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Guerre Stellari e il cinema digitale


Impressioni e dati tecnici sulla tecnologia di proiezione digitale adottata dai cinema più aggiornati. Il futuro è nitido e stabile

[ News - 27-06-2005]





Così nitido e stabile da dar quasi fastidio. Questa è la prima impressione avuta assistendo alla proiezione digitale di Episodio III - La vendetta dei Sith al cinema Arcadia di Melzo, uno dei più moderni d'Italia.

La scelta del film non è casuale: a parte la mia quasi trentennale militanza tra i fan della saga creata da George Lucas, Episodio III è il banco di prova ideale per valutare questa nuova tecnologia perché è realizzato interamente in digitale. Infatti mentre molti film attualmente presentati tramite proiettori digitali sono prima ripresi su pellicola tradizionale e poi digitalizzati, il film di Lucas è stato girato direttamente con telecamere digitali e montato digitalmente, senza alcuna fase analogica.

Il risultato è francamente impressionante. Nessun problema di nitidezza simile a quello che affligge buona parte dei videoproiettori: non si distingue nemmeno un pixel e non c'è aliasing neppure nelle celebri sequenze dei titoli iniziali. Nessun problema di compressione: il nero dello spazio è rigorosamente nero, le stelle sono punti brillanti come nelle proiezioni in 70 mm analogiche di 2001: odissea nello spazio che fecero epoca negli anni Settanta.

La ricchezza dei colori è vasta ed equilibrata, senza quei colori lividi o troppo saturi tipici di molte immagini digitali. La pelle degli attori è resa con una naturalezza e un dettaglio eccezionali: in alcune scene si nota persino la pelle d'oca di Natalie Portman (tanto che è stato necessario cancellare digitalmente le pulsazioni delle vene in una scena).

Ma quello che colpisce di più è la stabilità dell'immagine. C'è chi è più sensibile di altri a questo aspetto e magari non ci avete mai fatto caso, ma nelle proiezioni su pellicola l'immagine tremola (eccezion fatta per l'IMAX): per motivi di precisione meccanica, un fotogramma non viene mai proiettato esattamente a registro con il precedente, per cui l'immagine ne risulta leggermente instabile e sgranata. Con la proiezione digitale questo non succede: è come se venisse tolto un velo e pare di stare alla finestra invece di guardare uno schermo.

Questo salto di qualità eccezionale è ottenuto con hardware di tutto rispetto. Non si tratta certo di un buon lettore DVD collegato a un buon videoproiettore. Se ci provaste, vi accorgereste che il DVD, che sembra così nitido, ha invece gravi problemi di risoluzione e di compressione, accettabili su un televisore normale ma intollerabili su schermi anche di poco più grandi.

Il file video di Episodio III, infatti, è un bestione da 80 gigabyte e ha una risoluzione di 2048x1080 pixel. I proiettori digitali da cinema sono in grado di visualizzare 35 miliardi di colori. Immaginate due monitor per computer messi uno in fianco all'altro e una foto che li copre entrambi, e avrete un'idea della qualità dell'immagine. E le aziende che producono hardware per proiezione digitale si stanno già preparando a raddoppiare questa risoluzione.

A parte l'inevitabile fascino del digitale per chi si occupa d'informatica, la proiezione senza pellicola ha un vantaggio molto importante anche per l'economia e la cultura: riduce i costi di distribuzione, permettendo anche a film a basso budget di circolare in un numero elevato di sale.

Attualmente, infatti, la duplicazione analogica della pellicola assorbe una quota non trascurabile delle spese di produzione (in media si tirano circa 12.000 copie di un film importante), alla quale si aggiungono poi le spese di manutenzione delle singole "pizze", che si degradano e si rompono. Con la distribuzione digitale, invece, la duplicazione ha un costo irrisorio ed è addirittura possibile la distribuzione via satellite o via Internet. Si stima che la conversione al digitale farebbe risparmiare all'industria del cinema circa 750 milioni di dollari.

Purtroppo la conversione non è a buon mercato: un proiettore digitale costa il doppio di uno tradizionale, e in un certo senso la migrazione al digitale è osteggiata dalle major proprio perché è troppo "democratica": mentre con il sistema attuale soltanto le grandi case di produzione possono permettersi di distribuire molte copie di un film e quindi fare incassi stratosferici nel primo fine settimana di proiezione, con il digitale questa possibilità si apre anche agli operatori più piccoli.

Tuttavia la qualità del digitale può essere un buon incentivo per far tornare gli spettatori al cinema (anche per un film a mio avviso poco riuscito come Episodio III), perché offre un'esperienza impossibile da duplicare con l'hardware domestico. Almeno per ora.