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Segnalazioni : Tutte Le News Varie " Settembre 2006 "

  • Messaggi
  • lorette
    00 30/06/2006 19:51
    Windows pirata? Microsoft lo blocca

    Il famigerato sistema di controllo Windows Genuine Advantage potrebbe evolversi al punto da bloccare una copia di Windows considerata irregolare.

    News - 30-06-2006


    Per preoccuparsi è forse presto, e magari non servirà nemmeno, ma è bene essere informati e prepararsi a ogni possibile scenario.

    Tutto è partito da un commento inviato da tale David Pollak sul blog di Dave Farber.

    David, come altri, ha voluto provare l'antivirus Windows LiveOne Care di Microsoft, il quale ha subito etichettato il sistema come "vulnerabile" in quanto non erano stati attivati gli aggiornamenti automatici. Il motivo della mancanza? David era a conoscenza della questione Windows Genuine Advantage e dei problemi di sicurezza correlati.

    Contattato il supporto Microsoft per vedere se ci fosse il modo di dire a LiveOne Care che gli aggiornamenti manuali non compromettevano la sicurezza del PC, David spiegava il motivo della propria decisione e i timori riguardo a WGA.

    L'impiegato dell'help desk, riporta David, rispondeva così: "In autunno, avere l'ultimo WGA sarà obbligatorio e, se non sarà installato, Windows mostrerà un avvertimento per 30 giorni e quando i 30 giorni saranno passati e WGA non sarà installato, Windows cesserà di funzionare".

    L'accaduto, pubblicato in rete, ha avuto una certa eco e un blogger di ZDNet, Ed Bott, ha voluto provare ad andare più a fondo scrivendo a Microsoft per avere conferma o smentita di quanto David si era sentito dire dal supporto tecnico.

    Ecco quanto gli è stato risposto: "Come abbiamo detto precedentemente, quando il programma WGA si espanderà in futuro, i clienti potranno essere tenuti a partecipare. Microsoft sta raccogliendo le reazioni di mercati selezionati per capire come possa venire incontro al meglio alle necessità dei clienti e li terrà informati su ogni cambiamento al programma".

    Insomma, una non-risposta. La domanda era precisa: si voleva sapere se veramente il programma WGA avesse in progetto, in un prossimo futuro, di spingersi fino al blocco dei sistemi operativi considerati irregolari. La risposta, invece, è stata quantomeno vaga, ribadendo cose che già si sapevano ma evitando di confermare o, meglio ancora, smentire quanto detto dal quel tecnico di help desk.

    Se ciò fosse confermato (ora, o in autunno), si potrebbero fare alcune riflessioni, tanto per cominciare: considerati i falsi positivi ed i problemi (riportati anche sul blog di Ed Bott) causati proprio da WGA, quali garanzie ci sono che i computer attrezzati con software originale non verranno bloccati "per errore"? E ancora: la lotta alla pirateria può dare a Microsoft il diritto di intromettersi in questo modo nei PC dei suoi utenti?

    Il progetto WGA - l'abbiamo visto - è iniziato all'insegna della mancanza di trasparenza e, se questo è davvero il futuro, anche gli utenti onesti avranno di che preoccuparsi: forse il loro sistemo operativo non verrà bloccato, ma potranno dirsi padroni del proprio computer?









    [Modificato da lorette 25/08/2006 18.16]

  • lorette
    00 01/07/2006 21:34
    Divertirsi con Google
    55 modi e più per giocare (e imparare) con Google.

    News - 01-07-2006


    E' ormai cosa scontata che Google sia una fonte inesauribile che ci aiuta quotidianamente nel trovare qualsiasi cosa si cerchi nel web (e non solo). Sappiamo anche che ha ispirato qualche giochino, come per esempio What Am I Googling per indovinare dai risultati ottenuti quale è la parola cercata. E poi c'è il GoogleWhacking, con l'obiettivo tutt'altro che semplice di trovare un abbinamento di due parole di senso compiuto per effettuare una ricerca che restituisca un solo risultato.

    Adesso è uscito un libro di "giochi di società" da fare utilizzando il motore di ricerca nel suo modo più classico: per fare ricerche.

    55ways to Have Fun With Google è un libro che suggerisce passatempi giocabili avendo a disposizione semplicemente Google. In vendita online, può anche essere liberamente scaricato in versione .doc e .pdf sotto licenza Creative Commons.

