CURIOSITA E NOTIZIE DAI MARI NEL MONDO

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lorette
00martedì 5 aprile 2005 01:02

2 morti per aver mangiato il polpo dagli anelli blu



Due persone sono decedute in Vietnam, ed altre 85 ospedalizzate, dopo aver mangiato il polpo dagli anelli blu, uno degli organismi più velenosi esistenti.
Tutte le vittime avevano acquistato il polpo nel mercato di un villaggio nella provincia di Bihn Thuan.

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[Modificato da lorette 20/05/2005 17.47]

lorette
00martedì 5 aprile 2005 01:10
Scoperta una nuova specie di pesce

Hydrolagus mattallansi



Alcuni scienziati brasiliani hanno annunciato di aver scoperto una nuova specie di pesce, rimasta nascosta nelle profondità oceaniche per più di 150 milioni di anni. Il pesce, appartenente al gruppo delle Chimere (pesci cartilaginei), misura tra i 30 e 40 cm ed è stato ritrovato ad una profondità compresa tra 400 e 600 m.
Il pesce è stato pescato da una barca di pescatori spagnoli, ed è stato fotografato da uno studente che si trovava a bordo il quale, non rendendosi conto dell’eccezionalità della scoperta, ha rigettato in mare l’esemplare.
La nuova specie è stata chiamata Hydrolagus mattallansi. Le chimere si sono evolute nel Devoniano, 400 milioni di anni fa, e sono uno dei più vecchi gruppi di pesci

lorette
00giovedì 28 aprile 2005 21:18
E’ morto l’inventore del giubbotto di salvataggio



Era stato l’inventore del giubbotto
che ha salvato migliaia di vite.
All'età di 89 anni si è spento in California
Andrei Toti figlio di immigrati Italiani.
Toti aveva brevettato nel corso
della sua lunga vita più di cinquecento invenzioni,
ma quella maggiormente conosciuta era stata,
appunto, l’invenzione del giubbotto galleggiante.
Con questo prezioso oggetto molti piloti americani
che partecipavano a missioni sul mare,
durante la seconda guerra mondiale,
si sono salvati la vita.
Il brevetto del giubbotto di salvataggio
era stato acquistato per 1600 dollari
dal Ministero della Guerra statunitense
e addirittura servì a salvare la vita,
anche, a colui che sarebbe poi diventato
il presidente degli Stati Uniti
George H. W. Bush e padre di quello attuale,
durante una missione sull’Oceano Pacifico.
L’idea di realizzare il giubbotto venne a
Toti in giovane età ed in seguito ai timori
della madre per la passione che il ragazzo
aveva per i motoscafi veloci,
soprattutto perché non sapeva nuotare.
Inizialmente il dispositivo di salvataggio
era basato su di una imbottitura di piume.
Successivamente il dispositivo poteva contare
su di una cordicella che una volta tirata
apriva la valvola di una bomboletta di aria compressa
che permetteva il gonfiamento del giubbotto.
Molte, come dicevamo, le invenzioni di Toti.
Fra le più curiose, un dispositivo per spennare
automaticamente i polli e una linguetta
per l’apertura delle lattine.
Vano fu il tentativo di realizzare un apparecchio
per produrre il moto perpetuo.
Possibilità che secondo lui esisteva
nonostante i dubbi del mondo scientifico

lorette
00giovedì 28 aprile 2005 21:53
Profondo blu



E’ recentemente uscito anche nelle sale italiane il sorprendente documentario dedicato al mare ed alla vita marina dal titolo “Deep Blue” (Profondo Blu). Il documentario è stato realizzato dalla BBC Natural History Unit con la regia di Alastir Fothergill e Andy Biatt che sono anche dei provetti subacquei.
Le riprese hanno avuto una durata di quattro anni e sono state effettuate in 34 regioni diverse. Fra queste Ecuador, Argentina, Maldive, Falkland, Isole Cayman, Polinesia, ecc.
Il film è diviso in 20 episodi che hanno come protagonisti creature marine di ogni tipo. Sono immagini veramente eccezionali prodotte con sofisticate apparecchiature subacquee. Sono stati usati anche sottomarini di nuovissima concezione in grado di raggiungere e superare i diecimila metri di profondità.
La troupe che ha realizzato il documentario composta da decine di persone tra produttori e cameraman ha lavorato in condizioni che a volte presentavano notevoli rischi. Sono state avvicinate balene da trenta tonnellate o pericolosi squali senza l’uso di gabbie protettive. Per le riprese che riguardano i “pinguini imperatore” gli operatori hanno dovuto immergersi sotto la coltre ghiacciata ad una temperatura di -60 gradi.
Nel film si alternano scene rilassanti e scene decisamente più cruente come la cattura sulle coste della Patagonia di due cuccioli di leone marino da parte di una enorme orca che compare improvvisamente alle loro spalle. Più tranquille invece le immagini che riguardano centinaia di felici delfini che saltano fuor d’acqua e le immagini di una barriera corallina che sembra un suggestivo giardino tropicale con i suoi coralli e i pesci colorati.
Particolarmente affascinanti le immagini prodotte negli abissi oceanici dove il fenomeno della bioluminescenza che riguarda molte creature che vivono a quelle enormi profondità produce effetti veramente fantastici. Si vedono meduse fluorescenti e tante altre strane forme di vita tra cui il mostruoso “anglerfish”.
Un documentario quindi da non perdere per gli appassionati di mare ma anche per tutti coloro che vogliono conoscere un ambiente, come quello oceanico, così importante per l’equilibrio dell’intero pianeta. Il merito del film e appunto di far conoscere questo ambiente fin nelle sue parti più profonde che solo pochi hanno potuto vedere direttamente. Un ambiente, purtroppo, oggi fortemente minacciato da inquinamento, pesca eccessiva, riscaldamento delle acque ecc. un mondo che invece andrebbe efficacemente protetto visto il suo immenso patrimonio di vita che il film ci fa così ben conoscere.

lorette
00martedì 10 maggio 2005 00:32
Fiera della Pesca di Ancona 1



Prenderà il via il 12 maggio
la 65a edizione della
“Fiera Internazionale della Pesca” di Ancona,
che avrà termine il 15 maggio 2005.
Un’edizione, quella di quest’anno,
promossa dal Ministero delle Politiche Agricole
e Forestali a rassegna di riferimento per
le attrezzature dell’intera filiera e
come tale meritevole di significative
risorse finanziarie per la promozione,
l’allestimento, l’organizzazione.
Tre gli obiettivi che l’evento di Ancona
si pone e sui quali vi è stato
il pieno sostegno del dicastero governativo:
incentivare e sviluppare il settore
espositivo delle attrezzature;
valorizzare sul mercato il pesce
comunemente definito “povero”;
mettere in relazione, tramite convegni,
seminari ed incontri,
i molteplici organismi nazionali ed
internazionali che operano nel settore.
Sul fronte delle attrezzature,
saranno presenti tutti i settori
legati alla pesca e all’acquacoltura
con le più innovative tecnologie
sul fronte della trasformazione,
conservazione, commercializzazione,
trasporto ed esposizione del prodotto ittico,
senza tralasciare alcun aspetto della filiera,
cantieri navali e apparato motore compresi.


