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Il lasso di tempo in cui mi sono dedicato alle gare di altissimo livello lo ricordo un poco con nostalgia per alcuni frangenti e con molto rammarico per altri ,ma non voglio tediare nessuno con particolari insignificanti,solo rammento come e perché ho deciso di non gareggiare più ……era l’anno 1981 ultima domenica di Settembre ….credo!
Allora andavano per la maggiore ,Tubertini,Milo,Sacco,Ravizza e molti altri erano i tempi in cui chi, come me, aveva le prime Verret era un “figo “ [SM=x53607] inutile dire che con il lavoro che facevo mi ero tolto lo sfizio di avere l’intera pezzatura della serie e cioè dal metro e mezzo in su (e me la tiravo che era un piacere ) come presidente onorario non ero molto considerato infatti ero nella squadra "B" quindi in secondo piano rispetto ai “mostri” della “A”[SM=x53608] ma sapevo di poter rimontare posizioni ; appena libero dal lavoro e con la facilità con cui potevo tornarmene a casa mi allenai molto anche dove ero confinato ,avendo la fortuna di avere grandi fiumi a pochi km dalla base in cui ero ,per lavoro …..appunto!
Quando finalmente mi misero nella squadra “A” alla prima gara riuscii a non vedere una coda ,altrimenti …..gli altri fecero rispettivamente il primo classificato nei rispettivi settori ,normale, Giuseppe e Valerio con grande magnanimità mi dissero che ero stato sfigato in relazione al campo gara chje non dava alcuna garanzia e che “loro” lo sapevano già dal mattino come sarebbe andata quindi non c’era di che preoccuparsi in fondo nonostante il mio ottimo ultimo posto ci eravamo qualificati ugualmente per l”eccellenza2 ma il Nino era di tutt’altro parere e me lo disse chiaro e tondo in modo corretto ma assolutamente impossibile far finta di non capire - se dumenica che vegna a tzè ummmò ultim ad fò un cù che la metà l’è a sé!- per chi non conoscesse la lingua pavese traduco –Caso mai domenica farai ancora l’ultimo ti sgrido –
L’esortazione semi affettuosa del mio compagno di gare sortì il suo effetto e da allora ,senza dovermi vantare troppo,diciamo che non è andata malaccio ,so per certo che arrivai alla gloria quando sentii qualcuno dei personaggi sopra menzionati che ,accortosi di avere me nel suo settore ,disse –cxxxo eccolo proprio quello che non volevo porca ….etc.etc.- .
Bene il preambolo è terminato e veniamo subito alla fatidica domenica di settembre :eravamo a pescare sul Naviglio pavese il mio vicino di settore era anche mio vicino di casa ,il suo nome è Primo (una volta si usava in caso di gemelli) ero già in ottima situazione verso le nove e trenta praticamente primo secondo radio pesca anzi con ogni probabilità Primo assoluto .quando mi accorsi delle classiche bollicine che segnalavano un ciprinide (ovviamente cavedani esculsi) ,un pesce gatto o solamente una sacca di gas (e non ditemi che sapete distinguere la differenza che al nostro incontro vi metto alla prova) l’unico modo di saperlo è “andare a vedere” allora il regolamento vietava la pasturazione dopo la prima mezz’ora di pesca ma ,per fortuna nella pastura avevo messo oltre ai vermi (non uso cagnotti) anche del mais ed in buona quantità!
Modificai la lenza e misi un torciglione a circa mezzo metro dall’esca e lasciando il galleggiante così distante dal torciglione che questi appoggiava in obliquo rispetto al pelo dell’acqua tesi il filo quanto bastava in modo che il segnalino (o cavalierino per i più raffinati) sarebbe dovuto restare a “monte” lasciando che la lenza si librasse alla lenta corrente del Naviglio poi appoggiai la canna e mi fumai una sigaretta (spero che non censuriate questa parte come istigazione al fumo )Primo che ,a mio parere ,non è mai stato uno sportivo puro mi prese in giro con una certa acidità lasciai correre non mi sembrava il caso di litigare e poi ……….io non posso accidenti !
Avevo ormai finito la sigaretta quando un lieve tremore del galleggiante mi allertò presi la canna in mano cercando di non far spostare il galleggiante ed attesi quei pochi secondi che bastarono per vederlo prima filare diritto poi affondare e ferrai ………………..era una carpetta che alla misurazione fatta subito dal commissario ci diede un bel 32 cm quindi in regola e la cestinai.
Non ero preoccupato perché sapevo che dopo il peso l’avrei rilasciata e che ormai il mio punteggio era tale da permettermi di bere il tè che Drupi portava ai ragazzi della sua squadra (a Pavia mi conoscevano come “Rudy”) finalmente il segnale di fine gara .
Ricordo che non si poteva toccare nulla e che solo le canne potevano essere smontate ma non riposte in macchina se prima il commissario non fosse passato per il peso alle volte facevamo prima a farci una postazione in cui tutti ci recavamo per farci pesare il pescato registrarlo e poi rilasciarlo o lasciarlo come donazione per l’ospizio.
Ero in attesa del commissario che il caso volle fosse proprio uno della mia società un ragazzo in gamba ma giusto e quando dovetti rovesciare il retino nella vaschetta apposita Primo cominciò a reclamare che la mia carpa non era in misura e che c’erano i soliti favoritismi e cominciò a misurarsela da solo dicendo che era di 29 cm e non 32 etc.etc. la povera bestia stava crepando e la discussione si stava facendo accesa in quanto si erano create ,ovviamente ,le due fazioni, lascia passare ancora pochi minuti poi fra il silenzio di tutti con attenzione rimisi il mio pescato nel retino grande e lo misi in acqua sino a che capii che tutti i pesci erano vivi ,quindi lasciai la corda e li liberai tutti dal primo all’ultimo ,estrassi il portafogli e tirai fuori una banconota da 50.000 delle vecchie lire e la diedi a Primo dicendogli- so che in ogni caso la medaglietta d’oro non la becchi ma con questi te la puoi comperare e se è questo il mondo delle gare ragazzi miei vi saluto-rimontai il tutto e da quel giorno per decenni non gareggiai più a parte casi sporadici ed al Mare ma solo dietro preghiera di amici cari ma da allora ,a meno che non si tratti di una “ronfa” tra amici non ho mai più buttato l’amo per un titolo che lascio volentieri ad altri.
Ho scritto questo brano della mia vita perché vorrei ricordare che la sportività non si può misurare in cm dettati dalle leggi ma da una sola ed unica legge che è quella che ci unisce tutti ,non scritta , è quella cosa che si chiama tolleranza ,lealtà attenzione per le idee degli altri ma soprattutto il rispetto per chi ci fa divertire (il pesce) e tutto il contorno ambientale in cui viviamo sia che lo rilasciamo e lo mangiamo in ogni caso va a loro tutto il nostro rispetto perché se ci pensiamo bene la nostra non è un vita votata allo sterminio del pescato ma solamente un mettersi alla prova godere dei benefici della natura e dunque impariamo a rispettarla così facendo rispetteremo noi stessi e migliorando nel nostro piccolo anche chi ci ascolta o legge!
Oggi il garista ha atteggiamenti estremi e molti giovani si fanno incantare dobbiamo ridimensionare il tutto prima che sia troppo tardi (non c’è malanimo in quello che dico ma è un’ambiente che conosco benissimo e sono pronto anche a dei confronti qual’ora se ne presentasse l’occasione )
A presto
Mario [SM=g27829]