... il procedimento per piegare gli ardiglioni pubblicato a suo tempo era in realtà quanto di più semplice si potesse immaginare.
Si trattava semplicemente di tentare di intercettare la punta di essi con una pinza a becchi CONICI e di portarla verso il gambo fino a farla coincidere con esso....
Solo dopo la pubblicazione mi resi conto che scaldando lievemente l'ardiglione avrei ottenuto risultati migliori, ma tant'era: la testata fu chiusa e non ebbi più la possibilità di tornare sull'argomento, se non sulle pagine della vecchia PESCARE.
Lo scopo di tutto ciò era di ottenere una specie di occhiello, il cui lato esterno diveniva una specie di punta a lancia, capacissima di trattenersi all'interno della ferita, ma altrettanto semplice da estrarre senza arrecare danni al pinnuto di turno...
Come ho detto fui ispirato dalla presunta presenza sul mercato degli ami con punta a "fuso", cioè bombata, di cui il mio metodo non rappresenta altro che una sorta di "rotazione".
Dopo aver scaldato alla fiamma del gas l'amo, e aver provveduto con la pinza a becchi CONICI alla piegatura dovremmo riscaldare di nuovo la parte e immergerla in acqua... niente incandescenze, altrimenti si infragilisce il tutto.
Spero di aver esposto chiaramente quanto sono riuscito a ricordarmi...
Un'ultima parola: la pinza a becchi CONICI è l'unica tipologia in grado di fare questo lavoro. Le altre non "piegano" ma "schiacciano".