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[Modificato da lorette 10/05/2005 0.38]

lorette
00martedì 10 maggio 2005 00:50
In vendita l’isola di Budelli




La famosa spiaggia di sabbia rosa dell’isola di Budelli,
sarà acquistata dal Ministero dell’Ambiente.
Il ministro Altero Matteoli ha deciso
infatti di esercitare il diritto di prelazione
ed acquistare per oltre 3 milioni di euro questa
bellissima isola dell’arcipelago della Maddalena
per evitare il rischio di una speculazione.
L’isola e la spiaggia appartengono dal 1983
all’immobiliare Nuova Gallura,
ma sono protette dal ministero per evitare
le ricorrenti asportazioni della
particolare sabbia rosa colore dovuto alla
presenza di piccoli frammenti di corallo rosso.
Nel 1992, infatti, l’allora ministro dell’ambiente
Carlo Ripa di Meana con un decreto
la rese parco marino inavvicinabile
alle barche a motore, poi nel 1994 venne inserita
nel Parco della Maddalena insieme ad altri
scogli e isolette e vi fu proibito il transito,
la sosta ed il prelevamento della sabbia.
L’isola di Budelli ha una superficie di 1,6 Kmq
e con 9 Km di costa.
Il punto più alto è il Monte Budello,
che si eleva fino a 87m.
Il caratteristico aspetto rosato era infatti
molto più evidente quando ancora
l’isola non era molto conosciuta dai turisti
che cominciarono a portarsi letteralmente via,
come stupido souvenir,
piccole quantità di questa bellissima spiaggia,
facendole assumere una colorazione grigiastra.
Fortunatamente grazie al decreto del ‘94
le correnti marine stanno lentamente ricostituendo
il colore originario dell’arenile.
Non è la prima volta che il ministero
acquisisce porzioni di patrimonio
naturalistico italiano.
Prima di Budelli sono stati acquistati nel 2004
sette lotti dell’Isola di Giannutri,
nell’Arcipelago Toscano, e poi, sempre nel Parco dell’Arcipelago della Maddalena,
100 ettari dell’isola di Santa Maria.

lorette
00venerdì 20 maggio 2005 17:04
Scoperti pesci fossili in Africa





I fossili sono i resti di organismi
vissuti milioni di anni fa.
Di solito un organismo animale o vegetale
si decompone completamente senza
lasciare tracce della propria esistenza.
Nel caso dei fossili, invece,
in particolari condizioni,
come per esempio un rapido seppellimento,
parte dell’organismo si conserva per milioni di anni.
Sono solo le rocce sedimentarie ha rendere possibile
la conservazione di fossili al loro interno.
Lo studio dei fossili è molto importante
per capire l’evoluzione delle numerose specie
di organismi animali e vegetali ormai estinte o
di cui ancora sopravvivono i discendenti
seppur con forme modificate.
La scienza che studia i fossili
si chiama paleontologia.
I fossili comprendono naturalmente
anche organismi marini.
Recentemente in Sudafrica sono stati
scoperti pesci fossili che risalgono a
450 milioni di anni fa quando
l’Africa attraversava un periodo di
glaciazione ed il mare era poco profondo.
Questa scoperta dovrebbe contribuire a
fare luce sul cosiddetto “anello mancante”
dell’evoluzione delle prime specie di pesci.
Infatti i fossili di pesce rinvenuti in Africa
prima di quest’ultima scoperta erano
di 50 milioni di anni più “giovani”.
In undici anni di ricerche sono,
così, otto gli esemplari di fossile trovati
e che permettono di ricostruire
la successione delle specie marine.
L’esemplare di animale marino scoperto in
Sudafrica era privo di denti e di ossa,
ma le impronte di altre parti del corpo
lasciate sulla roccia erano talmente nitide
da non lasciare dubbi sul fatto
che si trattasse di un pesce.
Questa scoperta è particolarmente importante
anche perché può essere una conferma della tesi
che vuole al Nord l’origine delle prime specie ittiche
per poi diffondersi successivamente verso sud.

lorette
00venerdì 20 maggio 2005 17:16
La breve vita del ghiozzo pigmeo





Fra i numerosi abitanti della
Barriera Corallina esiste un piccolissimo
pesce chiamato ghiozzo pigmeo (Eviota sigillata).
Il pesce che appartiene alla famiglia
dei “Gobidae” ordine “Perciformes”
può raggiungere una lunghezza massima
di 2 centimetri e vive a profondità che
vanno dai 3 ai 17 metri di profondità.
Secondo uno studio effettuato da ricercatori
dell’Università James Cook in Australia questo
piccolo pesce è l’animale vertebrato che vive di meno.
Gli scienziati sono arrivati a questa scoperta
studiando gli otoliti dei pesci che
gli hanno permesso di ricostruire
il ciclo vitale di questo minuscolo ghiozzo
della barriera Corallina.
Gli otoliti sono delle formazioni carbonatiche
che si trovano all’interno del labirinto auricolare.
Queste formazioni carbonatiche crescono
giornalmente per tutta la vita dell’individuo.
Studiando la stratificazione minerale
che compone l’otolite si è potuta stabilire
l’età del minuscolo vertebrato.
Il meccanismo di conteggio ricorda
il metodo usato per stabilire l’età degli alberi.
Si contano gli anelli che formano
il tronco dell’albero.
Per il ghiozzo pigmeo si è così stabilito un
ciclo vitale della durata di appena 59 giorni.
I “piccoli” del ghiozzo dopo essere usciti
dalle uova proseguono il loro sviluppo come larve,
per tre settimane in pieno oceano,
poi si stabiliscono su di una barriera corallina
dove raggiungono la piena maturità sessuale.
Le femmine hanno una vita riproduttiva
di soli 25 giorni in cui depositano circa 400 uova.
Oltre ad avere una vita così breve
l’Evita sigillata subisce anche
una notevole pressione da parte dei predatori.
Gli studiosi indicano un tasso
di mortalità giornaliero del 2-8%.

lorette
00venerdì 20 maggio 2005 17:31
Un mare sempre più caldo





E’ un piccolo grande mare
il nostro Mediterraneo.
Piccolo nelle sue dimensioni geografiche,
ma grande per l’importanza che ha avuto
nella storia della nostra civiltà e
per la ricchezza ambientale e biologica.
Ancora oggi il Mediterraneo è un crocevia
di molte e diverse culture mentre
la notevole diversità di specie di fauna e
flora marina costituisce una peculiarità
che lo differenzia da altri mari come,
ad esempio, il Mare del Nord.
Tuttavia, questo enorme patrimonio naturalistico
è oggi fortemente minacciato.
A parte il solito problema dell’inquinamento,
un altro dato preoccupante sta emergendo
da studi scientifici effettuati
recentemente da scienziati spagnoli.
Secondo questo studio la temperatura del nostro mare,
nell’arco di dieci anni (1993-2003),
è aumentata cinque volte di più rispetto
ad altri mari ed oceani del pianeta.
Se per gli altri mari si è avuto un
aumento della temperatura dell’acqua
di 0,15 gradi per il Mediterraneo,
invece, si è registrato un aumento
della temperatura superficiale di 0,75 gradi.
Non solo, anche il livello dell’acqua
che normalmente aumentava di
sei millimetri all’anno ora non sale più.
La ricerca è stata effettuata da scienziati del
“Laboratorio di Geodesia spaziale”
dell’Università spagnola di Alicante che da
alcuni anni collabora con la Nasa
e per lo studio sono stati utilizzati
dei satelliti che fanno parte del progetto
“Ocean surface topograpy”.
Per il momento gli scienziati non sono in grado
di stabilire le cause di tale significativo aumento.
Tra le possibili cause il tanto discusso
“effetto serra” causato dalle attività umane.
Comunque questo aumento di temperatura non è
uguale per tutti i mari del Mediterraneo,
per le acque spagnole ad esempio l’aumento
è stato piuttosto contenuto mentre per il
Mar Nero e per l’Adriatico l’innalzamento della
temperatura è stato maggiormente significativo:
rispettivamente (0,94) e (0,87).
Nel complesso però la situazione resta
abbastanza preoccupante soprattutto
se confrontata con gli anni ottanta
quando l’aumento della temperatura dell’acqua
superficiale del Mediterraneo era di soli
0,3 gradi ogni dieci anni.
Fra dieci anni infatti si
prevede l’aumento di un grado.
La situazione quindi va tenuta sotto controllo
perché il Mediterraneo è un mare importante ed è particolarmente sensibile ai
vari tipi di inquinamento e proprio per
questo ben si presta a studi che
riguardano problematiche ambientali.

