PESCA NEWS ^_^

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lorette
00giovedì 5 gennaio 2006 17:52
MONTE ARGENTARIO, PESCHERECCI FUORILEGGE

New 03-01-2005

Nelle acque dell'Argentario, in prossimità di Punta di Talamone, la Guardia Costiera di Porto S. Stefano nelle notti dei giorni scorsi ha eseguito delle operazioni di tutela e protezione delle risorse ittiche ambientali, durante le quali sono stati sorpresi e multati per una cifra complessiva di 2.064 euro - con sequestro delle reti e dei divergenti - due motopescherecci dediti alla pesca a strascico in forza a Porto S.Stefano. Le imbarcazioni sono state sorprese alle due di notte, a 1,5 e a 2,75 miglia da Talamone, su fondali di 35 metri e 44 metri, quindi in aree non consentite a tale attività.

In questi giorni i prezzi applicati al dettaglio dei prodotti ittici sono in aumento per l'incremento stagionale della domanda dovuta alle festività, di conseguenza le risorse marine sono sottoposte ad un intenso prelievo, che purtroppo spesso sfociano in atti di pesca sconsiderata e bracconaggio. Sono giorni di intenso lavoro per le autorità preposte alla vigilanza, grande è l'impiego di uomini e mezzi della Guardia Costiera. Chiare le direttive della direzione Marittima di Livorno, che ha disposto l'intensificazione delle attività di vigilanza.

Il problema dello strascico sottocosta nelle acque del Parco della Maremma è un fenomeno di illegalità sempre più preoccupante: da ottobre ad oggi ci risultano non meno di 5 imbarcazioni della flotta di Monte Argentario (una trentina di pescherecci) sorprese a strascicare di fronte a Talamone su batimetriche comprese tra i 18 ed i 45 metri. Purtroppo, le sanzioni previste dall'ordinamento giuridico sono di entità tale da non costituire un vero deterrente rispetto a questa attività altamente distruttiva e per questo illecita, ma sicuramente redditizia per chi la pratica.

lorette
00domenica 8 gennaio 2006 15:34
Pescatore muore a Diano

Sanremo 07/01/2006



lorette
00domenica 8 gennaio 2006 15:41

Imperia: pescatore muore annegato

07/01/2006



lorette
00martedì 10 gennaio 2006 20:00
Questa e una new di agosto in Sardegna ,che vi posto ugualmente ,
perchè mi sta a cuore i danni che provocano le spadare.

11/08/2005

News Campagna Pesca
14 Km di spadare sequestrate in Sardegna

Il WWF Italia plaude all’operato della Guardia di Finanza che ha sequestrato quattordici chilometri di spadare oltre ad una rete lunga più di quaranta metri, utilizzata per la pesca a strascico, ad un peschereccio sorpreso a pescare a undici miglia al largo di capo Corallo, in Sardegna.

L’ennesimo episodio che conferma le preoccupazioni del WWF che da tempo segnala la presenza nei nostri mari di imbarcazioni che effettuano la pesca illegale.

L’azione della Guardia di Finanza e delle altre forze di Polizia oltre a reprimere e a prevenire gravi danni ambientali è anche una sicurezza verso gli operatori della pesca onesti e a cui sta a cuore la sorte dei nostri mari. La pesca illegale è una delle principali minacce alla biodiversità del Mediterraneo, già sofferente per l’inquinamento, il riscaldamento globale, l’impatto diretto e indiretto delle attività dell'uomo. Le spadare possono provocare la morte di delfini e di altre specie marine vulnerabili.



lorette
00domenica 15 gennaio 2006 19:22
TEMOLO RUSSO

80 kg!!!!! ma non hanno esagerato un po' sti giornalisti?



lorette
00sabato 11 febbraio 2006 18:22
Omicidio del pescatore,
il killer ha sbagliato bersaglio?

NEW 09-02-2006


Ucciso da un proiettile di piombo con la punta spaccata a croce in quattro parti, affinché i frammenti sortissero con certezza l’effetto mortale. Sopravissuto per dieci, dodici, forse quindici secondi. Poi la fine. E’ stato assassinato così Massimiliano Trombin, il pescatore quarantenne di Ariano Polesine (Rovigo), freddato a Taglio di Po domenica pomeriggio e in un primo momento scambiato per una vittima della strada. Il risultato dell’esame autoptico reso noto ieri pomeriggio parla chiaro, mentre oscuro rimane il movente di un omicidio premeditato con perizia e al contempo consumato alla luce del sole, a ridosso della statale Romea, la strada principale che attraversa il Polesine e che ospita quotidianamente il traffico ordinario e pesante.
Dalla vita privata della vittima non emerge nessun elemento di rilievo: single, viveva con la madre, nessuna donna, nessuna compagnia fissa se non un paio di amici che frequentava nel weekend, nessun locale preferito, qualche rarissima serata in discoteca e un posto di rilievo nella locale associazione dei pescatori. Scartato il movente passionale, praticamente insostenibile, l’attenzione di tutti si rivolge proprio agli ambienti della pesca, anche se gli investigatori negano fermamente che vi sia, tutt’oggi, una pista più battuta di altre. Ma il paese è piccolo, la gente mormora e i pescatori sono noti per la loro efferata forza vendicativa da queste parti. Così, mentre vige il riserbo sull’inchiesta, la “vox populi” insinua ipotesi gravi, come il fatto che la vittima designata dell’esecuzione travestita abilmente da incidente, non fosse Massimiliano. Comunque sia, appare impossibile oggi pensare che il delitto sia maturato in un ambiente diverso da quello della pesca. Generosamente popolato ma altrettanto copiosamente defraudato delle sue risorse naturali, l’Adriatico è infatti da anni oggetto di pesca di frodo e teatro di violenti scontri tra i “padroni delle reti”. Le aree di pesca sono ben definite, come pure i tempi da rispettare per consentire la ripopolazione del mare, nel rispetto del ciclo della natura. Questo rispetto significa però mancato guadagno e poco conta che i finanziamenti dell’Unione Europea non manchino per garantire un equilibrato sfruttamento delle risorse: i pescatori spesso agiscono di frodo, di notte, a bordo di barchini velocissimi, con reti a strascico, benché rigorosamente vietate perché sfasciano la flora del fondo che serve da sostentamento alla fauna marina. Un passaggio in uno spicchio di mare di “proprietà” altrui e lo sgarro scatena il far west. Già in passato, tra il Polesine e Chioggia, si sono verificate sparatorie in mare aperto e qualcuno, per un pugno di vongole, ha già perso la vita. Ecco perché, da queste parti, che la vittima sia un pescatore, non può apparire come una semplice coincidenza.