    Qualche esempio? The Google Snake Game consiste nel cercare "stringhe" di frasi di senso più o meno compiuto, ottenute aggiungendo una parola a ogni passaggio con l'obiettivo di far ottenere zero risultati al concorrente dopo di noi. Oppure Googleshare: data una stringa di ricerca come "Rolling Stones" Google restituisce un certo numero di pagine/risultato; se ricerchiamo una seconda stringa, ad esempio "Rolling Stones" "Mick Jagger", otteniamo un nuovo numero di pagine/risultato: questo in rapporto al primo è la googleshare.

    Non solo giochi comunque. Sapevate che Google può essere utilizzato come calcolatore inserendo al posto della parola da cercare l'operazione che interessa, ad esempio 10+7*3-12? E se invece volessimo fare una domanda difficile? Ad esempio answer to life, the universe and everything? Beh, la risposta è ovvia: 42! Non solo giochi dunque, ma anche curiosità e tecniche che possono servirci per meglio comprendere e utilizzare il noto motore di ricerca. Insomma, googlare per credere.

  • lorette
    00 12/07/2006 10:07
    eBay rifiuta Google Checkout

    Il popolare sito di aste e commercio online
    non accetta pagamenti gestiti dal principale
    concorrente del proprio PayPal.

    News - 11-07-2006


    Poco tempo fa Google aveva fatto il proprio ingresso nel campo dei pagamenti online lanciando Checkout. Nonostante la diversità di intenti alla base, questo era stato indicato come il rivale più temibile per PayPal, il servizio di pagamento di proprietà di eBay.

    Ora si ha l'apparente conferma del fatto che le intuizioni non erano campate per aria: eBay deve essersi proprio preoccupata se è arrivata al punto da includere Checkout nella lista dei sistemi di pagamento non ammessi.

    Certo, eBay è libera di farlo adducendo qualcuno dei motivi esplicitati nella sua stessa policy, ma il sospetto che al fondo ci sia l'intenzione di togliere a Google un potenziale mercato di più di cento milioni di utenti (tanti sarebbero quelli di eBay, secondo la sua stessa guida) prima che quest'ultima si lanci nel mercato online, è davvero molto forte.

  • lorette
    00 23/07/2006 09:53
    I nostri figli in rete tra pornografia e truffe

    Una ricerca britannica mostra il "digital divide" tra genitori e figli.
    Ma fare gli sceriffi conviene?

    News -22-07-2006




    Non lasciamoli soli Il mondo di Internet costituisce un pericolo per i nostri figli. Grazie alle chat e all'anonimato che garantiscono, essi possono essere contattati da pedofili. Ma è alto anche il rischio di frodi commerciali, come dialer e simili, e quello di sovraesposizione a contenuti illegali, pornografici, razzisti, o chissà cos'altro.

    In questo inquietante scenario, un'indagine di una ONLUS britannica, pubblicata questa settimana, sostiene che il problema è aggravato dal gap di conoscenza dei genitori rispetto ai propri figli.

    La ricerca, commissionata dall'istituto di beneficenza infantile NCH, ha esaminato oltre mille bambini tra gli 11 e i 16 anni, e altrettanti genitori. Il risultato: i genitori, se vogliono fornire adeguata assistenza ai figli in Rete, devono mettersi a studiare.

    Qualche esempio: solo un terzo del campione dei genitori conosce l'instant-messaging, mentre, tra i loro figli, quattro su cinque lo usano regolarmente. Il 13 % degli undicenni dice che i genitori non controllano la loro attività internet. Due terzi dei genitori non ha idea di cosa sia un blog, ma un terzo dei bambini accede a uno o più blog almeno due volte la settimana.

    La spigliatezza dei bambini rasenta talvolta la spocchia: il 46 % sostiene di essere in grado di disattivare "parental control" e altre diavolerie di sicurezza, eventualmente imposti dai genitori.

    John Carr, consulente di NCH per le nuove tecnologie: "I bambini paiono disinvolti sull'utilizzo della tecnologia, ma non hanno abbastanza esperienza per guardarsi dai pericoli".

    Qui dovrebbero entrare in gioco i genitori, "ma la nostra ricerca," prosegue Carr, "mostra che, per proteggere adeguatamente i figli, avrebbero bisogno di accrescere la propria conoscenza in ambito tecnologico".

