00 16/08/2004 11:10
Io ho praticato il C&R da quando ho iniziato a pescare, anche se lo chiamavo semplicemente "rilascio", e parlo di trenta e piu' anni fa'. Ma il mio comportamento era dettato non da regole filosofiche ambientalistiche ma bensi' dal fatto che, pescando prevalentemente sul tevere e suoi affluenti pesci il cui valore gastronomico era gia' di per se' nullo, e dato il riconosciuto grado di inquinamento di quei posti era assurdo non rilasciare il pescato (molte volte non portavo nemmeno il guadino).Siccome non mi interessa "pavoneggiarmi" con gli amici, dimostrando quanto sia bravo a pesca, non scatto nemmeno foto: pesco per il mio divertimento e basta!!! Pero' quando mi capita di catturare qualche bel pesce ( in acque interne solo trote ) piu' che commestibile e ben diverso dai quei pesci d'allevamento che, pur essendo di specie diverse, sembra abbiano tutti lo stesso sapore ( vedi spigole e orate!!), il mio primo pensiero è: come lo cucino stasera??[SM=x53611] [SM=x53611] [SM=x53611] Saro' un "mostro", uno che non rispetta la natura?? No, solo uno fortunato che è riuscito a catturare un PESCE, nei pochi "buchi" liberi di mare lasciati da km. di reti e palamiti di tutti i tipi e che, invece di comperarlo al mercato , magari dagli stessi proprietari di quei palamiti e di quelle reti, prova un sublime piacere nel pescarselo personalmente. A proposito vorrei tanto sapere se tutti i fautori del C&R-totale sono vegetariani. Se la risposta fosse no, cosa hanno contro una bella orata di "mare" ( non di allevamento ) cucinata al forno con le patate?? Forse che se questa fosse stata catturata da un pescatore di professione con i palamiti ed aquistata sul banco di un mercato rionale manterrebbe piu' pulite le loro coscienze???[SM=x53598] [SM=x53598] [SM=x53598]