[Modificato da lorette 11/02/2006 18.31]

lorette
00sabato 11 febbraio 2006 18:51
Pubblicato il 02/02/2006

Strano ma vero

Paraguay, pescato pesce con mani e piedi


Come in un film di fantascienza dove si parla di esseri mutanti due pescatori paraguaiani sono rimasti sconcertati dall'animale acquatico rimasto attaccato alla loro lenza.
Lo strano pesce, infatti, una volta messo a terra si è sollevato ed ha tentato di tornare in acqua con i suoi piedi.
Lo strano fatto, riportato da un giornale sudamericano, sarebbe accaduto sulle rive del fiume San Rafael nelle vicinanze della capitale del Paraguay, Asuncion.
Secondo la testimonianza dei due pescatori la creatura avrebbe anche delle mani rudimentali. Cosa che avrebbe spaventato moltissimo i due uomini che hanno confidato di aver portato l'animale a casa ma senza riuscire a spiegarsi di cosa si tratti. Che sia una piccola sirena d'acqua dolce?

Pesce con mani e piedi pescato in Paraguay?




L’allucinante notizia della pesca di un pesce con mani e piedi, ai limiti della fantascienza,
rientra nei confini di una realtà che
- benché strana - appartiene al nostro mondo.

Il pesce in questione appartiene alla bizzarra specie dei
Rhinochimeridae.

Si tratta di pesci che normalmente vivono a grandi profondità, lontanamente imparentati con gli squali,
che impiegano i loro lunghi musi per scavare
nel fondo marino per trovar di che cibarsi.

Che poi questo, una volta pescato, abbia cercato di
ritrovare la via marina avvalendosi delle singolari
pinne di forma somigliante (vagamente!)
a mani e piedi semrba abbia suscitato grande stupore
(e schifo) tra i pescatori.

Lo strano fatto, riportato da un giornale sudamericano,
sarebbe accaduto sulle rive del fiume San Rafael
nelle vicinanze della capitale del Paraguay, Asuncion.



[Modificato da lorette 11/02/2006 19.02]

lorette
00lunedì 22 maggio 2006 10:13

Nel Gabon: un pesce che va a caccia dall'acqua alla terra.

News Aprile 2006



lorette
00lunedì 22 maggio 2006 10:23
Nati a febbraio 2006
allo zoo di Basilea pesci preistorici!


Svizzera.
Lo zoo di Basilea ha annunciato la nascita di sei Polipteri, pesci muniti sia di branchie che di polmoni, la cui prima apparizione risale ad oltre 70 milioni di anni fa all'epoca dei dinosauri. I genitori hanno decine di anni. I pesci Polypterus vivono nei fiumi e nei laghi africani. Il corpo siluriforme è coperto da varie serie di scaglie (squame) talmente robuste da sembrare una corazza.

Fonte ADNKRONOS

lorette
00venerdì 2 giugno 2006 10:52





VIETARE I PESCI ROSSI NEI LUNA PARK IN LOMBARDIA

Pesci rossi proibiti nei luna park

Pesci rossi, addio.

Maggio 06



Almeno dalle lotterie dei luna park della Lombardia. La commissione Sanità del Consiglio regionale ha infatti approvato un progetto di legge sul randagismo che vieta, tra l'altro, di usare animali come premio in giochi e lotterie, inclusi i pesci rossi. Il testo di legge ora dovrà essere approvato dal Consiglio.

City Milano, 19 maggio 2006


lorette
00lunedì 26 giugno 2006 11:56
Un quattordicenne muore a causa di un pesce velenoso
dal colpo di coda di una razza a pochi metri dalla spiaggia

lunedì 26 giugno 2006


Una razza (Epa)