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[Modificato da lorette 20/05/2005 17.37]

lorette
00sabato 4 giugno 2005 18:08
Merluzzo al posto degli psicofarmaci




Quando si parla
di olio di fegato di merluzzo,
rimedio terapeutico d’altri tempi,
a molti che da bambini
lo hanno loro malgrado conosciuto,
ma anche a quelli che
non ne hanno mai fatto uso,
viene in mente qualcosa di sgradevole.
Questo rimedio infatti veniva dato
ai bambini ritenuti troppo gracili che lo
ingoiavano decisamente controvoglia e che,
in tempi moderni è stato sostituito
da una vasta gamma di integratori dietetici
ritenuti più gradevoli ed efficaci,
sembrava destinato ad un non triste declino
e invece è stato recentemente riscoperto
da alcuni pediatri che,
sulla base dei risultati di
nuove ricerche scientifiche,
hanno scoperto altri benefici
derivati dall’uso di questo olio.
L’olio di fegato di merluzzo,
che si ricava dal fegato fresco
di alcune specie di gadus ed altre specie
simili presenti nei mari del nord,
è un olio ricco di vitamine A e D,
importanti soprattutto per la vista
e per fissare il calcio nelle ossa,
ma vi troviamo anche i
benefici acidi grassi Omega3 tanto utili per
la prevenzione delle malattie cardiovascolari.
L’olio di fegato di merluzzo è
utilizzato soprattutto come ricostituente
e nei casi di rachitismo,
ma recentemente nuovi studi effettuati dalla
famosa Università di Oxford ritengono che
l’antico prodotto naturale possa addirittura
sostituire alcuni psicofarmaci.
La ricerca ha interessato più di
un centinaio di bambini che
presentavano sintomi della cosiddetta ADHD
(Attention Deficit and Hyperactivity Disorder)
un tipo di disturbo psichiatrico che negli ultimi
tempi qualcuno dichiara allarmante,
mentre altri ne mettono addirittura
in dubbio l’esistenza.
I bambini con questa sindrome vengono descritti
come troppo vivaci o iperattivi e
non sono in grado di concentrarsi su di
una cosa alla volta e quindi ne risulta
compromessa la capacità di apprendimento.
Spesso questa presunta sindrome
viene curata con psicofarmaci
il cui uso è poco raccomandabile
soprattutto se si tratta di bambini.
Tornando al nostro vecchio
olio di fegato di merluzzo,
alcuni dei bambini che presentavano
sintomi di ADHD sono stati trattati
con integratori a base di olio di pesce
ed altri con rimedi ad effetto placebo.
Quelli che hanno ricevuto gli integratori
sono notevolmente migliorati
e questi miglioramenti sono stati più o meno
uguali a quelli ottenuti con i farmaci senza,
però, gli sgraditi effetti collaterali.
Buoni effetti si sono avuti anche
per quanto riguarda la terapia
della “disprassia” sindrome che
compromette la coordinazione motoria.
Secondo i ricercatori gli effetti benefici
che si sono avuti con l’olio di fegato di merluzzo
si devono alla presenza,
in questo integratore, degli acidi grassi,
in particolare gli ormai famosi Omega3,
essenziali allo sviluppo ed
al buon funzionamento del cervello.
I disturbi, che riguardano sempre di più i bambini, deriverebbero da una carenza nella dieta
di questi preziosi grassi della cui presenza
sono particolarmente ricche alcune specie di pesce.

lorette
00sabato 4 giugno 2005 18:22
Nemo l’osservatorio abissale





Ancora una volta il mare è protagonista
di un importante evento scientifico.
A 2000 metri di profondità,
25 chilometri al largo di Catania
è stata temporaneamente posizionata
una stazione per poter effettuare
i primi esperimenti che riguardano
un progetto di più vasta portata
che si propone di effettuare
ricerche cosmiche e geofisiche.
L’ambizioso progetto scientifico
si chiama “Nemo” ed è un telescopio sottomarino
con cui si intende indagare gli sfuggenti neutrini.
I neutrini sono particelle subatomiche
molto numerose nell’universo,
non hanno carica e la loro massa,
quando presente, risulta ridottissima.
Pur attraversando di continuo la terra
è difficilissimo rilevare la loro presenza
perché non interagiscono quasi mai
con altre particelle.
Lo studio di queste particelle permette
di raccogliere informazioni sulla
struttura interna ed il funzionamento
dei diversi corpi celesti che
popolano l’universo come,
buchi neri, stelle di neutroni e nuclei galattici.
Le informazioni sull’universo
su cui lavorano gli scienziati derivano
esclusivamente dall'osservazione
delle onde elettromagnetiche che provengono
dagli strati esterni dei corpi celesti.
Studiando i neutrini,invece,
si raccolgono informazioni dall’interno
dei corpi celesti perché i neutrini difficilmente
vengono assorbiti dalla materia.
Per potere studiare i neutrini, però,
è necessario situare gli strumenti di rilevazione
in particolari ambienti ben schermati.
Ambienti adatti allo scopo sono, ad esempio,
il Laboratorio del Gran Sasso,
che si trova sotto 1400 metri di roccia,
e le profondità marine.
Ecco perché progetti come quello di “Nemo”
sono molto importanti per cercare di
comprendere i segreti dell’universo.
Le prime installazioni sperimentali
di “Nemo” riguardano la posa del
cavo di connessione della lunghezza
di 25 chilometri e di una stazione di prova
a duemila metri di profondità.
Attualmente la funzionalità della struttura
viene verificata con la trasmissione di dati che
riguardano la geofisica e la geochimica della zona.
E’ stato, infatti, posizionato un sismografo
con tre componenti, un gravimetro,
un magnetometro e strumenti che misurano
la velocità con cui si sposta l’acqua
ed in grado di fornire altre informazioni utili
anche per monitorare la presenza
di eventuali tsunami nel Mediterraneo.
I primi esperimenti di trasmissione effettuati
hanno avuto esito positivo.
Quando verrà compiutamente realizzato
il telescopio sottomarino “Nemo”,
sarà composto da tre elementi essenziali:
la stazione di terra che sarà posizionata p
robabilmente nella zona di Capo Passero,
questa stazione avrà lo scopo di ricevere
ed elaborare tutte le informazioni provenienti
dai sensori posizionati sul fondo marino;
un cavo di connessione elettro-ottico
tra la stazione terrestre e la struttura sottomarina;
la struttura sottomarina.
Saranno 5.000 i sensori ottici che in un volume
di acqua di un chilometro cubo dovranno rilevare
la presenza dei neutrini giunti in fondo al mare.
Il progetto “Nemo” rappresenta il primo
osservatorio abissale in Europa
per quanto riguarda ricerche cosmiche
e geofisiche ed usa sistemi tecnologici
veramente all’avanguardia che permetteranno
di conoscere meglio l’universo e di rispondere
a domande fondamentali della fisica moderna.
Il capo del progetto “Nemo” è un italiano
si tratta del professor Emilio Migneco
dei Laboratori Nazionali del Sud che fanno parte
dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Il mare, quindi, diventa un ambiente privilegiato
per studiare anche i fenomeni celesti.



