00 24/07/2005 10:32
Quello che l'Authority non ha detto

Le associazioni dei consumatori chiedono più impegno
all'Authority per le Comunicazioni contro la piaga
dei servizi attivati senza consenso dai gestori telefonici.

News - 22-07-2005


Il nuovo Presidente dell'Authority per le Comunicazioni Corrado Calabrò, recentemente nominato, ha tenuto la sua prima relazione da Garante, il giorno dopo della sua decisione di tagliare le tariffe delle telefonate fisso-mobile, che tanti consensi ha avuto nell'opinione pubblica, creando un clima di simpatia popolare, finora sconosciuto da questa istituzione.


Tra le competenze dell'Authority vi è la vigilanza sulla concorrenza e il pluralismo nel settore radiotelevisivo e sui passaggi della relazione, relativi alle vicende di questo settore, si sofferma molto l'attenzione dei media.

Calabrò ha sottolineato, ancora una volta se ce ne fosse stato bisogno, come il duopolio televisivo Rai-Mediaset sia un limite per il pluralismo ma ha, forse, peccato di ottimismo, vedendo nell'avvio del digitale terrestre il principio del superamento dell'attuale situazione bloccata.

Ha ignorato, infatti, critiche importanti come quella dell'associazione AltroConsumo, che ha presentato sul tema, poco tempo fa, un ricorso in sede europea sul fatto che anche nel digitale terrestre si stia verificando un'analoga concentrazione in poche grandi reti nazionali, le stesse della Tv tradizionale.

Calabrò ha sottolineato anche l'inadeguatezza dell'attuale legge sul conflitto di interessi ed è intervenuto sui temi della liberalizzazione delle Tlc mettendo in evidenza, soprattutto, gli aspetti positivi come il calo delle tariffe avvenuto nel settore della telefonia negli ultimi anni, a differenza di altri.

Per Paolo Landi, presidente dell'associazione Adiconsum, manca un impegno maggiore dell'Authority a combattere la piaga dell'attivazione di servizi a pagamento, mai richiesti dagli utenti, che sta crescendo in modo preoccupante negli ultimi tempi. Un fenomeno che non riguarda solo Telecom Italia perché sono sempre di più i clienti che si ritrovano improvvisamente sotto un altro gestore senza averlo mai richiesto.

Centinaia di migliaia di clienti che si ritrovano segreterie mai richieste, che ricevono kit di Alice e che si ritrovano la linea telefonica indisponibile per collegamenti Adsl con altri gestori perché già occupata da Alice, a cui arriva il pacco con il videotelefono o con Aladino, senza averlo mai ordinato e che li costringe a rispedirlo a proprie spese a Telecom Italia (o recandosi presso i negozi Telecom Italia nei capoluoghi di provincia, dove esistono perché gli affiliati non li ritirano).

Sono clienti che poi devono chiamare il 187, ascoltando musichette ed inviti ad acquistare i prodotti che gli hanno già rifilato, spesso non ricevendo informazioni chiare ma che, soprattutto, sono costretti a pagare la bolletta anticipatamente con i canoni di servizi non richiesti.

Il cliente non può rifiutarsi di pagare la bolletta con l'addebito di servizi non richiesti, pena la sospensione della linea, deve poi attendere mesi per il rimborso e magari perdere tempo per sollecitarlo; se invece paga l'importo, al netto dell'addebito non dovuto, su un bollettino di conto corrente postale, come gli viene indicato rischia lo stesso di passare, causa disguidi, per moroso, di essere sospeso, di dover penare non poco per dimostrare la propria buonafede e vedersi riattivata la linea, di pagare gli interessi di mora e le spese di riattivazione, di perdere il bonus previsto per chi è un buon pagatore.

Si tratta di una situazione esplosiva, causata da una perdita di controllo, da parte di Telecom Italia, di sempre più spregiudicate agenzie esterne a cui affida la commercializzazione, che fanno senza scrupoli di sorta e che richiede sanzioni frequenti, multe pesanti, e un intervento del legislatore per renderle ancora più pesanti di quelle già previste.

Richiederebbe anche delle scuse solenni al Paese e ai singli utenti da parte del Presidente di Telecom Italia, Marco Tronchetti Provera, che non perde occasione, un giorno si e l'altro pure, di invitare tutti, governo, opposizione, sindacati e cittadini ad essere responsabili, ma questa è una questione di stile e il Garante non si occupa di questo.