È GIALLO in Costa Smeralda sulla morte di un ragazzino di 14 anni, Michele A., di Genova, avvenuto nelle acque di fronte al Cala di Volpe. Michele, in vacanza in Costa Smeralda, stava facendo il bagno con altri due bambini vicino al tender dello yacht in cui vi era anche la mamma che l'ha aiutato: aveva una ferita di un centimetro e mezzo all'altezza della pancia. I marinai hanno portato a terra Michele A. che è stato subito soccorso. La ferita è stata tamponata, ma le condizioni del ragazzo si sono aggravate in pochi minuti: è morto, infatti, dopo circa mezz'ora, poco prima delle 17 di ieri. Sul luogo oltre ai soccorsi sono giunti i carabinieri della Compagnia di Olbia, guidati dal capitano Gaspare Giardelli, per accertare le modalità del decesso mentre la Procura di Tempio Pausania ha aperto una inchiesta diretta dal procuratore Valerio Cicalò. Ieri pomeriggio Michele stava facendo un bagno di fronte alla spiaggia di Liscia Ruia, si era allontanato col tender dello yacht per fare un bagno a meno di 100 metri dalla spiaggia. Con lui vi erano anche altri due bambini più piccoli che sono stati sentiti dagli inquirenti per ricostruire il fatto. Sono stati i marinai ad accorgersi di quanto accaduto. Issato sulla imbarcazione, Michele perdeva sangue dall'addome. Da Liscia Ruia lo yacht si è diretto verso l'approdo più vicino, quello del Cala di Volpe. Tempestivo l'intervento del 118 il cui personale ha cercato, ma inutilmente, di rianimarlo con l'utilizzo anche del defibrillatore. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Porto Cervo e di Olbia. I militari hanno raggiunto subito lo yacht e grazie alla collaborazione del personale della Capitaneria di porto sono state effettuate anche delle immersioni nelle acque dove è avvenuto l'incidente per trovare una eventuale arma, o una fiocina, o un oggetto che possa aver ferito mortalmente il giovane bagnante. Le immersioni dei sub sul fondale nel quale è stato mortalmente ferito Michele A. non hanno consentito di trovare alcuna arma o fiocina o oggetto acuminato tale da causare quel tipo di ferita (dritta, liscia e priva di abrasioni) che è stata riscontrata nell'addome del giovane turista. Fra gli inquirenti si fa anche l'ipotesi che a cagionare il piccolo taglio possa essere stata la coda di una razza. Una certezza si potrà, comunque, avere solo dopo l'autopsia che è stata disposta per oggi dal procuratore di Tempio Pausania, Valerio Cicalò. Sarà, quindi, il medico legale nominato dalla magistratura locale a dare una certezza o meno all'ipotesi di una «sciabolata» causata dal pesce. Si cercheranno infatti tracce di veleno o altri elementi che possano avvalorare questo tipo di ferimento che ha portato rapidamente al decesso il ragazzo.



lorette
00lunedì 26 giugno 2006 21:03
Morto dopo bagno: emorragia interna

Costa Smeralda, autopsia su 14enne
Perforazione della vena e dell'arteria iliache e conseguente emorragia interna. E' questa la causa del decesso del 14enne genovese deceduto domenica sulla spiaggia di Cala di Volpe, in Costa Smeralda, in base alle risultanze dell'autopsia effettuata all'ospedale di Arzachena. Resta da stabilire cosa abbia perforato il ventre del giovane: ancora possibile l'ipotesi de l pungiglione velenoso della coda di una razza.

Da quanto risulta dall'esame autoptico, la ferita che il giovane ha riportato sull'addome ha un foro di entrata molto piccolo, di mezzo centimetro, ed una profondità di 12 cm.


lorette
00mercoledì 12 luglio 2006 17:57
Ecco il Narvalo, la balena con il corno
Lo spuntone può arrivare fino a 5 metri

12.07.2006



Un «corposo» unicorno marino?
Una balenottera con un chiodo fisso?
Questi i possibili interrogativi nell’incrociare
la rotta di un Narvalo (secondo la dizione latina
«Monodon monoceros»). La ragione di tanta
apparente impudenza è il curioso spuntone
che parte da quella che su un viso umano
chiameremo «fronte» di questo curioso membro
della famiglia dei cetacei.
Le sue misure variano dai 3 ai 5 metri –
al livello dei grandi Leviatani del mare, quindi –
e ha eletto la propria residenza nella zona
del mare Artico. Quello che appare come un corno
è in realtà un dente,un enorme “incisivo”
che curiosamente cresce all’esterno
del corpo del mammifero, fino a raggiungere
la dimensione di due metri. Tralasciando la faceta
ipotesi che buone cure odontotecniche –
magari con l’applicazione di
un apparecchio correttivo –
avrebbero anche potuto evitare
l’inconveniente estetico, viene spontaneo chiedersi
quale possa essere la funzione di
simile appendice. Già nel 18° secolo si
era sviluppato un fiorente mercato avente
ad oggetto il corno, cui veniva effettivamente
riconosciuta una radice mitologica comune
a quella dell’unicorno. In particolare si pensava
che l’estratto del corno avesse forti poteri taumaturgici,
soprattutto con effetto inibente dei veleni.
Molti corni di Narvalo sono conservati
in vari musei europei, e addirittura a
controprova dell’assunto,
il Kunsthistoriches Museum di Vienna
ospita tra i suoi reperti più pregiati
una coppa immunizzatrice dai veleni
in corno di unicorno (in realtà chiaramente narvalo – ndr).
Allora non era quindi ben chiara
la effettiva natura della propaggine.
Secondo alcuni essa era un’arma.
In 20.000 Leghe sotto i mari lo stesso
Nautilus del capitano Nemo viene
in principio scambiato, a prima vista –
per un narvalo gigantesco, almeno nel momento
in cui sperona un piroscafo. La validità della ipotesi
è fugata dalla evenienza che non tutti gli esemplari
della specie sono dotati di corno, il che suggerisce
che esso non poteva avere una funzione essenziale.
Recentemente un contributo particolare è stato fornito
da dottor Martin Nweeia, un dentista (proprio così!)
del Harvard Medical School's dentistry department ,
il quale ha condotto un accurato esame della
struttura interna del corno, rivelando –
sulla base di quanto appreso – che potrebbe trattarsi
di un organo sensoriale. Apparentemente
il dente/ corno è pieno di terminazioni nervose,
pare più di dieci milioni,e sarebbe in grado di
fornire un utile aiuto al cetaceo
nella navigazione delle acque polari
(temperatura, pressione, salinità).
E’ lo stesso tipo di propaggine che
completa la silhouette dei più
moderni aerei sperimentali,
che hanno sul muso una sorta
di spillone-rivelatore delle
condizioni atmosferiche.
Se la tesi del dottor Nweeia non risponde
alla domanda del perché non tutti
i narvali ne siano dotati, è abbastanza
plausibile da permettere di azzardare
che almeno parte dell’enigma evolutivo
del curioso animale sia stato svelato.


lorette
00venerdì 14 luglio 2006 08:12
TORNANO MOTOSCAFI KILLER

13/7/2006



Eolie: sub ucciso da yacht "pirata"
Il corpo è stato dilaniato dalle eliche

Il sommozzatore, che aveva regolarmente il
palloncino segnalatore, è stato dilaniato
dalle eliche di una grande imbaracazione poi scappata.