    La relazione ha un tono paternalistico che lascia perplessi: nella visione di NCH, i genitori dovrebbero essere una sorta di sceriffi ipertecnologici, pronti a stroncare ogni comportamento pericoloso del figlio chiudendo tutte le porte.

    Meglio sarebbe seguire i figli da vicino, mostrando loro la complessità della Rete, piuttosto che accrescere il fascino dei siti pericolosi, proibendone l'accesso.

    Comunque, i numeri sono numeri, e questi mostrano una desolante mancanza di consapevolezza tecnologica, che affligge di più i genitori, sfavoriti per motivi anagrafici e culturali, aumentando la distanza comunicativa con i figli.

    Internet è un mezzo di comunicazione potentissimo, e quindi i pericoli sono moltiplicati rispetto alla TV e ai media tradizionali. Ed è preciso dovere dei genitori informarsi su di essi. Magari con un approccio costruttivo, piuttosto che recintare i loro spazi col filo spinato.

    Come sempre, quando si parla di tecnologia, dobbiamo svegliarci di soprassalto dal dolce sogno del plug&play, l'illusione microsoftiana che tutto sia alla portata di un clic del mouse. Anzi, più le operazioni sono rese semplici, più nascondono insidie, talvolta deliberatamente.


    CIAO CIAO, LORETTE - FISHINGFORUM.IT - Off TOPIC MODERATRICE








    [Modificato da lorette 23/07/2006 9.56]

  • lorette
    00 11/08/2006 16:53
    Craccato l'e-passaporto

    Al raduno hacker DefCon di Las Vegas,
    un tedesco manda in tilt i sistemi biometrici.
    Usa e Gran Bretagna in crisi.

    News 10-08-2006




    Il nuovo e-passaporto: indiscreto e poco sicuro.I raduni hacker si stanno rivelando una vera e propria mannaia per chi cova l'illusione che la tecnologia digitale possa metterci al riparo da truffe, frodi e falsificazioni.

    Diavolerie come Digital Rights Management (DRM), Trusted Computing (TC), Radio Frequency IDentification (RFID), e chissà cos'altro, sono più una minaccia per la nostra libertà e riservatezza, che strumenti di protezione.

    È un dato di fatto confermato al DefCon, il raduno hacker appena terminato a Las Vegas.

    Tra il serio e il faceto, così come si usa in questi ambienti, Lukas Grunwald, uno smanettone tedesco che lavora come consulente per una società di sicurezza, ha dimostrato che i dati biometrici contenuti nei moderni e ipertecnologici e-passaporti, possono essere alterati, copiati e clonati.

    Niente male per chi, come il Regno Unito, investe ogni anno 415 milioni di sterline (oltre 600 milioni di euro) per registrare su chip inviolabili, dati sensibili come le impronte digitali o la scansione della retina.

    Secondo Grunwald, queste informazioni possono essere trasferiti su chip nuovi, che possono essere installati su passaporti falsi. Il crack è stato organizzato in meno di due settimane, con un'apparecchiatura dal costo di 200 dollari.

    Se Londra piange, Washington non ride. La tecnologia usata per memorizzare dati biometrici sui passaporti è la nota e contestata RFID (Radio Frequency IDentification), già in stato avanzato di implementazione nel Regno Unito e in procinto di essere testata negli Stati Uniti, a ottobre di quest'anno.

    "L'intero progetto è seriamente messo in discussione," sostiene Grunwald. "Si tratta di un gigantesco spreco di denaro, senza che la sicurezza sia minimamente accresciuta."





  • lorette
    00 17/08/2006 22:56
    Sony e Dell pasticciano con le batterie dei notebook

    Oltre quattro milioni di pezzi richiamati: l'uso intenso e l'alta temperatura possono provocare l'incendio.

    News - 17-08-2006


    Un po' di surriscaldamento e voilà: il PC flambéDell ha annunciato lunedì il richiamo di quattro milioni e centomila batterie dei suoi computer portatili. Si tratta dell'operazione più grande della storia, nel campo degli accumulatori per PC.

    Pare che le batterie agli ioni di litio, prodotte per Dell da Sony, abbiano la tendenza a surriscaldare e, in casi rari, di andare a fuoco, con rischi non indifferenti, anche per l'incolumità fisica degli utilizzatori.