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[Modificato da lorette 04/06/2005 18.22]

lorette
00martedì 7 giugno 2005 00:31
Anche i delfini con il cellulare





Di questi tempi al
telefono cellulare non si sfugge.
Tramite questo piccola meraviglia tecnica
si può essere raggiunti in qualsiasi luogo e,
a quanto pare, non ci sarà scampo
neppure per i delfini,
almeno per quelli che vivono nel mare
prospiciente la costa del Sudafrica.
Studiosi di questo stato africano,
infatti, pensano di effettuare un programma
di ricerca sui delfini usando le “Sim-card”
che normalmente si trovano nei comuni cellulari.
Si tratta di applicare un collare,
in cui vene inclusa una “Sim-card”,
ai delfini che si trovano abitualmente
nelle acque davanti la costa sudafricana.
Il collare invierà dei segnali
che permetteranno di conoscere
gli spostamenti dei mammiferi marini.
Questi segnali seguiranno le normali linee
delle reti cellulari e verranno ricevuti
da una stazione di ascolto posta sul litorale.
Il collare poi cadrà dopo 10 giorni.
Il segnale potrà essere ricevuto
fino a 2,5 km di distanza.
Le prime applicazioni
del collare saranno di prova.
Se l’esperimento avrà successo
si pensa di applicare la stessa tecnica
di trasmissione ad altre specie
di animali marini come la balena,
cosa che però comporterà qualche problema
in più rispetto ai delfini per quanto
riguarda l’applicazione di questo collare.
La tecnica dei cellulari si è rivelata
molto più economica rispetto a quella
che usa il satellite per monitorare
le abitudini degli animali nel loro habitat
ed è già stata applicata in Africa
a 200 animali circa delle specie più varie.

lorette
00martedì 7 giugno 2005 00:43
Museo Acquatico Multimediale



Meta di romantiche passeggiate,
il lago artificiale dell’EUR fu realizzato nel 1960
in occasione delle Olimpiadi di Roma
e presto partiranno i lavori per riqualificarlo.
E’ prevista la realizzazione di una base nautica
con scivolo di alaggio e darsena
dove potranno attraccare barche a vela e
moto nautiche. Quest’area sarà attrezzata
per ospitare corsi di vela per ragazzi e un
battello ecologico che circumnavigherà il laghetto.
Ci sarà anche una zona con degli ombrelloni
dove si potrà andare a prendere il sole e si avrà
anche la possibilità di affittare un pattìno.
Il tutto dovrebbe essere attivo già da settembre.
Entro il 2008 è invece prevista
l’apertura di “Mare Nostrum”
il Museo Acquatico Multimediale del Mediterraneo.
Saranno oltre 16mila i metri quadri di sale
e ambienti racchiusi all’interno di un involucro
acrilico che si troverà sotto il laghetto.
Ci sarà una piattaforma tecnologica
che gestirà i dati in arrivo dalle sonde e dai
sensori dislocati in 10 parchi marini italiani:
da Portofino all’arcipelago toscano,
da La Maddalena a Ustica, alle Eolie, e poi Conero,
Miramare e fino al Parco fluviale del Tevere.
Questi dati verranno utilizzati per creare,
all’interno dell’acquario museo,
delle vasche che riprodurranno l’habitat marino dei
vari parchi e alcune vasche saranno destinate
alla riabilitazione dei pesci feriti o malati.
All’interno del museo,
grazie a dei monitor touch screen,
montati su colonnine all’interno del museo,
sarà possibile vedere in diretta i parchi marini
ripresi dalle webcam o ricevere informazioni video
sui più diversi aspetti della vita dei fondali.
L’Aquarium ospiterà anche un ristorante,
un internet cafè e conta di avviare
un sostanzioso merchandising.

lorette
00mercoledì 8 giugno 2005 17:23
Curiosità sul pesce palla





I giapponesi lo chiamano "Fogu",
è un pesce prelibato e velenoso,
l'omologo gastronomico della Roulette russa
per i buongustai del Sol Levante,
che ogni anno ci lasciano la pelle
in buon numero per degustarlo.
Questo strano animale si gonfia
come una palla ed è letale come un cobra.
E' il pesce palla - in inglese blowfish,
puffer, globefish, or swellfish -
in pericolo di estinzione?
In Giappone mangiare l'onorevole fugu (pesce palla)
è l'ideale per un buon pranzo ed è anche
la versione culinaria della roulette russa.
I grossisti giapponesi esportarono
i primi 90 kg di fugu sottovuoto in Hong Kong
nell'ottobre del 1995.
Hong Kong è il secondo mercato per
l'importazione di fugu dal Giappone.
New York, che ha cominciato ad importare fugu nel 1989,
adesso vende circa una tonnellata di pesce ogni anno.
Il volume d'affari del fugu è
in crescita a causa della curiosità
delle persone che voglio provare questo pesce.

All'università di Tokyo il professore Hashimoto
e il suo collega Noguchi mostrarono
una piccola fiala marrone di veleno di pesce palla,
conosciuta come tetradocsina.
Un pizzico della polvere bianca
- circa la quantità rintracciabile in
un fugu tigre di piccola misura -
è sufficiente per uccidere più di trenta persone.
La dose letale stimata per un adulto
sono semplicemente uno o due milligrammi,
che potrebbero stare su una capocchia di spillo.
La tossina del pesce palla blocca i canali
di sodio nei tessuti nervosi,
parallizando alla fine i muscoli.
L'arresto respiratorio è la causa di morte.
Non ci sono antidoti sicuri,
forse perché la tossina ha una struttura molecolare
diversa da tutto ciè che era precedentemente
conosciuto nella chimica organica.
Grazie alla sua potenza
- 1250 volte più mortale del cianuro -
la tossina è un importante strumento
nella moderna ricerca neurologica.
In forma diluita è usato anche
per eliminare il dolore da chi
è affetto di neuralgia, artrite e reumatismi.