La Guardia Costiera setaccia le Eolie
Un testimone ha visto la barca lunga 15 metri
dirigersi verso Filicudi.
Ricerce in tutte le isole Eolie


Drammatico incidente alle Eolie: un subacqueo,
Mauro Falletta, è stato travolto e ucciso da
uno yacht "pirata", a cento metri dalla costa
dell'isola di Vulcano. Lo ha riferito un testimone
che ha dato l'allarme alla Guardia Costiera.
Il corpo della vittima, dilaniato dalle eliche dei motori,
è stato recuperato dalla Capitaneria di Porto
e trasferito a Lipari. Immediatamente sono scattate
le ricerche dell'imbarcazione "pirata".

Secondo una prima ricostruzione il sub era legato
a un palloncino di segnalazione, la cui corda
è stata tranciata. Immediatamente sono scattate
le ricerche dell'imbarcazione "pirata",
che secondo il testimone sembrava diretta verso Filicudi.
Fino a questo momento, però, non hanno dato alcun esito.
La Guardia Costiera ha così deciso di estendere
i controlli a tutto l'arcipelago delle Eolie.


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[Modificato da lorette 14/07/2006 8.24]

lorette
00venerdì 14 luglio 2006 21:08
Nuovo incidente in mare:

14 Luglio 2006

ANCORA UN SUB UCCISO A PONZA

sub ucciso dalle eliche
di un gommone a Ponza
Solo ieri uno yacht pirata aveva travolto e ucciso un altro subacqueo alle Eolie.

Dopo l'episodio alle Eolie, acque ancora fatali per un sub: Dodo Perri, 48enne, ha perso la vita mentre tentava di recuperare un'esca



Ponza, sub ucciso da gommone


La vittima è un uomo di 48 anni
Un sub, Dodo Perri di 48 anni, è morto dopo essere stato travolto da un gommone nel porto di Ponza. Secondo una prima ricostruzione l'uomo aveva deciso di immergersi in una zona di transito dei natanti vietata alla balneazione per recuperare un'esca persa. Travolto dal gommone, è morto sul colpo. Sulla vicenda sono comunque ancora in corso gli accertamenti di carabinieri e guardia costiera.

Chi era alla guida del gommone non si aspettava di trovarsi un sub nei paraggi, in un porto affollato di barche. Infatti l'operaio del pontile che stava svolgendo lavori con il gommone si è fermato immediatamente cercando di soccorrere l'uomo investito dalle eliche della sua imbarcazione. Ma i soccorsi sono stati vani, il sub è morto sul colpo e nemmeno l'intervento quasi immediato dei medici ha potuto strappare l'uomo alla morte.

"Una scena agghiacciante - ha detto Umberto De Maio del pontile Ciccio Nero, tra i primi a intervenire - Ho sentito le grida di aiuto e sono andato subito, pensavo a un malore ma insieme agli altri ci siamo trovati di fronte a una situazione drammatica".

La vittima, Dodo Perri, aveva 48 anni. Era originario di Courmayeur (Aosta) ed era noto perché svolgeva gare con i cani in Alaska. Abitava a Ponza sei mesi l'anno per la relazione con la titolare di un negozio dell'isola.




lorette
00venerdì 28 luglio 2006 17:34
Un pesce dalla strana dieta
Pesci Mangiasassi nel lago di Tiberiade

NEWS 26 luglio 2006

Galilee St. Peter's fish, (Sarotherodon galilaeus)



Veramente curioso questa specie di pesce San Pietro che si nutre di sassolini seppur ricchi di materiale organico. Si tratta di una scoperta fatta da due scienziati israeliani che nel Lago di Tiberiade hanno trovato un pesce che usa come nutrimento i sassolini che si trovano sul fondo dello stesso lago. Il Lago di Tiberiade è situato nella zona settentrionale di Israele in una regione chiamata Galilea è famoso anche perché diversi episodi evangelici sono ambientati proprio in questa zona. Per la sua estensione e pescosità il Il Lago di Tiberiade viene anche chiamato mare.
Il pesce oggetto della curiosa scoperta assomiglia ad una carpa e viene chiamato Pesce di San Pietro perché, secondo la tradizione cristiana, è stato preso in mano dal pescatore Pietro che trovò al suo interno una moneta. Invece all’interno di questo stesso pesce il cui nome scientifico è Sarotherodon galilaeus gli scienziati israeliani hanno trovato una quantità sorprendente di sassolini. In un primo momento gli studiosi hanno pensato che il pesce ingurgitasse i sassolini scambiandoli per gli animaletti che vivono nei fondali del Lago oppure che servissero per favorire la digestione. Poi gli esami di laboratorio hanno fatto capire che i sassi venivano ingoiati di proposito perché ricchi di materiale organico utile nutriente per il pesce.
Il Sarotherodon galilaeus è un pesce di acqua dolce che appartiene alla famiglia dei Ciclidi. La sua dimensione massima e di circa 13 centimetri ed è caratterizzato da alto tasso di prolificità, è stato calcolato che la sua popolazione raddoppia nel giro di 15 mesi.