    Questo reale rischio di incendio, determinato dall'instabilità delle batterie, ha motivato il clamoroso gesto di Dell. La notizia di numerosi incidenti del genere circolava su internet da qualche tempo. Erano due anni che Sony produceva questi pezzi, ma solo negli ultimissimi tempi si sono avuti problemi.

    La notizia, secondo gli analisti finanziari, non dovrebbe sconvolgere l'assetto finanziario di Dell. Sarà invece più sensibile la perdita prevista in termini di immagine, in un momento difficile per la società, che vede rallentare la crescita delle vendite a causa dei servizi post-vendita, ritenuti poco soddisfacenti.

    L'impatto sulla reputazione potrebbe essetre ancor più profondo per Sony, reale produttore del componente incriminato. "La responsabilità è di chi effettua i controlli di qualità sull'oggetto," sostiene una fonte: "in questo caso, l'azienda nipponica".

    I problemi sono originati da un errore in produzione: impurità metalliche hanno contaminato alcuni elementi degli accumulatori. La presenza di un conduttore tra anodo e catodo, ad alte temperature, aumenta le probabilità di scintille, che possono degenerare in fuoco.

    Gli utenti Dell possono verificare a questo indirizzo con il numero di serie se la propria batteria è tra quelle richiamate.

  • lorette
    00 25/08/2006 18:00
    La libertà della Rete secondo Lessig

    Il teorico dell'open source mette in guardia
    contro i pericoli che corrono la libertà
    e la neutralità della Rete.

    News - 21-08-2006


    Lawrence Lessig è conosciuto anche dal pubblico italiano per essere forse il massimo teorico della "libertà del copyright", cioè del rifiuto della dittatura della tutela della proprietà intellettuale in Rete e non, dei suoi eccessi e dogmi che rischiano di frenare l'innovazione scientifica e artistica, anziché promuoverla e tutelarla.

    Nel suo ultimo saggio, uscito per i tipi della Feltrinelli, "Il futuro delle idee", Lessig - oltre a proporre anche una riforma del copyright e a riproporre il no alla brevettabilità del software - si sofferma sui rischi di involuzione per la cosidettà neutralità della Rete: questi vengono dal sempre maggiore interesse commerciale a vendere, insieme alla connessione in banda larga e al traffico, anche contenuti multimediali (come film, musica, programmi tv sportivi e di intrattenimento) e alla trasformazione delle compagnie telefoniche e Internet provider in società editoriali e viceversa, con tutto il corollario di alleanze, fusioni, aggregazioni a cui stiamo assistendo.

    La Rete, a differenza degli altri media, è un sistema aperto e libero: chi decide quando, quanto e cosa vedere è sempre l'utente, che anzi è soggetto attivo con le sue chat, i suoi blog, forum, mailing list e i suoi contenuti che produce, condivide con chi vuole e distribuisce (spesso gratuitamente): sono il frutto della sua creatività.

    Stiamo invece andando sempre più verso una Internet che privilegia l'accesso e la fruizione a programmi realizzati e decisi dalle grandi multinazionali multimediali, distribuiti a pagamento e ferocemente tutelati. Si va da una Rete egualitaria e antigerarchica a una gerarchizzata e chiusa.

    Lessig cita Jerome Saltzer per individuare cinque modalità fondamentali di questa involuzione della Rete:

    1) Limiti video: alcuni provider limitano il numero dei minuti a disposizione di un cliente per una connessione video streaming. La scusa è che non ci sono sufficienti risorse per permettere a tutti i clienti di fruire simultaneamente di video streaming.

    2) Limiti di server: mentre reclamizzano i benefici dell'essere sempre on line, alcuni provider impongono un contratto detto dell'"uso accettabile" che proibisce ai clienti di far funzionare un proprio servizio Internet, come ad esempio un sito. La scusa tecnica è sempre quella della capienza limitata. Alcuni provider hanno adottato un approccio ancora più sottile: rifiutano di assegnare un Ip fisso alle connessioni casalinghe, rendendo difficile al cliente l'offerta di servizi Internet che altri possano agevolmente trovare. E alcuni provider hanno posto "colli di bottiglia" artificiali sui dati in uscita per scoraggiare la gente rispetto ai servizi Internet.

