in Panda, ci siamo salutati con un abbraccio.
Poi non ci siamo più rivisti, nè sentiti.
Qualche tempo dopo, parlando con una mia amica di scuola, sono venuta a sapere che lui in passato le aveva confidato di avermi voluto bene, più o meno.
[Modificato da fiat lucis 23/08/2006 12.53]