Nonostante il pericolo,
la domanda di piatti a base di fugu
è in incremento così veloce che i pescatori
a fondo giapponesi non sono sufficienti.
Oggi i giapponesi stanno
allevando i pesci in allevamenti.
Ogni anno da ottobre a marzo,
milioni di persone mettono
a repentaglio la loro vita.
Grazie ai rigidi regolamenti
dei ristoranti e grossisti,
il numero di morti diminuisce ogni anno.
Ma questo curioso e assurdo pesce
rimane la causa maggiore di morti al mondo.
L'enigma del fugu è riassunto
nella tradizionale espressione:

" Chi mangia fugu è stupido. "
Ma anche chi non lo mangia è stupido.

lorette
00mercoledì 8 giugno 2005 17:39

In vendita il pesce fluorescente
Darà luce e colore agli acquari






È stato prodotto un pesce
transgenico fosforescente
per abbellire gli acquari.
Appartiene alla famiglia dei pesci zebra,
è stato battezzato GloFish ed ha un gene
preso da un corallo che lo fa illuminare di rosso.
Alan Blake,responsabile del progetto
alla Yorktown Technologies (Texas),
ha deciso di autorizzarne
la vendita come animale da acquario.
C'è comunque da star tranquilli, dice Blake,
l'animaletto non sopraviverebbe
in acque non tropicali
(e in quelle tropicali?).
Vi piacerebbe avere un piccolo acquario in casa
ma vorreste fosse originale e capace
di attirare l’attenzione dei vostri ospiti?
Il vostro desiderio potrà presto essere esaudito.
Un gruppo di scienziati texani ha infatti
deciso di commercializzare un piccolo
pesce tropicale geneticamente modificato.
Cosa fa di particolare?
Niente, mangia, nuota e…
al buio diventa fosforescente.
“Il piccolo animale – ha detto Alan Blake,
responsabile del progetto – sarà i primo animale
domestico geneticamente modificato”.

Stando a quanto dichiarato da un portavoce
dell’equipe scientifica, il pesce,
appartenente alla famiglia dei pesci zebra,
venne adoperato inizialmente come
cacciatore di tossine pericolose per l’ambiente.
Ora però, Blake e i collegi della
Yorktown Technologies,
hanno deciso di autorizzarne
la vendita come animali da acquario.

Gli scienziati hanno usato per decenni
un gene chiamato proteina fluorescente verde,
presa dalla medusa, per aiutare la ricerca.
Il pesce, venduto con il nome di GloFish,
ha un gene preso da un corallo
che si illumina di rosso,
un qualcosa di molto simile al gene estratto
da alcune particolari specie di meduse.
Ma esistono pericoli per l’ambiente?
Per Blake si può stare tranquilli,
il pesce zebra non costituirà un pericolo
in quanto non sono in grado di
sopravvivere nelle acque non tropicali.

Comunque sia, il pesce zebra non sarà l'ultimo
esperimento scientifico a finire sul mercato.
Nei prossimi mesi, infatti, anche se un po'
in ritardo rispetto alle feste natalizie,
dovrebbe arrivare l’albero di Natale
che si illumina da solo,
risultato di anni di lavoro di Bernard Witholt,
esperto dell’Istituto di Biotecnologie di Zurigo.

lorette
00giovedì 23 giugno 2005 00:57
Il pesce-vampiro



Esistono pesci dalle forme
più strane e con nomi curiosi,
ma un “pesce vampiro” è veramente una novità.
In realtà un nome non è ancora stato dato a questo
nuovo pesce scoperto nelle acque
fluviali amazzoniche del Brasile che per ora
viene definito “pesce vampiro”
a causa della sua sgradevole abitudine
di succhiare il sangue penetrando
nelle branchie di altri pesci.
Si tratta di un piccolissimo pesce
della lunghezza di soli 25 millimetri
e dall’aspetto un po’ spettrale,
infatti, è quasi trasparente.
La sua immagine è apparsa in un
documentario trasmesso dalla BBC.
Per dare un nome scientifico a
questo pesce parassita il biologo
brasiliano Mario De Pina che lo ha scoperto
ha lanciato un sondaggio su Internet .
I nomi più probabili,
visto la macabra abitudine,
sono “Paracantrhopoma draculae” o
“Paracantrhopoma nosferatu”.
Paracantrhopoma perché è un
parente prossimo del “Candiru”
altro terribile piccolo pesce dell’Amazzonia,
non molto conosciuto come invece il “Pirana”,
ma molto più temuto da quelle parti,
proprio per la sua caratteristica di
penetrare nel corpo di sfortunati animali
ed anche di uomini attraverso ferite
o cavità naturali per nutrirsi
della loro carne partendo dall’interno.
Sarà una commissione internazionale ha stabilire,
in base al sondaggio, un nome per questo minuscolo
ma temibile pesce dell’Amazzonia


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[Modificato da lorette 23/06/2005 1.10]

lorette
00giovedì 23 giugno 2005 01:08
Luccio immune all’estrogeno





Tutti noi veniamo quotidianamente
in contatto con molecole che in molti casi
non sono affatto salutari.
Queste molecole si trovano principalmente
nell’aria che respiriamo o nel cibo
che ogni giorno ingurgitiamo.
Si calcola che siano ben 10 milioni le
nuove molecole prodotte dall’industria chimica,
soprattutto organiche, di cui 120.000 di uso comune.
Molte delle sostanze inquinanti che
si trovano nell’ambiente si accumulano poi
negli organismi attraverso i vari
passaggi della catena alimentare.
Ad ogni passaggio della catena si produce
un aumento della sostanza contaminante.
Si passa così dalle basse concentrazioni
di composti chimici che si trovano nelle prede
a quelle più alte che si trovano nei predatori.
Con il termine “biomagnificazione” si indica
il processo di accumulo di alcuni
composti chimici man mano che si sale
di livello nelle catene trofiche.
Essendo l’ambiente acquatico sia marino
che fluviale fortemente soggetto ad inquinamento
chimico il fenomeno dell’accumulo di
sostanze tossiche riguarda anche i pesci.
Recentemente è stato effettuato uno studio
sugli effetti prodotti da un estrogeno,
che si trova nell’ambiente,
ma soprattutto nei corsi d’acqua.
Si tratta di un estrogeno di sintesi chiamato “etinilestradiolo” prodotto usato
da chi ha bisogno di una terapia
ormonale per curare vari disturbi.
Questa molecola può provocare nei pesci
effetti negativi anche a concentrazioni ridotte.
Essa penetra nell’organismo degli
animali acquatici sia attraverso il cibo
o dall’acqua che passa attraverso le branchie.
Comunque secondo il suddetto studio,
pubblicato dalla rivista
“Environmental Toxicology and Chemistry”,
almeno il luccio si salva dagli effetti
devastanti di questo estrogeno.
Pare infatti che questo ormone non provochi
in questo pesce nessuna inibizione
dello sviluppo sessuale.
E’ questa una notizia rassicurante perché visto
che il luccio è un notevole predatore
la mancanza di effetti negativi degli estrogeni
su questi animali porta alla conclusione che
non sempre questi ormoni di cui è
stata rilevata traccia nell’ambiente acquatico
si accumulano con la catena alimentare.