    3) Scelta dorsale di rete prefissata: i fornitori di accesso scelgono dove attaccarsi a un carrier di lunga distanza per Internet, detto "provider della dorsale di rete".

    4) Filtri: i dati vengono trasportati via Internet sminuzzati in pacchetti, ciascuno contenente un numero detto "porto di destinazione", che dà una sommaria indicazione di quale ne sia il contenuto; una pagina web, e-mail, la ricerca di un nome, un login remoto o un file-sharing. Svariati provider hanno cominciato a esaminare ogni pacchetto trasportato o a scartare quelli con certi scopi, particolarmente quelli usati per la condivisione di file. La scusa tecnica per questa forma di filtro è che molti utenti ignorano che il proprio computer permetta la condivisione di file e che il filtro previene il rischio di un uso distorto di quella possibilità. Ma alcuni provider hanno imposto dei filtri su ogni cliente, inclusi coloro che invece vogliono condividere file. Inoltre, siamo qui in presenza di un possibile conflitto di interessi: il provider di accesso ha un incentivo a trovare una scusa, tecnica o politica, a escludere servizi che competono con quanto essi offrono.

    5) Mancanza di home network: sempre più nuclei familiari hanno due o più computer connessi tramite un home network e con il passare del tempo questa connessione si estende a televisori e a molti altri elettrodomestici. Alcuni provider sostengono di non essere equipaggiati per installare questo tipo di reti anche se la tecnologia che lo permette è stata sviluppata negli anni settanta.

    Per comattere questi rischi, Lessig propone l'obbligo della separazione della vendita della connessione dalla vendita dei contenuti nel nuovo settore in espansione della IpTv. Questa richiesta, fatta propria in una petizione on line, girata nelle settimane scorse e proposta dall'Aiip, l'associazione italiana dei piccoli Internet Provider, non è stata accolta dalla Commissione Europea.

    L'altra proposta del libero accesso di tutti gli operatori alla Rete per ora è negata da Telecom Italia, che rifiuta di aprire anche ai concorrenti anche la cosidetta Internet di seconda generazione e si appresta a siglare un accordo con il "signore mondiale" della PayTv Murdoch. Si tratta quindi di tematiche non teoriche ma di sempre maggiore attualità.




  • lorette
    00 25/08/2006 18:03
    Oscurati i siti per chitarristi

    Non solo musica digitale e film.
    Le major ora perseguitano chi "spaccia" testi e accordi
    delle canzoni. Chiudono prestigiosi siti amatoriali.

    News 22-08-2006


    Prosegue la guerra santa delle organizzazioni che proteggono gli interessi delle major contro la diffusione della cultura condivisa. Dopo la MPAA e la RIAA, ora è la volta della NMPA (National Music Publishers' Association) e della MPA (Music Publishers' Association).

    Già lo scorso dicembre quest'ultima associazione si era resa potagonista di una guerra contro i siti che pubblicavano i testi delle canzoni, senza fare distinzioni tra venditori online e siti amatoriali, che distribuivano materiale gratuito.

    Adesso, l'obiettivo sono le tablature, vale a dire gli accordi armonici. Sono molti i siti che, spesso grazie al lavoro certosino dei loro frequentatori, pubblicano le "tab" ricostruite dei brani più noti e amati dagli strimpellatori dilettanti.

    Tecnicamente, si tratta, al pari dei testi, di materiale protetto da copyright. Ma finora nessuno aveva osato profanare quel sottobosco di passione per la musica, e di scambio di opinioni, che verosimilmente procura incassi ai giganti del disco.

    Purtroppo l'appetito idiota di queste organizzazioni sembra non aver limite, e anche questi siti sono stati presi di mira dalle lettere minatorie che ben conosciamo. Il risultato, vista l'impossibilità di sostenere un processo, è inevitabilmente la chiusura.

    Il primo a cadere sembra sia stato il noto Online Guitar Archive (OLGA), attivo da anni, che raccoglieva tablature ricostruite da molti appassionati. A seguire, sono stati oscurati anche GuitarTab.com, e MyGuitars.com

    Nella lettera inviata a OLGA, gli editori accampano l'esclusivo diritto di pubblicare "arrangiamenti, adattamenti, estratti o trascrizioni di lavori musicali protetti, inclusi i testi".

