00 17/06/2005 16:45
Metà dei Pc aziendali rifiuta di passare a XP


A quattro anni dalla sua introduzione, Windows XP non riesce a scalzare 2000. Dubbi per Longhorn.





Una ricerca pubblicata da Assetmetrix indica che il 48% dei PC aziendali utilizza ancora Windows 2000, e la popolarità del "vecchio" sistema operativo Microsoft cala molto lentamente: rispetto a fine 2003 ha perso soltanto quattro punti.

Nello stesso periodo, Windows XP nelle aziende è passato dal 6,6% al 38%, mentre Windows 95 e 98 sono calati dal 28% al 5% e Windows NT è sceso dal 13,5% a circa il 10%, secondo Assetmetrix.

La relativa impopolarità dell'ultimo nato in casa Microsoft è più spiccata nelle grandi aziende, dove Windows 2000 ha oltre il 50% del mercato; XP è il sistema operativo preferito fra le aziende con meno di 250 PC.

Queste cifre testimoniano uno degli inevitabili problemi di una situazione di monopolio: si diventa concorrenti di se stessi. Il vero rivale di XP non è né Mac OS X né Linux: è Windows 2000.

Questo non promette bene per l'annunciato Longhorn: se gli utenti business sono riluttanti ad abbandonare Windows 2000 e ad abbracciare XP a ben quattro anni dalla sua introduzione, figuriamoci quanto saranno entusiasti di adottare di corsa il futuro gioiello di zio Bill. Anche perché, perlomeno da un punto di vista aziendale, non c'è molto in Longhorn che costituisca una motivazione forte per adottarlo, mentre ci sono molte buone obiezioni per evitarlo: giusto per citarne un paio, i requisiti di sistema decisamente elevati e l'incognita della sua compatibilità con le applicazioni custom aziendali.

Un'altra considerazione che emerge da queste cifre è che nel mercato atipico del software, ossia di un prodotto che per sua natura non si logora e non deperisce, il modello commerciale "paghi ed è tuo per sempre" ha un difetto di fondo: l'utente continua finché può ad usare quello che ha pagato. Se funziona, non si ripara: al limite si cambia l'hardware, ma il sistema operativo rimane quello. E Windows 2000 è ritenuto da molti, compresi parecchi critici di Microsoft, uno dei prodotti più riusciti dell'azienda di Redmond. Rispetto a 2000, Windows XP offre ben poco di appetibile per un uso aziendale.

Questo significa che i cicli di aggiornamento del software (specialmente dei sistemi operativi) tendono ad essere molto lunghi. Passano anni fra l'adozione di un sistema operativo e quella del suo successore. Quel 15% di utenti Windows NT/98/95 parla chiaro. Allora bisogna inventarsi un modello commerciale alternativo. Ma quale?

Microsoft ha già tentato la strada del software a noleggio, ma il risultato è stato deludente, sia perché il canone era alto, sia perché l'idea stessa del software con scadenza incorporata non è gradevole: se smetto di pagare il canone, come farò a leggere i documenti che ho generato con il software a noleggio? Significa legarsi a vita a un canone che, in un regime di monopolio, può salire e scendere arbitrariamente.

Microsoft può incentivare la migrazione smettendo di rilasciare aggiornamenti e patch di sicurezza per i vecchi Windows, oppure creando applicazioni indispensabili che girano soltanto sotto il nuovo sistema operativo, ma deve farlo con estrema gradualità: se corre troppo, si troverà contro i propri grandi clienti, che non hanno intenzione di fare upgrade e ricollaudare il sistema informatico aziendale soltanto perché è giunta l'ora di rimpinguare le casse di zio Bill. E' quello che è successo per il supporto a Windows 98 l'anno scorso.

E allora? Allora aspettiamoci tempi duri per chi vive di solo software. O impara a scrivere ogni volta software talmente migliore del precedente da rendere irresistibile l'acquisto (sapendo però che fra qualche anno dovrà scontrarsi con la qualità del proprio software precedente, come sta succedendo oggi con Windows XP contro Windows 2000), oppure si dovrà ingegnare a campare vendendo il software in abbinamento con altri prodotti (hardware).

Questa è la strada seguita da molti anni da Apple, che ha margini ragguardevoli su iPod e sui computer che recano il suo marchio. Mac OS X gira soltanto (almeno per ora) sui computer Apple, per cui chi vuole usare questo sistema operativo deve comperare hardware Apple. Questo garantisce un introito che va a finanziare lo sviluppo del sistema operativo, le cui prestazioni man mano migliorate incentivano ulteriormente l'acquisto dell'hardware che le supporta, e così via.

Il fatto che Windows gira invece sull'hardware più disparato, non prodotto da Microsoft, è stata una delle ragioni del suo successo: ha fatto crollare i costi dell'informatica. Ma ironicamente potrebbe essere una delle cause del suo declino, schiacciato da un modello commerciale software-only non più sostenibile. Forse X-Box e Media Center sono un primo passo in una nuova direzione

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[Modificato da lorette 20/06/2005 7.44]