00 21/01/2006 13:32
Animali Pericolosi in Mediterraneo
Batteri che provocano infezioni cutanee


(nell’ambiente acquatico)

L'esposizione all'acqua può risultare in diverse infezioni cutanee. Le cause includono: acque dolci, salate o salmastre, acque potabili, acquari e piscine, acque ospedaliere. Inoltre, diversi animali acquatici - pesci, squali, tartarughe e alligatori - possono trasmettere infezioni, attraverso morsi o punture.

Lesioni da oggetti inanimati, come ami da pesca o conchiglie rotte possono avere lo stesso risultato. I quattro agenti batterici più comuni sono: Vibrio vulnificus, Aeromonas species, Erysipelothrix rhusiopathiae e Mycobacterium mainum. Le manifestazioni cliniche cutanee includono: ascessi cutanei, cellulite (infiammazione sotto-cutanea), infezione di ferite, ectima gangrenoso (una infezione focale dei vasi sanguigni), necrosi dei tessuti molli sottostanti (fasce e muscoli). Spesso è difficile distinguere l'origine dell'infezione dai soli segni clinici e sono necessarie analisi di laboratorio. Esistono, comunque, alcuni criteri per distinguere le diverse infezioni.

Vibrio vulnificus: questo batterio ha una forma particolare a virgola con flagello. Il pericolo si limita alle acque salate e salmastre, specie se calde. Le lesioni iniziano come aree rosse, che si trasformano rapidamente in vesciche ed in ulcerazioni necrotiche. Possibili le complicazioni in gravi celluliti, vasculiti necrotizzanti con ulcerazioni cutanee ed invasione batterica del sangue. Frequente, in casi di grave cellulite, la necessità di incisione e pulizia chirurgica. Infezioni non curate possono essere letali.

Aeromonas species: questo micro-organismo provoca gravi celluliti intorno al punto di inoculazione, per traumi avvenuti in acqua dolce. La cellulite si presenta con rossore e dolore progressivo intorno al punto di inoculo. Può evolvere molto rapidamente anche verso un'infezione generalizzata.

Mycobacterium marinum: questo organismo vive in ogni tipo d'acqua, compresi acquari, piscine, serbatoi, eccetera. Le infezioni conseguono a traumi, anche lievi, punture di pesci o crostacei. La malattia si limita alle zone più fredde del corpo, spesso solo le estremità. Infatti, una volta, l'applicazione locale di calore rappresentava l'unica cura.

Le infezioni da questo organismo non sono acute: è necessario un periodo di incubazione da una a otto settimane, prima della comparsa dei segni di infezione. Le lesioni iniziali sono piccole papule color carne, che lentamente ingrossano assumendo un colore rosso-bluastro. Possono localizzarsi lungo i vasi linfatici, assumendo un andamento lineare e svilupparsi, occasionalmente, in forma di cellulite progressiva.

Erysipelothrix rhusiopathiae: si tratta di un batterio molto comune in natura ed in molti animali, domestici e selvatici, compresi pesci ed uccelli. La fonte di penetrazione più comune è un taglio o un'abrasione mentre si maneggia un pesce e le zone interessate sono spesso le dita e le mani.

Clinicamente si osserva una colo-razione rosso-bluastra e dolorosa delle zone colpite, con gonfiore ed occasionale prurito. Senza trattamento, possono comparire vesciche e forme di cellulite che assomigliano alle celluliti staflococciche o strepto-cocciche. Queste infezioni sono, generalmente, autolimitanti e guariscono spontaneamente.

Terapia: Anche se l'infezione segue un trauma in acqua, è sempre opportuno avviare un trattamento contro streptococchi beta-emolitci e stafilococco aureo. Questi batteri, assai comuni e frequentemente presenti sulla cute, possono infatti provocare infezioni in sede di lesioni cutanee. Dato che le infezioni acquatiche hanno, in genere, cause molteplici, il medico tenderà a prescrivere antibiotici a largo spettro. Chi viaggia in luoghi remoti dovrebbe sempre portarne una buona scorta con sé.