    Le tablature online sono una fonte indispensabile di materiale per gli appassionati di chitarra, visto che quelle in vendita sono carenti di gamma, estremamente costose e spesso imprecise.

    "Ci fosse un'alternativa, tipo i negozi online ben forniti che vendono la traccia digitale a un prezzo ragionevole (99 centesimi a brano), la situazione sarebbe meno grave," sostengono i membri della community OLGA.

    Ma corporation di questo tipo, abituate a incassi milionari senza far nulla, difficilmente metteranno mano a un settore difficile e povero di guadagni, come quello degli accordi armonici.


  • lorette
    00 25/08/2006 18:09
    Legale fotografare gli slip delle passanti

    Un Pm di Venezia ribadisce che non c'è nessuna legge
    che vieti di fotografare sederi e slip delle belle passanti.

    News 25-08-2006




    Lo aveva già stabilito un giudice di Savona, all'inizio del 2005, che aveva assolto un giovane che, di nascosto, sotto una scala mobile aveva scattato con il telefonino centinaia di fotografie agli slip (in qualche caso senza slip) delle donne che frequentavano l'esercizio. Non c'era, aveva sentenziato il giudice, nessuna legge che proibisse questa prassi indiscreta.

    Un pubblico ministero di Venezia in qualche modo ribadisce questa giurisprudenza: ha infatti archiviato (perché il fatto non costituisce reato) una denuncia a carico di un fotografo dilettante che fotograva di nascosto, per le calli e i ponti della città lagunare, il sedere delle passanti, in gonna e pantaloni, attendendo, soprattutto, che il vento sollevasse la gonna e approfiitando largamente della moda che impone gonne e pantaloni a vita bassa, se non bassissima, da cui sporgono in abbondanza tanga, perizoma e anche di più.

    Il Pm ha verificato che nessuna delle donne fotografate aveva presentato denuncia; nessuna se ne era accorta durante la foto, né era possibile risalire da quel "particolare" all'identità della modella involontaria e perciò non c'era, a suo parere, niente di penalmente rilevante.


  • lorette
    00 02/09/2006 23:22
    Prezzi in Vista

    Si rincorrono le indiscrezioni sui prezzi delle versioni della nuova incarnazione di Windows.

    News 3-09-2006

    Foto di Sanja GjeneroNelle ultime ore in Internet c'è stata una "caccia al prezzo" per scoprire a quanto sarà venduto Windows Vista.

    A dare il via alle danze è stato Ed Bott, blogger per ZDNet, che ieri ha notato (sulla pagina del sito di Microsoft Canada che riporta i prezzi di tutti i prodotti Microsoft al dettaglio) anche la presenza delle versioni di Vista.

    La lista è poi rapidamente scomparsa, cosa che ha reso l'informazione ancora più interessante. Secondo quel listino, comunque, la versione Home Basic sarebbe dovuta costare 259 dollari canadesi, mentre la Ultimate ben 499; le altre, nel mezzo.

    Operando le conversioni e basandosi sugli attuali prezzi negli Stati Uniti, Bott ha ipotizzato che il costo, in dollari statunitensi, avrebbe potuto essere di 199 dollari Usa per la versione Home Basic e di 349 dollari per la Ultimate.

    Oggi altre notizie sono venute alla luce. Pare infatti che Amazon abbia delle informazioni di prima mano.

    Secondo il popolare sito di e-commerce, infatti, Windows Vista Ultimate costerà la bellezza di 399 dollari (50 in più della previsione di Ed Bott), mentre Vista Home Basic 199 dollari. Nel mezzo, la Home Premium (parente stretta di Windows XP Media Center, 239 dollari), la Business (269 dollari), i vari aggiornamenti e le licenze aggiuntive.

    A far da ciliegina, pare che Amazon sia anche informata sulla data di rilascio: infatti le pagine di dettaglio riportano l'interessante dicitura Availability: This item will be released on January 30, 2007 (disponibilità a partire dal giorno 30 gennaio 2007)

  • lorette
    00 15/09/2006 23:57
    ErrorZilla, a prova di errore

    Una comoda estensione per rendere
    più comoda la pagina di errore di Firefox.


