L'Italia riconosce ufficialmente la Chiesa Ortodossa Rumena

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admintdg3
00venerdì 16 settembre 2011 14:44
Riunisce la maggior parte dei fedeli romeni in Italia. Il riconoscimento giuridico dà il via alle agevolazioni fiscali ed è un primo passo verso la stipula di un’intesa (otto per mille compreso)


Roma – 14 settembre 2011 - Lunedì scorso Lo Stato Italiano ha riconosciuto giuridicamente la Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, che nella Penisola rappresenta la Chiesa Ortodossa Romena e tra i suoi fedeli annovera la maggior parte dei romeni (oltre un milione) che vivono qui.



La procedura per il riconoscimento è durata quasi due anni e porta con sé una lunga serie di vantaggi. La Chiesa Ortodossa Romena potrà ad esempio acquistare e possedere beni a proprio nome in Italia e godere di diverse agevolazioni fiscali. È inoltre un prima passo verso la stipulazione di un’intesa con lo Stato Italiano che, tra le altre cose, aprirebbe la strada al beneficio dell’otto per mille.

La Diocesi Ortodossa Romena d’Italia è cresciuta di pari passo con l’immigrazione romena, conta 157 parrocchie e aveva chiesto il riconoscimento nell’autunno del 2009. Ieri ha diffuso una nota ufficiale in cui saluta il “coronamento all’impegno e al sacrificio di coloro che hanno posto le basi delle prime comunità ortodosse rumene in Italia e di tutti coloro che ne hanno continuato la missione pastorale, sacerdoti e laici, conducendola fino allo stato odierno”.

“Il riconoscimento della nostra Diocesi – aggiunge - rappresenta, parimenti, il riconoscimento della presenza di oltre un milione di Romeni ortodossi sul territorio italiano, il quale cerca di vivere e testimoniare il proprio credo e la propria tradizione, custodendo la sua identità di fede e di popolo, e allo stesso tempo integrandosi con la realtà in cui gli è dato di vivere”.

www.stranieriinitalia.it/attualita-l_italia_riconosce_ufficialmente_la_chiesa_ortodossa_romena_13...
Giandujotta.50
00venerdì 16 settembre 2011 15:17
C'è da sperare che i rumeni di fede ortodossa presenti in Italia, quando tornano al loro paese oltre alla pregiata valuta portino anche il piu pregiato insegnamento di tolleranza religiosa.
silvios64
00venerdì 16 settembre 2011 15:25
Re:
Giandujotta.50, 9/16/2011 3:17 PM:

C'è da sperare che i rumeni di fede ortodossa presenti in Italia, quando tornano al loro paese oltre alla pregiata valuta portino anche il piu pregiato insegnamento di tolleranza religiosa.




Ciao, perchè scrivi questo?

Ritieni che i rumeni abbiano intolleranza religiosa?

Io ho avuto rapporti bellissimi con rumeni ortodossi. Hanno una fede e una tradizione molto profonde.
Non ho mai trovato in loro alcuna intolleranza religiosa.
Sono contento che, dopo secoli di incomprensioni e mancanza di dialogo, ci siano finalmente questi atti concreti verso la comunione.
Amalia 52
00venerdì 16 settembre 2011 16:17
Re: Re:
silvios64, 16.09.2011 15:25:




Ciao, perchè scrivi questo?

Ritieni che i rumeni abbiano intolleranza religiosa?

Io ho avuto rapporti bellissimi con rumeni ortodossi. Hanno una fede e una tradizione molto profonde.
Non ho mai trovato in loro alcuna intolleranza religiosa.
Sono contento che, dopo secoli di incomprensioni e mancanza di dialogo, ci siano finalmente questi atti concreti verso la comunione.