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[Modificato da lorette 28/07/2006 17.45]

lorette
00sabato 5 agosto 2006 22:25



LA SCHIAFFEGGIA CON UNA TROTA: CONDANNATO

Violenza ittica: John Hunter, 34 anni, di Edimburgo, e' stato condannato ad una multa di 100 sterline per aver ferito la sua convivente Susan Taylor schiaffeggiandola a colpi di trota. Non e' stata la moglie a costituirsi parte civile, ma gli ambientalisti.

lorette
00sabato 5 agosto 2006 23:01
Pescivendolo condannato per maltrattamento di astici


Pescivendolo condannato per maltrattamento di astici

04 Aprile ore 07:39

Il titolare di una pescheria di Aosta è stato condannato ad una sanzione di 300 euro per maltrattamento di alcuni astici messi in commercio vivi. L’uomo teneva gli animali, insieme con molluschi bivalvi, in contenitori di polistirolo con poca acqua e senza refrigerazione: questo quanto gli è stato contestato dal Nucleo Ispettivo della Capitaneria di Porto di Savona.

lorette
00venerdì 11 agosto 2006 16:21
pesce spada nel Mare del Nord

E' un fatto senza precedenti, secondo esperto

(ANSA) - LONDRA, 8 AGO


Un pescatore di salmoni al largo del nordest
dell'Inghilterra ha avuto la sorpresa di trovare
nelle sue reti un pesce spada.Si tratta di una specie
comune nel Mediterraneo ma non nel Mare del Nord,
ulteriore prova - secondo alcuni esperti -
del riscaldamento del clima. Peter Dent ha pescato un
pesce spada di taglia apprezzabile - 1,80 m di lungezza
per 26,3 kg di peso - ieri vicino alla Scozia.
I pesci spada si trovano nell'Atlantico del nord,
nel Pacifico e nel Mediterraneo.


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[Modificato da lorette 11/08/2006 16.21]

lorette
00venerdì 11 agosto 2006 16:24
11 balene morte in bassa California

Esperto: perso l'orientamento a causa di scossa terremoto

(ANSA) - LA PAZ, 10 AGO




Undici balene sono state ritrovate morte, arenate
sulle spiagge dell'isola di San Jose', in bassa
California (nord ovest del Messico). Lo ha reso noto
il ministero messicano dell'Ambiente, secondo il quale
i cetacei non recavano traccia di ferite e potrebbero
aver perso l'orientamento in seguito a una scossa di
terremoto registrata nel sud California 24 ore prima.
'Le balene si orientano grazie ai campi magnetici:
- spiegano dal ministero - il sisma potrebbe aver
avuto effetti su di loro'.




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[Modificato da lorette 11/08/2006 16.26]

lorette
00venerdì 25 agosto 2006 17:17

CTS, BABY SQUALO ELEFANTE PESCATO
IN CALABRIA

25/08/2006 12:38


(ANSA) - ROMA L'avevano preso per una semplice verdesca e invece si trattava di un piccolo di squalo elefante. A documentare l'eccezionale ritrovamento lungo la costa ionica della Calabria sono stati i biologi del Cts, che hanno esaminato l'animale catturato accidentalmente qualche giorno fa da alcuni pescatori di Spropoli, Reggio Calabria, e che hanno stabilito che si tratta di un piccolo (nonostante i due metri e mezzo di lunghezza) squalo elefante. ''A dispetto delle dimensioni (l'adulto raggiunge normalmente i 10 metri di lunghezza) - spiega il Cts - e' un animale del tutto inoffensivo, perche' si nutre soltanto di plancton''. Secondo gli esperti del Cts quello della Calabria e' un ritrovamento straordinario, da due punti di vista: perche' si tratta in assoluto della prima testimonianza registrata lungo il versante ionico della Calabria; perche' la presenza di un piccolo conferma che il Mediterraneo non e'solo un'area di alimentazione ma un'importante zona di riproduzione per questo animale. ''La presenza di questa specie in questa zona - ha spiegato Stefano Di Marco, presidente del Cts Ambiente - rappresenta un'ulteriore prova dell'importanza strategica che la costa ionica della Calabria riveste per la conservazione della biodiversita' marina del Mediterraneo. Qui si concentrano molte delle specie marine protette del Mare Nostrum quali tartarughe marine, balene, delfini e diverse specie di squali poco comuni come appunto lo squalo elefante e lo squalo martello''. Un grande patrimonio di biodiversita', che secondo il Cts va protetta. Di qui l'appello all'assessore regionale all'Ambiente, Diego Tommasi, perche' si unisca al Cts nel richiedere con forza al ministro Pecoraro Scanio l'istituzione di una nuova riserva marina lungo la costa dei Gelsomini, un'area particolarmente importante anche per la nidificazione della tartaruga Caretta caretta. Non a caso e' qui che il Cts ha di recente inaugurato un centro recupero tartarughe marine, realizzao nell'ambito del progetto Life Natura Tartanet. ''La situazione dello squalo elefante e piu' in generale delle altre specie di squali che frequentano i nostri mari e' abbastanza drammatica - commenta l'esperta di squali Simona Clo', biologa marina del Cts e membro dello Shark Specialist Group dell'Iucn - Gli squali sono ovunque in pericolo e il Mediterraneo non fa eccezione. Delle 40 specie presenti molte sono a rischio come testimonia la drastica riduzione di catture accidentali da parte dei pescatori. Alcune specie, un tempo molto comuni nei nostri mari, sono pressoche' scomparse''. Secondo la biologa, sono gli stessi pescatori a riferire come ormai, da piu' di 30 anni, non incontrino piu' specie come la squatina e il pesce chitarra. ''Questo e' il risultato dell'eccessivo sforzo di pesca condotto in passato - ha detto Simona Clo' - che ha portato ad una drammatica riduzione sia del numero delle specie sia degli esemplari. Si pensi che negli ultimi 10 anni, mentre la popolazione di squali in Atlantico e' crollata dell'85-90%, lo sforzo di pesca e' cresciuto del 12%''.