    News15-09-2006

    ErrorZilla, l'estensione per la pagina d'errore.A tutti almeno una volta è capitato, dopo aver digitato una Url, di trovarsi dinanzi a una pagina scarna che recita che Firefox non è riuscito a trovare l'indirizzo richiesto.

    Errore di digitazione, per la fretta, per una tastiera scomoda. Dopo una veloce verifica visiva di aver effettivamente digitato nel modo corretto ciò che si voleva scrivere, ci si domanda se la Url è effettivamente quella giusta. O se per caso nel tempo quel sito non sia più online o ancora sia stato trasferito "altrove".

    Errorzilla, per Firefox 1.5 e superiori, rende più pratica la pagina di errore di Firefox, aggiungendo alcuni comandi, posizionati su sei tasti.

    Per aggiornare la pagina, analogamente alla pressione di F5, c'è Try Again. Potete vedere se per caso c'è una copia cache su Google tramite appunto Google Cache oppure sfruttare il tasto Wayback per controllare se vi è una versione contenuta negli archivi della Wayback Machine.

    Altrimenti vi vengono in aiuto il Ping per controllare che il server risponda, Trace per tracciare il percorso dei pacchetti inviati dal nostro Pc all'host del sito e Whois che permette di controllare lo status del dominio che ci interessa.

  • lorette
    00 15/02/2007 21:57
    News trovata in rete [SM=g27822]

    Apple: non installate Vista
    Manca ancora la piena compatibilità tra iTunes
    e il nuovo nato di Microsoft.
    Le raccolte musicali sono potenzialmente in pericolo.


    Tramite una pagina del proprio sito, Apple sconsiglia agli utenti di iTunes di aggiornare il proprio sistema operativo a Vista.

    Le conseguenze per chi voglia rischiare potrebbero essere serie: per esempio, la rimozione dell'iPod tramite la funzionalità di Windows "Rimozione sicura hardware" potrebbe risolversi nella corruzione della memoria interna del dispositivo.

    Ancora, i brani acquistati dall'iTunes Store con Windows 2000 o XP potrebbero non essere riproducibili dopo l'aggiornamento a Vista.

    Apple promette che nelle prossime settimane verrà rilasciata una nuova versione del software che metta fine a questi problemi. Nel frattempo, meglio non installare Vista.

  • lorette
    00 01/09/2007 18:21

    La truffa dell'899 per le bollette insolute

    Una voce preregistrata comunica per telefono che ci sono
    bollette non pagate e che bisogna chiamare un numero 899.

    News del 13-08-2007


    L'ultima trovata per turlupinare la gente con i numeri con prefisso 899 è una telefonata che molti stanno ricevendo in questi giorni di metà agosto.

    Un messaggio preregistrato comunica, a nome di Telecom Italia, che ci sarebbero delle bollette insolute e che, per ulteriori informazioni a riguardo, si può chiamare un numero che inizia con 899.

    Ma non è Telecom Italia a fare questo tipo di chiamate; l'ex monopolista inoltre non ha alcun numero 899 o a pagamento per fornire questo tipo di informazioni, poiché i suoi utenti possono sempre rivolgersi ai numeri gratuiti 187 e 191, o ad altri numeri verdi.


    [Modificato da lorette 01/09/2007 18:22]
  • lorette
    00 01/09/2007 18:47
    L'Adsl Telecom a rischio dialer

    Dal 1 ottobre le linee Alice Voice saranno abilitate agli 899 e alle numerazioni speciali: anche chi non ha un modem analogico correra' il rischio di incappare in un dialer.

    News 27-08-2007


    Dal prossimo 1 ottobre le linee telefoniche virtuali aggiuntive di Alice Voce, cioè le linee telefoniche che Telecom Italia mette a dispozione degli utenti Adsl per effettuare telefonate illimitate locali e nazionali in modalità Voip, saranno abilitate a chiamare le numerazioni speciali. Si tratta in pratica degli 899 e simili.

    Chi vorrà chiederne la disabilitazione a titolo gratuito dovrà chiamare il numero 187, con le stesse modalità previste per le linee telefoniche tradizionali.

    Ancora una volta, purtroppo, Telecom Italia sceglie la strada della disabilitazione su richiesta e non il contrario: cioè rendere le linee tutte disabilitate a queste pericolose numerazioni, e abilitarle solo su esplicita e diretta richiesta dell'abbonato.

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