00 03/01/2005 16:54
Scusi... mi fa un po’ di luce ?



In biologia è risaputo che i batteri vivono in colonie, ma ancora fino a qualche anno fa si credeva che ogni singolo elemento della colonia fosse un individualista di tutto rispetto! Un batterio pensa a se stesso e non è comunica con i suoi simili!
Oggi, invece, sembra che la maggior parte dei batteri comunichi con i propri vicini.
Un esempio lo possiamo prendere dalla vita di alcuni batteri marini luminescenti. Essi sono in grado di comunicare grazie a sostanze chimiche che emettono e che ricevono. L’emissione di luce è dovuta a reazioni chimiche dove è coinvolto un enzima, la luciferasi. Si pensava che ogni reazione chimica in grado di produrre luce avvenisse indipendentemente in ogni singola cellula batterica invece è stato scoperto recentemente che essa è controllata da un meccanismo intercellulare grazie a un messaggero molecolare (una sostanza chimica prodotta dai batteri) che si sposta da una cellula batterica all’altra.
La luce si manifesta quando la concentrazione di questa sostanza è abbastanza alta da superare un certo valore soglia e la concentrazione dei batteri è elevata in uno spazio ristretto.
Molti animali possiedono organi in grado di produrre luce che ospitano al loro interno batteri luminescenti, le lucciole, alcuni pesci e calamari.
Prendiamo in considerazione il caso di una piccola seppia Euprymna scolopes che ospita il batterio Vibrio fischeri nel proprio organo luminoso.
Questa seppia coltiva nel proprio organo luminoso un gruppo di batteri molto denso, il messaggero molecolare batterico si accumula fino oltre il valore soglia, stimolando così la produzione di luce.

Tutte e due gli organismi, batteri e ospite traggono beneficio dalla reciproca associazione:
Euprymna scolopes, che è predatore notturno, grazie alla luminescenza riesce a mimetizzarsi! Infatti la luce batterica, simile alla luce lunare, fa scomparire l’ombra che normalmente si formerebbe quando i raggi lunari colpiscono il cefalopode.
Dal punto di vista dei batteri, essi traggono vantaggio dal fatto che il cefalopode offre loro un rifugio protetto e ricco di cibo. Ben volentieri i batteri forniscono luce al loro “albergatore”!