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ANIMALI: CTS, LO SQUALO ELEFANTE/ SCHEDA

25/08/2006 12:40


(ANSA) - ROMA, 25 ago - Lo squalo elefante, ritrovato nelle reti dei pescatori calabresi, e' inoffensivo per l'uomo. Ecco una scheda del Cts su questo animale: - DIMENSIONI: Inferiore nelle dimensioni solo allo squalo balena, lo squalo elefante (Cetorhinus maximus) e' una creatura enorme che si nutre di plancton (cioe' di piccolissimi organismi acquatici che vivono sospesi nell'acqua in balia delle onde e delle correnti). Lungo fino a 10 metri, questo squalo vive nei mari temperati sia lungo le coste sia in mare aperto. - SPOSTAMENTI: Si muove in branchi composti fino a 10 esemplari, seguendo le correnti che trasportano il plancton. Per poter mangiare a sufficienza e' costretto a nuotare tenendo la bocca sempre aperta. Spesso viene avvistato in prossimita' della riva, sale frequentemente in superficie ed ha un'alta tolleranza alla presenza umana: per questo motivo costituisce un regolare bersaglio di caccia indiscriminata soprattutto in Atlantico, dove negli ultimi 50 anni la popolazione si e' ridotta del 90%. - SPECIE MINACCIATA: Ad oggi lo squalo elefante costituisce la specie piu' a rischio tra tutti gli squali ed e' stata iscritta nell'elenco delle specie a rischio della Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura). Inoltre e' stata inserita nella lista delle specie da proteggere ai sensi della Convenzione di Barcellona. - DOVE SI TROVA: In Italia e' presente soprattutto in Sardegna, Liguria, Toscana e nel Mar Adriatico. Nel nostro Paese le principali minacce per questa specie sono rappresentate dal traffico nautico (nuotando in superficie ed essendo molto lento puo' restare vittima delle eliche di navi e motoscafi) e dalle catture accidentali delle reti da pesca, come nel caso del piccolo catturato in Calabria o dei 5 esemplari pescati in Sardegna in soli 20 giorni la scorsa primavera.




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[Modificato da lorette 25/08/2006 17.18]

lorette
00giovedì 12 ottobre 2006 12:36
Testo News trovato in rete

AMBIENTE: SQUALO BLU DI 80 CM PESCATO NEL TIRRENO IN CALABRIA


(AGI) - Belmonte Calabro (Cosenza), 11 ott. -

Uno squalo blu e’ stato pescato a circa due miglia dalla costa di Belmonte Calabro, lungo la costa tirrenica cosentina, durante una battuta di pesca tra amici. Ne da’ notizia oggi il Wwf. Massimo Brusco di Belmonte ed Andrea Porco di Amantea, usciti in barca con la loro coffa, si sono imbattuti in un grosso pesce. Nel tirarlo in barca si sono stupiti nel vedere che si trattava di uno squalo di circa 80 centimetri. I ragazzi hanno immediatamente avvertito gli attivisti dell’Oasi Blu “Scogli di Isca” del Wwf, che per avere informazioni sulla specie pescata dai due giovani in acque non molto distanti dall’Osi Blu, si sono rivolti all’esperto Pino Paolillo, segretario regionale del Wwf Italia. Paolillo ha rilevato che si trattava di una giovane Verdesca, scientificamente definita Prionace glauca della famiglia dei Carcarinidi, comunemente chiamato “squalo blu” per il caratteristico colore blu cobalto del dorso. Viste le dimensioni, si trattava di un giovane esemplare. Alla nascita - trattandosi di specie vivipara - i piccoli sono lunghi circa 40 cm e in eta’ matura raggiungono una dimensione che va dai 180/280 cm per i maschi e 240/380 cm per le femmine. E’ uno squalo dal corpo snello, senza cresta interdorsale. Ha occhi grandi, pinne pettorali lunghe e piuttosto sottili, con gli apici incurvati. Si tratta di una specie tipicamente d’alto mare, preferisce fondali di almeno 150 metri di profondita’, ma i giovani della specie possono abitare anche in acque meno profonde. Lo squalo blu e’ una specie nomade, compie, infatti, grandi viaggi attraverso gli ampi bacini oceanici. Durante l’alta estate e’ possibile incontrarlo nelle acque del Sud Mediterraneo. La Verdesca puo’ effettuare anche incursioni sotto costa, specialmente durante le ore notturne. (AGI)

lorette
00martedì 31 ottobre 2006 11:16
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AMBIENTE: DUE PESCATORI NELLA RISERVA CAPO RAMA, MULTATI

(AGI) - Palermo, 30 ott. - Due giovani sono stati sospresi a pescare dalla scogliera nella riserva naturale “Capo Rama”, a Terrasini (Palermo), ha sorpreso due giovani che pescavano dalla scogliera. L’area in cui si trovavano i due pescatori ricade in zona ‘A’, cioe’ nell’area di massima protezione della Riserva prospiciente il tratto di mare incluso all’interno del perimetro della Riserva. L’attivita’ di vigilanza viene svolta in coordinamento con i carabinieri della Stazione di Terrasini e i militari della Guardia Costiera. Il personale di vigilanza ha invitato i pescatori ad allontanarsi. Al loro rifiuto e’ stato richiesto l’intervento dei carabinieri della stazione di Terrasini che, accorsi sul posto, hanno invitato i due giovani a seguirli in caserma e provveduto a sequestrare 5 canne da pesca e ad elevare la sanzione prevista dalla normativa vigente. Dal mese di ottobre 2005 la riserva naturale “Capo Rama”, include in zona ‘A’, anche lo specchio di mare compreso all’interno della congiungente Capo Rama - Punta Catalana dove e’ vietata qualsiasi forma di pesca, sia sportiva che professionale, mentre vengono autorizzate, ai sensi della normativa, le attivita’ di fruizione e di ricerca scientifica. (AGI)


