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Il Governo schederà le nostre email
Il decreto legge antiterrorismo stabilisce l'obbligo
di conservazione dei dati del traffico email fino al 2007.

News - 25-07-2005


Alla fine il decreto-legge
antiterrorismo è stato partorito. Contiene alcune novità in assoluto, come la possibilità per le forze dell'ordine di effettuare il prelievo forzoso di saliva e capelli per analizzare il DNA dei sospetti di terrorismo, al di fuori di un processo.

Questo decreto rischia però di collidere con una sentenza della Corte Costituzionale che vieterebbe il prelievo forzoso di materiale organico.

Lo stesso decreto allunga i tempi del fermo di polizia da 12 a 24 ore. Dispiace che la stessa forma del decreto d'urgenza non sia stata utilizzata per introdurre nel nostro ordinato il reato di tortura, con l'aggravante se compiuto da pubblici ufficiali: l'Italia sarebbe obbligata a farlo, per adempiere a convenzioni internazionali ed europee che ha sottoscritto e deciso il nostro Parlamento, a larghissima maggioranza. L'introduzione del reato di tortura sarebbe un deterrente al ripetersi di casi come quelli del G-8 a Genova nella caserma di Bolzaneto, in cui i responsabili potranno godere della prescrizione dei termini e rimanere impuniti.

Vi sono poi novità che vengono spacciate come tali e non lo sono per niente: per esempio l'obbligo di identificare chi compra una Sim card per la telefonia mobile esiste già da tempo (con una circolare amministrativa) e viene già applicato dai gestori mobili. Parimenti già esiste l'obbligo di chiedere il permesso alla Questura per aprire un Internet corner (come qualsiasi esercizio pubblico, attività professionale e girovaga) e di identificare chi naviga in questi locali (obbligo che spesso non viene rispettato dai gestori e su cui dovrebbe vigilare la Polizia postale).

La novità vera è l'introduzione dell'obbligo di conservazione delle email per due anni, fino al 2007: una misura più modesta dell'obbligo di conservazione delle telefonate fino a 5 anni, ma su cui il Garante della privacy aveva espresso forti riserve.

La conservazione dell'email comporterà maggiori costi per i provider, oltre che la possibilità di abusi e usi illeggittimi di questi dati. L'utilità e l'efficacia di provvedimenti del genere ai fini della prevenzione e repressione del terrorismo internazionale dei kamikaze è invece dubbia e tutta da dimostrare.

Non possiamo certo parlare di un "Patriot Act" all'italiana: la linea "emergentista" a costo di ledere le libertà civili non è passata, vista la modestia delle misure; però non è un buon segnale.

Quello che può preoccupare sono i maggiori poteri in materia di intercettazioni che i servizi segreti avranno, anche se dovranno chiedere l'autorizzazione al Pm (come la Magistratura): nella storia repubblicana sono stati sempre usati male, finché non furono aboliti, per reprimere e controllare le opposizioni.

Alla luce di episodi recenti come la scoperta di una cimice sulla linea telefonica dell'attuale Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, scoperta per caso nei giorni scorsi, e del caso "Storace", cioè il controllo fatto fare da spioni privati sull'attuale Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, non c'è molto da stare tranquilli.