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[Modificato da lorette 23/06/2005 1.09]

lorette
00martedì 28 giugno 2005 15:51
Pesci d’estate a Villafranca Piemontese






Il piccolo centro fluviale di Villafranca Piemonte si trova in mezzo ad una pianura
delimitata dal fiume Po e dal Pellice.
È attraversato da numerosi torrenti
e canali che rendono il suo territorio
particolarmente fertile.
La sua storia ha inizio nel XIII sec.
In questo grazioso centro della pianura
pinerolese da cinque anni si svolge,
all’inizio dell’estate,
una manifestazione gastronomica dedicata
al pesce chiamata “Pesci d’estate”.
La rassegna è organizzata dalla Pro Loco
in collaborazione con l’amministrazione comunale,
la biblioteca, l’associazione “Amici del Po”
e gli animatori della parrocchia.
Il momento principale della manifestazione
saranno gli stand gastronomici
allestiti in piazza Vittorio Veneto.
Nella stessa piazza si terranno gli
appuntamenti musicali e le prove sportive.
All’evento è abbinato,
anche, un concorso dal titolo “Balconi e vetrine”
sul tema “Pesci d’estate”
A dare il via alla manifestazione che si
svolgerà dal 30 giugno al 3 luglio una serata
dedicata al cinema che si terrà nella sala
dell’ ex oratorio di via San Sebastiano.
A chiudere i tre giorni di gastronomia,
musica e sport, il tre di luglio,
sarà una lunga notte dedicata
alle danze latino-americane,
al liscio ed al folk.
Tra i diversi appuntamenti da non perdere
un concerto della banda musicale .
Cecilia il 1° luglio e uno spettacolo teatrale
e musicale “Luci, recitazioni e musica sul Po” nella sera di sabato 2 luglio.
L’associazione “Amici del Po” opera da vent’anni
nell’ambito del tempo libero organizzando
manifestazioni di ogni tipo.
Tra le più significative una discesa
in barca fino a Venezia e divertenti discese
in canoa lungo il Ticino.


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[Modificato da lorette 28/06/2005 15.52]

lorette
00venerdì 8 luglio 2005 19:21
È arrivato il barcavelox



07 Luglio 2005

Si discute tanto del famigerato autovelox
terrore degli automobilisti che hanno
la cattiva abitudine di spingere troppo
l’acceleratore dell’auto,
ma a quanto pare questo contestato apparecchio
sarà l’incubo anche per chi si diverte in mare
effettuando spericolate acrobazie con gommoni,
moto d’acqua od altri tipi di natanti a motore.
Il primo esperimento di autovelox applicato
al mare viene effettuato nelle affollate acque
prospicienti il suggestivo Golfo di La Spezia
L’idea è venuta al comandante della
Capitaneria di Porto di La Spezia Ilarione Dell’Anna
che con questa iniziativa si propone di educare
alla necessaria prudenza i proprietari di
imbarcazioni a motore per evitare quegli
spiacevoli incidenti che capitano soprattutto
in estate e con conseguenze a volte anche mortali.
Chi verrà fotografato dall’apparecchio elettronico,
che è stato ribattezzato “barca-velox”,
mentre effettua manovre scorrette in mare
è prevista un multa non contestabile.
Particolarmente pericolosi sono gli
scooter d’acqua che raggiungono velocità
notevoli e che possono essere guidati da chi
ha compiuto sedici anni.
Le pericolose evoluzioni che si riescono a
compiere mettono in pericolo
l’incolumità dei numerosi bagnanti.
Per quanto riguarda la velocità in mare
non esistono limiti precisi tutto dipende
dalle dimensioni delle imbarcazioni ma bisogna
comunque conoscere le velocità di
sicurezza stabilite dalle varie ordinanze
delle singole Capitanerie di Porto.
Comunque è necessario seguire alcune
regole fondamentali per evitare spiacevoli
incidenti ed eventuali verbali con o senza
l’ausilio del barca-velox.
Innanzitutto è vietato avvicinarsi con
imbarcazioni a motore a meno di 200 metri
dalle spiagge ed in porto bisogna
procedere con prudenza mantenendo
la minima velocità di manovra.
Per chi si trovasse in difficoltà
durante la navigazione si ricorda che
esiste un numero delle Capitanerie
chiamato Numero Blu e che corrisponde al 1530,
chiamando questo numero si entra in contatto con
la centrale operativa di Roma che farà
immediatamente intervenire la più vicina
capitaneria per le operazioni di soccorso.

lorette
00domenica 17 luglio 2005 11:54
Un ponte di barche sullo stretto



Sono ormai molti anni che si discute
sulla costruzione del Ponte di Messina.
Una storia infinita si studi, propositi,
progetti e pareri vari sulla fattibilità
di questa opera immensa che se verrà
realizzata costituirà sicuramente una delle
maggiori opere mai realizzate dagli uomini.
Sulla sua utilità comunque non
tutti sono d’accordo.
Oggi ad esempio, si svolgerà nello
stretto di Messina una grande manifestazione
nautica per dire no alla costruzione del ponte.
Ad organizzare la manifestazione
di protesta è il WWF in collaborazione
con il Circolo Velico di Reggio Calabria,
il Circolo Nautico di Reggio Calabria,
il Movimento Umanista, l’Happy Lido di Messina
e “Vele dello Stretto”.
La manifestazione chiamata
“Per lo Stretto contro il Ponte”
vedrà la partecipazione di
barche di ogni tipo, ne sono attese
almeno duecento oltre alle cento
che hanno ufficialmente aderito.
Queste imbarcazioni formeranno un ponte
di un miglio e mezzo che unirà
le sponde di Calabria e Sicilia
proprio come dovrebbe fare il
ponte fisso che si vuole costruire.
La protesta chiede il blocco della
costruzione del ponte e chiede di
utilizzare la cifra che è stata
stanziata per la sua realizzazione,
ovvero 6 miliardi di euro,
per ammodernare le infrastrutture
già esistenti in Calabria e Sicilia,
quindi di interrompere l’assegnazione
del progetto definitivo che diverrà
esecutivo entro la fine di agosto.
L’opera della lunghezza di tre chilometri
è considerata un vero e proprio scempio
nei confronti di un ambiente,
come quello dello Stretto,
che ha caratteristiche veramente uniche
ed è particolarmente importante per le r
otte migratorie degli uccelli e dei cetacei.
Alla manifestazione aderiscono anche
i pescatori locali è saranno presenti
insieme agli altri natanti
le caratteristiche “feluche”,
imbarcazioni tipiche per
la pesca del pesce spada.
La manifestazione è aperta a tutti
e comincerà alle 10.30 con le barche
che partiranno da Cannitello sul
versante calabrese e da Capo Faro
sul versante siciliano.
È prevista per tutti i partecipanti,
che dovranno iscriversi negli appositi stand,
la consegna gratuita del “kit del navigante”
con la “bandiera di cortesia del WWF”,
un festone con lo slogan della manifestazione,
la mappa del percorso nautico e altri gadgets.

lorette
00domenica 17 luglio 2005 11:57

Inaugurazione Zoomarine a Torvaianica



Torvaianica è una frequentata località balneare del litorale Romano con una bella spiaggia. Nei pressi di questa nota stazione turistica del Comune di Pomezia oggi verrà aperto un grande parco marino che avrà un estensione di 34 ettari ed avrà al suo interno oltre cento esemplari di venti specie marine diverse anche di quelle considerate più insolite.
Il parco si chiamerà “Zoomarine” ed intende eguagliare il famoso parco marino di Lisbona. Scopo di questo nuovo parco marino è quello di avvicinare adulti e bambini all’ambiente marino con iniziative di intrattenimento ma anche con attività didattiche. Per quest’ultimo scopo verrà utilizzata una sala cinematografica a 3D a forma di balena in cui verranno proiettati documentari scientifici ed educativi. Per quanto riguarda gli spettacoli saranno di quattro tipi: esibizioni di delfini con addestratori, esibizioni di otarie, foche e leoni marini, spettacoli di leoni marini con scenografie di galeoni e pirati, spettacoli con pappagalli brasiliani nell’“area amazzonia”. Molti di questi spettacoli si svolgeranno in cinque vasche all’aperto che compongono lo “Stadio Acquatico Multi-Show” da 1500 posti. Vi saranno anche 4 stadi- anfiteatro da più di 9000 posti con gradinate coperte e un delfinario considerato il più grande d’Europa con 3100 posti a sedere.
Per osservare il mondo marino saranno presenti 13 vasche interrate che il pubblico potrà ammirare attraverso enormi vetrate. Particolarmente suggestivo un tunnel trasparente subacqueo con cui si potrà ammirare specie esotiche e rare ed anche gli squali.
Non solo divertimenti ed attività didattiche caratterizzeranno questo parco marino al suo interno infatti presenta anche una struttura sanitaria attiva 24 ore su 24 per gli animali marini ospiti del parco che comprende un moderna clinica veterinaria molto attrezzata ed un centro recupero per animali spiaggiati lungo le coste del Mediterraneo.
La struttura, che è costata circa 20 milioni di euro, prevede l’impiego di quasi 400 persone tra biologi, addestratori, personale addetto alla manutenzione ecc.