Romania
Anche se i Testimoni di Geova avevano ottenuto il riconoscimento giuridico nel 1990, non erano stati inclusi nell’elenco delle religioni riconosciute stilato dal governo nel 1997. Per questa ragione i fratelli non potevano costruire Sale del Regno e non veniva loro concessa l’esenzione dal servizio militare, diritti di cui godono i membri delle altre religioni riconosciute. La Corte Suprema della Romania aveva ordinato al governo di riconoscere i Testimoni di Geova come religione, ma il governo si era opposto ripetutamente. Nel marzo del 2006, sotto gli auspici della Corte europea dei diritti dell’uomo, il governo ha accettato di giungere a un accordo con i Testimoni, mettendo fine a una battaglia legale protrattasi nove anni. Le autorità hanno concesso alla nostra organizzazione “tutti i diritti e i doveri previsti dalla legge” relativa alle religioni riconosciute.

Fonte:yb 07
Amalia 52
00venerdì 16 settembre 2011 16:19
La prima Sala delle Assemblee della Romania, costruita a Negreşti-Oaş, ha 2.000 posti a sedere nella sala principale e 6.000 in un anfiteatro all’aperto. Il fratello Lösch fu felicissimo di essere invitato per il discorso di dedicazione, che pronunciò in romeno. Oltre 90 congregazioni di cinque circoscrizioni avevano partecipato ai lavori. Ancor prima della dedicazione della Sala, nel luglio 2003 vi fu tenuta un’assemblea di distretto cui assisterono 8.572 persone. Comprensibilmente la Sala delle Assemblee era un argomento scottante per la comunità ortodossa locale. Ma non tutti i commenti furono negativi. Anzi persino alcuni preti elogiarono lo spirito volenteroso dei fratelli. [SM=g28002]

Fonte:yb 06
Amalia 52
00venerdì 16 settembre 2011 16:26
In Romania i preti della Chiesa Ortodossa spesso si infuriano contro i Testimoni. Ma non possono impedire a Geova di benedire il suo popolo per l’amore che esso mostra per il suo nome. Un sorvegliante di circoscrizione scrive:
“Insieme alla congregazione locale, andammo in servizio in una zona rurale. C’erano un centinaio di fratelli. Affittammo un autobus e ci addentrammo per una cinquantina di chilometri nelle campagne, fino a raggiungere un piccolo paese. Lì invitammo molte persone al discorso pubblico che si sarebbe tenuto nella Sala della Cultura. L’adunanza era appena iniziata quando arrivò il prete ortodosso per disturbare l’adunanza. Gli agenti di polizia cercarono di impedirglielo, ma il prete non si diede per vinto. Riuscì a interrompere l’adunanza mandando in frantumi la porta a vetri dell’ingresso principale. Comunque molti abitanti del luogo disapprovarono il comportamento del prete. Allora si poté dare una completa testimonianza a tutti i presenti e fu distribuita molta letteratura”.

Purtroppo in alcune località del paese ci sono pochissimi Testimoni. Quando un pioniere regolare arrivò per la prima volta nel distretto di Olt, trovò solo nove fratelli in tutto il distretto e un vasto territorio in cui predicare. Dopo un anno il numero dei Testimoni era salito a 27, cinque dei quali erano proclamatori riattivati. Il pioniere trovò alloggio nella città di Corabia, dove non c’era nemmeno un Testimone. I Testimoni erano lì da 45 giorni soltanto, quando il parroco protestò alla radio di Craiova per la loro opera.

Disse che avevano “invaso” la città di Corabia diffondendovi le loro dottrine e cercando di convincere la gente a cambiare religione. Gli attacchi continuarono, con l’intento di fermare l’opera e mettere in cattiva luce i Testimoni in quella zona. Il culmine fu raggiunto mentre i fratelli erano a Bucarest per l’assemblea di distretto. Il parroco ortodosso di Corabia fece un minaccioso annuncio in chiesa dopo la funzione: “Dobbiamo partecipare tutti a una marcia di protesta per indurre la polizia ad agire contro i Testimoni, che hanno infettato tutta la zona con le loro pubblicazioni e hanno avvelenato la gente”. Ma proprio la notte prima che si tenesse la manifestazione prevista, accadde qualcosa di insolito. Un gruppo di vandali devastò la cattedrale e la Sala civica della Cultura. Così la marcia di protesta non ebbe mai luogo!
Fonte:w 1/1/93
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