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Pesca illegale nel Po

settembre 05, 2005




Il Po, come è noto, è il più grande fiume italiano per lunghezza e portata. L’ecosistema di questo grande fiume è di fondamentale importanza per tutta l’Italia. Questa estate il fiume è stato al centro della cronaca perché ha causa di una prolungata siccità la sua portata ha raggiunto livelli minimi, ma un’altra sconcertante notizia ha riguardato questo importante fiume.
Si tratta della denuncia fatta da alcune organizzazione ambientaliste e che riguarda la presenza di un notevole numero di pescatori di frodo venuti dall’Europa dell’est ed entrati in Italia con visto turistico che pescherebbero pesce nel Po per rivenderlo come pesce pregiato.
La denuncia che è stata presentata alla Guardia di Finanza che ha aperto un inchiesta per “furto di beni dello Stato” viene anche dai pescatori sportivi che da anni ormai cercano di porre all’attenzione delle autorità competenti lo scabroso fenomeno.
Secondo il rapporto i pescatori di frodo provenienti da paesi dell’Europa dell’est si sposterebbero lungo le sponde del fiume per catturare tonnellate e tonnellate di ittiofauna, in particolare pesci siluro, pesci gatto, cavedani e barbi che, dopo essere stati “puliti” con le stesse acque del fiume, pratica vietatissima dalle leggi sanitarie nazionali, verrebbero congelati e spediti nei paesi dell’est europeo. Qui il prodotto sarebbe poi confezionato, etichettato e rispedito in Italia per essere venduto addirittura come prodotto pregiato e d’importazione.
Secondo gli ambientalisti tale commercio illegale oltre a produrre danni di tipo economico e sanitario costituirebbe una grave minaccia all’intero ecosistema del Po per l’impoverimento della fauna ittica.