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Joi Ito, eroe dai due volti (parte seconda)

L'autoproclamato guru del digitale si arricchisce rifornendo l'esercito degli Stati Uniti. Dietro l'open source c'è un mondo parallelo di speculazione e cinismo?

News - 21-07-2005


A De Martin fa eco lo stesso Ito: "In 3Dsolve ci sono solo esperti in animazione 3D, non militari. L'esercito è solo il nostro maggior cliente. Sarebbe come criticare Linux solo perché viene usato dalla NSA (la National Security Agency, l'organismo governativo degli Stati Uniti d'America che si occupa di sicurezza nazionale, ndr)".

Come vedete, Ito cerca di alzare il polverone: lo strumento (Linux o CreativeCommons) è neutro, perchè non si può impedire ad alcuno di utilizzarlo, sia la NSA o Belzebù in persona. Quindi, anche chi sostiene e promuove questo strumento, può sporcarsi allegramente le mani con la guerra per il petrolio iracheno.

"Si può davvero minimizzare?", si chiede Danilo Moi, promotore e fondatore di creativecommons.it 1.0, nel suo pezzo "The dark side of Creative Commons". "Si parla di legami di un dirigente di Creative Commons con lo strumento di sterminio più discusso del pianeta (l'esercito statunitense). Si parla di società quotate miliardi di dollari. In più, Creative Commons è legata, attraverso i suoi dirigenti, a diverse multinazionali, non ultima la Microsoft"

"Siamo davvero sicuri," continua Moi, "che sia un fattore secondario? Davvero l'auspicata nascita del Copyleft, e, per generalizzare, la rivoluzione della società della conoscenza, possono essere guidate da poteri simili? Non è forse universalmente riconosciuto e auspicato che debbano scaturire dall'azione di realtà che a tali poteri sono addirittura opposte?"

"Temo, invece, "conclude Moi, "che questi poteri possano influenzarne pesantemente il percorso, per trasformare un ipotetico progresso della civiltà in una colossale e pericolosa delusione. La storia ce lo insegna con un'infinità di esempi."

Da parte nostra, aggiungiamo alcune domande: se veramente la sfida è tra due modelli neutrali, perché migliaia (forse milioni) di sviluppatori, ma anche di tecnici, traduttori, beta tester e semplici utilizzatori, spendono una parte del loro tempo gratuitamente attorno ai "loro" progetti software open?

A che titolo il movimento free, Lessig compreso, partecipa compatto alle principali manifestazioni antimperialiste mondiali, come il World Social Forum? Per quale motivo migliaia di volontari sostengono e animano iniziative web, tra le quali CreativeCommons.it, senza alcuna remunerazione?

E ancora, perché paesi in fasi critiche di sviluppo, come Brasile e Sud Africa, affidano al Free Software, alle Creative Commons e all'etica hacker le speranze di riscatto per milioni di poveri ed esclusi?

La risposta è che non è tutto qui: la GPL e le Creative Commons non sono solo strumenti legali, Linux non è solo un sistema operativo. C'è qualcos'altro, qualcosa di indefinibile, ma chiaro, che accompagna lo sforzo di milioni di persone contro l'imperialismo, le guerre preventive, lo sfruttamento dei deboli: la consapevolezza di lottare per un mondo diverso, migliore di quello attuale.

E allora tutti noi, anche Creative Commons, abbiamo il dovere di guardarci da personcine come Joichi Ito, metterle in un angolo, costringerle a gettare la maschera e, eventualmente, isolarle. Non lasciamoci trascinare dalla retorica dei comunicati stampa: la loro demagogia opensource non ci appartiene.