[Modificato da lorette 31/10/2006 11.18]

lorette
00lunedì 6 novembre 2006 22:19
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Autrice CRISTINA NADOTTI

E' stato scoperto per caso una decina di giorni fa da alcuni pescatori giapponesi

Per alcuni conferma che un tempo i mammiferi marini vivevano sulla terraferma
Due strane pinne vicino alla coda
il delfino prova vivente dell'evoluzione
6 novembre 2006


ROMA - Quel delfino nuotava tranquillo al largo delle coste giapponesi. Ora si trova in una vasca d'acquario dove tutti vanno a tirargli quello strano abbozzo di pinne. Di certo non ci ha guadagnato. I ricercatori giapponesi invece sono esaltati dalla scoperta: hanno annunciato di aver trovato, circa dieci giorni fa al largo di Wakayama, la conferma alla teoria che i mammiferi marini una volta vivevano sulla terraferma e avevano quattro zampe, tramutatesi poi in pinne.

Come buona parte delle grandi scoperte anche quella del delfino-fossile vivente è avvenuta per caso. Sono stati dei pescatori ad avvistarlo e si sono accorti subito delle strane pinne vicino alla coda, due in più di quelle che questi mammiferi comuni in tutti i mari (delphinus delphis) hanno normalmente.
I pescatori hanno catturato il delfino a quattro pinne e hanno chiamato il museo delle balene di Taiji, secondo quanto ha raccontato il direttore, Katsuki Hayashi. Per il delfino è cominciata la trafila: una volta che è stata accertata la sua eccezionalità è stato messo dentro la vasca del museo e ora è sottoposto a ogni tipo di esame (comprese radiografie e test genetici) per capire da dove sono spuntate (o rispuntate) fuori quelle due pinne in più.

"Ritengo che le pinne siano resti degli arti che i delfini possedevano quando erano ancora mammiferi terrestri e si muovevano sulla Terra - ha dichiarato il responsabile dell'Istituto di ricerca sui cetacei di Tokyo, Seiji Osumi, in un'intervista televisiva - è di sicuro una scoperta senza precedenti". Per ora i ricercatori hanno accertato che le due pinne extra sono molto più piccole di quelle normali e che hanno più o meno le dimensioni di una mano. Il delfino ha circa 5 anni ed è lungo quasi tre metri: "Poiché l'ho visto nuotare solo nella vasca - ha detto Osumi - non sono in grado di dire se usa le due pinne extra per muoversi. Ipotizziamo anche che la ricomparsa del carattere genetico nascosto sia stata causata da una mutazione".

I ricercatori riferiscono anche che in passato sono stati osservati feti di cetacei con delle protuberanze simili a pinne, che però scomparivano prima della nascita. In altri casi si sono trovati balene e delfini con protuberanze simili ad arti vicino alla coda, ma mai un esemplare con simil-arti tanto sviluppati.

Negli ultimi 50 anni test immunologici e più recentemente esami del Dna hanno avvalorato la teoria che i cetacei si siano evoluti circa 60 milioni di anni fa da mammiferi quadrupedi, parenti stretti dei moderni ungulati come ippopotami, maiali e cavalli. Nel 2001 sono state trovate anche prove fossili in due diverse aree del Pakistan. Ricercatori statunitensi ricostruirono lo scheletro di un quadrupede di 50 milioni di anni fa e altri due fossili databili intorno a 47 milioni di anni fa. In tutti e tre i casi gli scheletri si riferiscono ad animali che sembrano legati da un lato alle balene e dall'altro agli ungulati. Un'obiezione alla teoria dell'evoluzione dei cetacei da mammiferi ungulati è che questi ultimi sono erbivori, mentre i cetacei sono carnivori, ma i sostenitori dell'ipotesi rispondono che in realtà gli ungulati moderni sono prevalentemente erbivori, ma talvolta si nutrono anche di carne: si dice per esempio che gli ippopotami talvolta mangino le gazzelle che si spingono troppo vicino alle pozze d'acqua.

lorette
00domenica 12 novembre 2006 20:53
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PESCA DI FRODO: GDF SEQUESTRA 15 KG DI ESPLOSIVO A TARANTO


(AGI) - Taranto, 9 nov. - Cinca 15 kg. di esplosivo sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza nell’ambito di una operazione contro la pesca di frodo nel mar Piccolo di Taranto. I militari della sezione operativa navale hanno intercettato una imbarcazione con due persone a bordo che sono riuscite a disfarsi in mare di due buste contenenti 5 ordigni, 2 detonatori e 15 metri di miccia a lenta combustione. Indagini sono in corso per risalire all’identita’ dei due malfattori.(AGI)



lorette
00domenica 12 novembre 2006 21:02
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STAGNI ORISTANESE: PIANO STRAORDINARIO PER RISOLVERE VERTENZA


(AGI) - Oristano, 7 nov. - La Provincia di Oristano, elaborera’, di concerto con la Regione, gli enti locali lagunari e le forze economiche e sociali, una strategia per risolvere la vertenza stagni nell’Oristanese.
L’obiettivo e’ favorire, attraverso l’adozione e l’incentivazione di un “Piano industriale straordinario della pesca nelle acque interne lagunari”, il ripristino dei delicati equilibri ambientali e di garantire un rilancio economico e produttivo del comparto della pesca, attraverso un rigoroso approccio scientifico.
E’ quanto ottenuto nel corso dell’ultima seduta del Consiglio provinciale di Oristano dai consiglieri provinciali del Partito Sardo d’Azione Alessandro Murana e Silavano Cadoni, che hanno presentato un ordine del giorno, fatto proprio dall’assemblea, col quale si promuove l’avvio di un confronto istituzionale per aprire la “vertenza Stagni dell’Oristanese”.
Secondo i consiglieri Murana e Cadoni, cio’ consentira’ inoltre di promuovere un nuova legge sulle acque interne della Sardegna, considerato che a distanza di 50 anni dall’adozione della vecchia, la situazione e’ notevolmente cambiata. (AGI)


lorette
00sabato 10 febbraio 2007 09:22
Carpe avvelenate per pulire i laghi

News presa dal sito: www.ecoblog.it

http://www.ecoblog.it/post/2424/carpe-avvelenate-per-pulire-i-laghi

Carpe avvelenate per pulire i laghi
L'idea viene da uno studio militare USA: usare delle carpe "temporizzate" per tenere sotto controllo la vegetazione negli invasi artificiali.

