00 07/07/2005 07:51
Il software non puo' essere brevettato


Con una larghissima maggioranza il Parlamento Europeo respinge la direttiva sui brevetti software. E' la terza bocciatura, stavolta definitiva.

[ News - 07-07-2005]





Il Parlamento Europeo ha respinto la direttiva sulla brevettabilita' del software, con una maggioranza schiacciante di 648 voti favorevoli contro 14 contrari (18 gli astenuti). E' una grande vittoria per chi si era battuto contro questa legge, in primo luogo gli sviluppatori open source. Per le grandi case software invece si tratte di una sonora sconfitta.

Per un eventuale riesame, la discussione dovrebbe ripartire da zero, ma ci sono segnali che lasciano pensare che questo non succedera': la Commissione incaricata ha dichiarato che per ora non presentera' altre proposte. La pressione delle lobby (la più forte quella di Microsoft) ha spinto moltissimo ma non è riuscita nel suo intento: la maggioranza trasversale, da destra a sinistra, è stata larghissima.

Positive le prime reazioni da parte della Foundation for a Free Information Infrastructure, l'organizzazione che si era mobilitata con un webstrike mondiale.

Soddisfazione anche da Red Hat e Sun, azienda quest'ultima che con una serie di iniziative, non ultimo il rilascio di Open Solaris, sta cercando di accattivarsi la comunita' open source.

La proposta di brevettabilità per il software era stata avanzata già dalla Commissione Prodi, in concerto con il Consiglio della Ue (la conferenza dei capi dei governi); ma tale proposta ha incontrato la ferma opposizione degli ambienti dell'open source di tutta Europa, con una mobilitazione molto forte in Italia e anche la resistenza di Paesi come la Polonia e la Lituania.

Dal punto di vista politico si tratta della prima importante affermazione del mondo dell'open source. E' anche una vittoria del Parlamento Europeo, democraticamente legittimato, sulla volontà dei governi nazionali e della Commissione europea e della tecnocrazia che la supporta.

I parlamentari europei, dopo le bocciature sonore dei referendum francese e olandese, hanno voluto dimostrare che l'Europa non è il regno delle lobby e un'istituzione lontana dai suoi cittadini, ma è capace di esprimere un modello sociale originale e differente dal modello americano.



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