lorette
00lunedì 1 agosto 2005 19:45
Il pesce lupo




L'Anarhichas lupus, ovvero il pesce lupo, è una sorta di anguillona lunga anche due metri che dimora tra le foreste di gigantesche alghe, nelle gelide acque canadesi dell'oceano Pacifico.

Ha l'aspetto molto poco rassicurante: assomiglia a un rettile preistorico. Quando non caccia vive nelle buie grotte oppure negli anfratti tra gli scogli.

Questo animale è della famiglia degli anaricadidi che è rappresentata da 5 specie, tre delle quali vivono nell'Atlantico settentrionale.

Le sue poderose mascelle fanno rabbrividire. Secondo gli studiosi in realtà è innocuo. Se la prende solamente con i ricci e i molluschi, che tritura coi suoi grandi molari.


Incontrarlo non porta alcun pericolo. Si instaura un rapporto di amicizia con i sub che lo imboccano. Questo pesce dalle terribili sembianze è la classica pecora travestita da lupo.

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[Modificato da lorette 01/08/2005 19.46]

lorette
00martedì 16 agosto 2005 21:56
Pescata una manta al largo di Levanto



Recentemente dei pescatori di La Spezia sono rimasti sbalorditi quando si sono ritrovati nelle reti, oltre alle solite acciughe, anche una manta di due metri e mezzo di “apertura alare” e di un quintale di peso. L’eccezionale cattura è avvenuta ad un miglio al largo di Levanto dove si trovava il motopeschereccio normalmente dedito alla pesca delle acciughe con la lampara.
Per liberare il grande animale marino è stata aperta la rete, ma ciò ha comportato la perdita dell’intero pescato. Non è raro che quando si usano reti con la lampara vengano accidentalmente catturati anche delfini e pesci luna che però è possibile liberare in mare senza aprire la rete. Questa operazione non è stata possibile con la manta a causa della sua forza e del suo peso che avrebbe provocato gravi danni alla rete.
Curiosa creatura marina la manta che assomiglia più ad un grande aquilone che ad un normale abitante del mare. E’ uno dei più grandi pesci pelagici ed è anche il più grande rappresentante dell’ordine dei Riformi. Viene chiamata così perché il suo aspetto piatto la fa assomigliare ad un mantello. Una strana presenza del mare che ha colpito da sempre l’attenzione di pescatori e marinai per il suo fluttuare leggero nelle azzurre acque marine come un silenzioso volo d’aquilone nel azzurro del cielo.
Il nome fu dato da navigatori spagnoli del sedicesimo secolo che la chiamarono manta per la sua somiglianza ad una coperta infatti in “casigliano” manta vuol dire proprio coperta. Per i suoi inconfondibili “corni neri” (pinne cefaliche) viene chiamata anche razza cornuta o pesce diavolo.
Ha dimensioni veramente imponenti l’apertura alare può arrivare intorno agli otto metri ed il peso raggiungere le due o tre tonnellate. Nonostante le dimensioni è un pesce assolutamente tranquillo che si nutre di plancton che cattura in superficie servendosi delle appendici cefaliche. Il mantello presenta un colore scuro sul dorso mentre sul ventre è bianco. Ha una forma molto appiattita e le grandi pinne pettorali assomigliano piuttosto a delle ali. Possiede una coda piccola e sottile ed una pelle molto rugosa.
Vive in acque temperate calde e nei mari tropicali, ma una specie che presenta minori dimensioni vive anche nel Mediterraneo. Altra caratteristica curiosa di questi pesci è il fatto che hanno l’abitudine di saltare fuori dall’acqua compiendo balzi di qualche metro aiutandosi con le enormi “ali”.
Come dicevamo è un animale inoffensivo ma per il suo poco rassicurante aspetto è sempre stato temuto dalle popolazioni indigene delle zone tropicali e ha dato origine a leggende che rappresentano la manta come una creatura diabolica capace addirittura di trascinare una nave di grandi dimensioni.

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[Modificato da lorette 17/08/2005 7.19]

lorette
00martedì 16 agosto 2005 22:00
Le regole per chi va al mare



Purtroppo sono ancora numerosi gli incidenti in mare dovuti all’imprudenza o al non rispetto delle regole. Anche in questi giorni di vacanza e le località marine sono affollate di turisti si è avuta notizia di due tragici incidenti che hanno coinvolto delle imbarcazioni da diporto e che hanno avuto conseguenze mortali.
Un subacqueo è stato colpito dall’elica di una imbarcazione mentre effettuava un’immersione nelle Acque di Santa Marinella, vicino Civitavecchia, mentre una donna americana è stata travolta ed uccisa da un motoscafo in Sardegna.
Per evitare questi spiacevoli incidenti si dovrebbe conoscere e rispettare maggiormente quelle che sono le regole dell’andare per mare indicate nelle ordinanze della Capitaneria di Porto. Sono diverse regole che dovrebbero rispettare i bagnanti, i subacquei e chi utilizza imbarcazioni da diporto. Per quanto riguarda i bagnanti la regola principale è di mantenersi nella zona riservata alla balneazione che in genere è delimitata da appositi gavitelli. Per i sub che usano le bombole l’indicazione più importante è di non allontanarsi oltre i 50 metri dalla bandiera di segnalazione, poi di tenere sotto controllo le varie attrezzature e la pressione delle bombole. Per chi invece si immerge in apnea è molto importante scendere sott’acqua legati ad una cima fissata all’apposito galleggiante “segnasub” e comunque sempre in compagnia di un’altra persona. I diportisti devono assolutamente ricordarsi di spegnere il motore a trecento metri dalla riva e comunque ove vi sia presenza di bagnanti e di mantenere una velocità di 10 nodi entro mille metri dalla costa. In presenza di segnali che indichino la presenza di sub di deve moderare la velocità e tenersi ad almeno 100 metri di distanza.
Particolarmente pericolosi sono gli acquascooter il cui uso e riservato a chi abbia compiuto 18 anni e se il motore ha una potenza superiore a 40,8 cavalli occorre la patente nautica. Questi scooter d’acqua devono utilizzare gli appositi corridoi per prendere il largo e per ritornare a riva comunque mantenendo una velocità massima di tre nodi e mantenendo il tubo di scarico sotto il pelo dell’acqua.
Altre regole si possono conoscere prendendo visione delle varie ordinanze della Capitaneria di Porto in sede locale oppure consultando il sito web della Guardia Costiera (www.guardiacostiera.it). Ricordiamo infine che esiste un numero gratuito per il soccorso in mare: “Emergenze in mare -1530”.