Lo studio prevede di impiegare la carpa erbivora triploide (Ctenopharyngodon idella) una specie originaria dell'Amur, tra Russia e Cina, resa sterile, che pare essere un "diserbante" molto efficace. Talmente efficace che se lasciata indisturbata correrebbe il rischio di eliminare completamente la vegetazione.

L'Humphreys Engineer Centre ha brevettato una capsula da iniettare ai pesci contenente una tossina che, rilasciata al momento desiderato con un meccanismo temporizzato, uccide il pesce. Gli esperti dicono che posizionando la capsula in una parte del pesce che, di solito, la gente non mangia, non ci sarebbero rischi di avvelenamento per i pescatori.



A me questa sembra una trovata stupida e innaturale, studiata solo per vendere un prodotto (la carpa incapsulata) di cui la natura potrebbe fare a meno. Le carpe dell'Amur sono state introdotte anche in Italia e adesso ne abbiamo un bel po' che si riproducono nel Po e nell'Arno.

Un tizio (come tesi di laurea!) ha anche studiato il modo di addestrare le carpe a riunirsi quando sentono un suono, cosa che facilitirebbe notevolmente la loro cattura (ed eventuale riutilizzo) quando la loro opera diserbante non fosse più necessaria.

Non mi stupisce il fatto che non vengano presi in considerazione gli effetti di questa immissione in un ambiente in cui vivono anche altre specie. Non ci sono effetti tossici sui predatori delle carpe? Non ci sono valutazioni di impatto ambientale che suggeriscano di incapsulare chi ha brevettato queste carpe in un geode, spedirlo su Marte e lasciarlo lì fino al 3006?


lorette
00giovedì 15 febbraio 2007 22:38
Strano ma vero

Russia, pescano un mostro alieno e lo mangiano.
Un gruppo di pescatori russi operanti nel mare di Azov,
nella regione di Rostov, ha catturato e poi mangiato una creatura dei mari, un vero e proprio mostro alieno che richiama alla mente i film fantascientifici più incredibili. L'essere, dotato di un corpo simile a quello di uno squalo, è dotato di occhi e bocca sul dorso. Cosa ancora più inquietante pare fosse in grado di emettere uno strano squittio non certo tipico dei nostri "lamnidi".
Convinti di avere preso un mostro proveniente da un altro pianeta, e questo fa comprendere come potrebbe essere il primo contatto fra gli esseri umani e altre specie extraterrestri, gli uomini l'hanno filmato con un telefonino e, per dimostrare di non essere spaventati, lo hanno macellato, cotto e mangiato.
Uno degli uomini avrebbe dichiarato al giornale che si è trattato della pietanza più deliziosa che avesse mai assaggiato. Per alcuni esperti non è tuttavia da escludere che lo strano essere fosse in realtà un raro squalo, ora potenzialmente estinto.

Il video del mostro alieno pescato nel mare di Azov (Russia)L'extraterrestre emetteva uno strano squittio. Gli uomini, per dimostrargli di non aver paura, lo hanno macellato, cotto e poi mangiato

Filmato klikka

lorette
00sabato 17 febbraio 2007 23:52
Pescatore ubriaco attacca
a mani nude uno squalo


In Australia un pescatore australiano ha afferrato a mani nude uno squalo di 1,3 metri, conquistandosi la fama di eroe.
Era ubriaco

SIDNEY 16/2/2007 (11:51)
Nella cittadina di Louth Bay, a nord di Adelaide, un pescatore australiano che ha afferrato a mani nude uno squalo di 1,3 metri, conquistandosi la fama di eroe. Ma il merito è tutto della vodka che aveva bevuto in compagnia prima di andare a pescare. Philip Kerkhof di 41 anni stava pescando con cinque amici da un pontile lunedì sera, quando ha visto lo squalo.

Ha detto di essere sceso da una scala e di aver inseguito lo squalo bronzeo che nuotava nell’acqua bassa, perchè gli rubava le esche artificiale per che usava per pescare calamari.
«È stato un colpo di fortuna, gli sono andato dietro e l’ho preso per la coda perchè lo volevo tirare sopra il pontile», ha raccontato oggi alla radio Abc. Ma poi si è girato e ha cercato di mordermi e ho pensato: beh, è incredibile cosa può fare la vodka». Il solo danno dal pericoloso animale è stato un morso che gli ha strappato i jeans.

«Non è una cosa che consiglio di fare. Quando sono tornato sobrio ci ho pensato e mi sono detto: sono stato un pò idiota a farlo». Lo squalo bronzeo, che si vede spesso vicino alla riva al seguito di branchi di pesci come il salmone, raggiunge una lunghezza di 3,5 metri ed un peso di 300 kg. Molte specie di squali sono comuni nelle acque australiane, e la media degli attacchi all’uomo è di 15 l’anno. Circa una persona ogni anno in Australia è uccisa da uno squalo



[Modificato da lorette 18/02/2007 0.04]

lorette
00martedì 20 febbraio 2007 10:35
Pescatore ubriaco cattura uno squalo a mani nude

IL VIDEO PESCATORE UBRIACO CATTURA SQUALO


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