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Joi Ito, eroe dai due volti


L'autoproclamato guru del digitale si arricchisce rifornendo l'esercito degli Stati Uniti. Dietro l'open source c'è un mondo parallelo di speculazione e cinismo?

News - 21-07-2005


"L'esercito USA è solo il nostro maggior cliente"L'uomo, si sa, ha bisogno di eroi. Così, anche i seguaci del free software e movimenti collegati hanno le loro icone: da Richard Stallman a Linus Torvalds, fino ai più recenti (e trendy) Lawrence Lessig, Lula da Silva, Gilberto Gil, Mark Shuttleworth, etc. Anche chi segue i principi di un movimento per definizione spersonalizzato e privo di leader, sente il bisogno di identificarsi in una persona fisica, un ritratto da apporre su una maglietta, un esempio da imitare.


Tra queste icone si è recentemente auto-inserito un personaggio strano: Joichi Ito. Molti ne avranno già sentito parlare, perché è un uomo molto visibile. Gira il mondo tenendo conferenze come esperto di licenze free, anche se vi sono poche tracce in rete della sua attività di saggista e divulgatore, se si esclude il suo personale blog.

E ogni volta che si presenta da qualche parte, è un fuoco di fila di interviste (è finito anche in copertina del "Time"), happening, incontri, conferenze stampa e mondanità varie. Quasi come se sedere accanto a Lessig nel Board di Creative Commons, fosse sufficiente per essere considerato un grande personaggio, un nuovo "guru" delle culture digitali mobili.

Le veline ufficiali lo definiscono "manager, studioso, attivista, viaggiatore e speaker instancabile, raffinato interprete dei cambiamenti antropologici, sociali ed economici collegati allo sviluppo delle tecnologie digitali." Niente altro: questa spettacolare autopromozione non riesce ad attribuire, a questo enfant prodige della new economy, un testo, un'idea originale, un'impronta significativa su questa benedetta nuova economia.

Si riesce appena a capire che è ricco, molto ricco, e naturalmente refrattario agli studi, per cui ha interrotto più volte la sua carriera scolastica. Ma la rete è grande, per cui chiunque può fare ricerche e scoprire la molteplici attività del profeta digitale, tra cui la 3Dsolve Inc., da lui finanziata, quotata oltre cinque miliardi di Euro (sì, avete capito bene). Essa fornisce a esercito e marina americani (quelli della guerra in Iraq, contro le armi chimiche di Saddam) simulatori per addestrare i soldati.

Addestrare, ovviamente, a uccidere. Lo stesso sito 3Dsolve mostra esempi di simulazione perfettamente realistici, con tanto di cadaveri di nemici abbattuti. La faccenda non ha mancato di suscitare un polverone, anche su alcuni blog italiani, come questo, o questo.

Sollecitato in proposito, Juan Carlos De Martin, responsabile di Creative Commons Italia, sulla lista Community di CC.it, minimizza decisamente: "[...] anche io, nel mio piccolo, sono colpevole di aver lavorato per Texas Instruments in un periodo (circa due mesi) in cui l'azienda aveva ancora una divisione militare."

A me viene in mente il Craxi del 1992: tutti colpevoli, nessun colpevole. Siamo tutti contaminati: se per esempio il vostro lattaio fa la raccolta dei bollini della Esso (fornitore ufficiale dell'esercito U.S.A.), acquistando il latte state finanziando anche voi la guerra.

E allora, perché prendersela con chi fornisce armi (anche se "virtuali") per la guerra preventiva?