00 16/04/2003 11:29


Dal centro del paese di Buonconvento si trova una strada i cui cartelli indicano per “Bibbiano” “La Befa”, “Murlo”. Questa è la strada da seguire per continuare la nostra esplorazione dell’ Ombrone!
Presa questa strada, che attraversa, dritta, le campagne circostanti, passiamo su un ponte sopra l’ Ombrone il cui bacino è molto più ampio proprio perché si è già unito ad un importante affluente qual’é l’ Arbia. All’ altezza di questo ponte non so dire se questo tratto del fiume sia pescoso o meno. Personalmente non ho mai visto nessuno pescarvi anche perché è un posto molto scomodo per fermarsi in quanto manca una piazzola per poter parcheggiare l’ auto e poi nelle sponde del fiume ci sono tantissimi tubi agricoli usati per irrigare i campi circostanti.
C’è una cosa molto curiosa e divertente su questo posto: nell’ immediato dopoguerra queste sponde erano sempre piene zeppe di pescatori buonconventini che cercavano di prender qualcosa per sfamare se stessi e le loro famiglie. Si tramanda una storia realmente accaduta ma che a raccontarla sembra quasi una leggenda. Un tale del posto che era una sorta di scemo del villaggio, nel 1944, appena passato il fronte, trovò una cassa da morto abbandonata, la mise in acqua, ci si sdraiò dentro e si fece trasportare dalla corrente del fiume. Ogni volta che incontrava un pescatore si alzava e gli gridava: “NO! Non scappate, sono solo di passaggio!”
Pensate un poco quanto erano superstiziose le persone di quell’ epoca e vi potrete immaginare quali potessero essere le loro reazioni di fronte ad una scena simile.

Superato il fiume continuiamo per questa strada dritta che attraversa i campi, poi sale molto ripida su per una collinetta. Poco dopo troviamo un bivio: prendendo a destra andiamo per “La Befa” e “Murlo”, se si prende a sinistra si va invece a “Bibbiano”, che è proprio li appena superato il bivio stesso.
Prendendo a sinistra oltrepassiamo la tenuta di “Bibbiamo”, poi la strada passa dall’ asfalto alla breccia, scendiamo oltre la collinetta e poi attraversiamo un passaggio a livello incustodito, cioè senza sbarre (voglio ricordare a chiunque legga che le ferrovie di quasi tutta la provincia di Siena non sono elettrificate e questo gli da indubbiamente un fascino antico; aggiungerei che in alcuni punti le ferrovie ricordano vagamente le strade ferrate del Far West; per venire incontro ad esigenze turistiche e principalmente agrituristiche, la provincia ha istituito da tempo i cosiddetti “Treni Natura”, prevalentemente vecchie locomotive a vapore restaurate e che sempre più spesso vediamo attraversare le nostre campagne).
Dopo la ferrovia passiamo nuovamente su un ponte sopra l’ Ombrone. In questo punto l’ acqua è bassa e mi sembra non molto adatta per la pesca. Da questo punto fino alla stazione di “Salceta” le acque dell’ Ombrone diventano Zona di Frega. La strada che stiamo seguendo prosegue verso un’ altra tenuta di nome “Castiglion del Bosco”. Prima di arrivare a “Castiglion del Bosco” troviamo una strada di campagna secondaria, a destra, che conduce a “Casal del Bosco”. Si deve prendere questa strada per arrivare ad una zona interessante per la pesca, nell’ Ombrone. Si tratta della zona di fiume che precede “La Befa” e che per 500 metri era stata adibita fino a qualche anno fa a Campo di Gara.
Da qui in avanti inizieremo a trovarci in una zona molto boscosa che il fiume stesso, attraversa. Da una parte del fiume si trova il grande bosco denominato del “Bogatto” e dall’ altra l’ altrettanto grande bosco di “Montepescini”. Insieme costituiscono uno dei più grandi polmoni verdi della Toscana.
Invito chiunque non sia esperto di questi posti a non rischiare di inoltrarsi eccessivamente nelle zone boscose senza essere accompagnato da qualcuno che come me conosce bene la zona. In più di un’ occasione ho prestato la mia assistenza prevalentemente a cercatori di funghi che si erano persi nel bosco.