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[Modificato da lorette 17/08/2005 7.18]

lorette
00martedì 6 settembre 2005 14:56
Pesca illegale nel Po

settembre 05, 2005




Il Po, come è noto, è il più grande fiume italiano per lunghezza e portata. L’ecosistema di questo grande fiume è di fondamentale importanza per tutta l’Italia. Questa estate il fiume è stato al centro della cronaca perché ha causa di una prolungata siccità la sua portata ha raggiunto livelli minimi, ma un’altra sconcertante notizia ha riguardato questo importante fiume.
Si tratta della denuncia fatta da alcune organizzazione ambientaliste e che riguarda la presenza di un notevole numero di pescatori di frodo venuti dall’Europa dell’est ed entrati in Italia con visto turistico che pescherebbero pesce nel Po per rivenderlo come pesce pregiato.
La denuncia che è stata presentata alla Guardia di Finanza che ha aperto un inchiesta per “furto di beni dello Stato” viene anche dai pescatori sportivi che da anni ormai cercano di porre all’attenzione delle autorità competenti lo scabroso fenomeno.
Secondo il rapporto i pescatori di frodo provenienti da paesi dell’Europa dell’est si sposterebbero lungo le sponde del fiume per catturare tonnellate e tonnellate di ittiofauna, in particolare pesci siluro, pesci gatto, cavedani e barbi che, dopo essere stati “puliti” con le stesse acque del fiume, pratica vietatissima dalle leggi sanitarie nazionali, verrebbero congelati e spediti nei paesi dell’est europeo. Qui il prodotto sarebbe poi confezionato, etichettato e rispedito in Italia per essere venduto addirittura come prodotto pregiato e d’importazione.
Secondo gli ambientalisti tale commercio illegale oltre a produrre danni di tipo economico e sanitario costituirebbe una grave minaccia all’intero ecosistema del Po per l’impoverimento della fauna ittica.

lorette
00martedì 6 settembre 2005 15:04

Campionato delle zuppe di pesce

06 Settembre 2005




Dal 14 al 18 settembre si svolgerà a Fano il campionato più goloso d’Italia. Ben 16 città di mare italiane infatti si sfideranno nella “Disfida di Zuppe di Pesce” nella terza edizione del Festival del Brodetto e delle Zuppe di Pesce promosso da Confesercenti, Federazione Ristoratori, insieme con Camera di Commercio, Regione Marche, Provincia di Pesaro-Urbino e Comune di Fano.
Le squadre di queste 16 città partecipanti alla manifestazione rappresenteranno tutta l’Italia marinara: Genova per la Liguria, Cesenatico per l’Emilia-Romagna, Mestre per il Veneto, San Canzian d’Isonzo per il Friuli, Alghero per la Sardegna, Viareggio per la Toscana, Fano, Pesaro e San Benedetto del Tronto per le Marche, Termoli per il Molise, Brindisi per la Puglia, Sabaudia per il Lazio, Poliporo per la Basilicata, Caserta per la Campania, Catanzaro per la Calabria e Messina per la Sicilia.
Le squadre si affronteranno a coppie e i piatti saranno assaggiati e votati da una giuria popolare. Tutti potranno entrare nella giuria della Disfida (15 euro). Alla fine vincerà quella giudicata la miglior zuppa di pesce dell’anno, che verrà premiata nel corso di una grande festa popolare (sabato 17 e domenica 18 settembre).
Dall’1 al 30 settembre durante il “Mese del Brodetto”, nei ristoranti della riviera della provincia di Pesaro-Urbino si mangerà brodetto al prezzo promozionale di 11 euro.
Durante il festival, inoltre, sarà possibile frequentare la “Scuola di brodetto” (sabato 17 settembre) o partecipare o al convegno sulle zuppe di pesce organizzato dall’Accademia italiana della Cucina (venerdì 16).

lorette
00venerdì 30 settembre 2005 08:50
Fotografato per la prima volta un calamaro gigante
La colossale creatura ripresa nel Mar del Giappone,
a quasi 1000 metri di profondità.
I ricercatori hanno utilizzato tecnologie tutt'altro che costose

30 Settembre 2005






Finora erano stati trovati soltanto esemplari morti finiti su qualche spiaggia ocatturati accidentalmente dalle reti di sbigottiti pescatori.Nei secoli passati erano considerati solo mostri leggendari, creature fantastiche frutto della fantasia di qualche scrittore di racconti di mare
o terribile protagonista di impressionanti racconti di vecchi marinai. Si tratta dei calamari giganti di cui ormai
si era stabilita la reale presenza negli abissi marini
ma di cui mancavano immagini dal vivo.Finalmente è successo quello che tanti studiosi si aspettavano, fotografare vivo nel suo ambiente naturale un calamaro gigante (architeuthis rex).
Ci sono riusciti due ricercatori giapponesi Tsunemi Kubodera, del Museo nazionale delle scienze (nella foto), e Kyoichi Mori, dell’Associazione Ogasawara per l’osservazione delle balene, entrambi di Tokio, che hanno ripreso un l’animale di otto metri, grande quanto un autobus, a 900 metri di profondità,
nel Pacifico settentrionale. L’eccezionale avvenimento costituisce un passo in avanti nello studio di questa isteriosa creatura marina che può raggiungere una lunghezza di 18 metri con tentacoli di 12 metri e di cui si conosce ancora poco. Per realizzare la difficile impresa di fotografare il calamaro i due studiosi hanno seguito dei capodogli che sono naturali predatori di calamari giganti. Fermata la nave nel punto giusto hanno calato in mare una apparecchiatura fotografica legata ad
un lungo cavo e una grossa esca. Un enorme calamaro dai lunghissimi tentacoli si è avventato sulla preda ed ha addirittura cercatodi risalire dalle profondità marine arrivando a poche decine di metri dalla superficie e
con i tentacoli si è attaccato ad una fiancata della nave
su cui si trovavano gli scienziati giapponesi.Nel tentativo di liberarsi dalla presa ha persouno dei tentacoli che è rimasto attaccato all’imbarcazione.Si è trattato di un comportamento particolarmente aggressivo che ha stupito gli studiosi
che non credevano che la misteriosa creatura marina
fosse un così vorace predatore.


lorette
00domenica 9 ottobre 2005 18:09
45° Salone Nautico di Genova

New Del 07 Ottobre 2005




Si apre sabato 8 ottobre, a Genova, la 45° edizione del “Salone Nautico Internazionale” un appuntamento che gli amanti del mare e della nautica non possono assolutamente perdere ed anche quest’anno gli appassionati non resteranno delusi vista la vastissima esposizione di natanti di ogni tipo ed i numerosi eventi collaterali che come sempre accompagnano la prestigiosa manifestazione nautica.
Saranno in esposizione barche a motore e a vela, super-yacht, accessori per la nautica e l’abbigliamento marino, il tutto in quattro padiglioni, in vaste aree all’aperto e marine attrezzate nella suggestiva scenografia dell’imboccatura del porto di Genova.
Sono già in corso i lavori di ampliamento della Marina che termineranno nel 2006 e che permetteranno di avere a disposizione per il prossimo anno seicento posti barca contro i duecento attuali. Per la prossima edizione del Salone Nautico, quindi, la superficie a disposizione sarà superiore ai 288 mila mq della scorsa edizione e si potranno esporre eccezionali super-yacht superiori ai 40 metri di lunghezza, veri e propri gioielli della cantieristica da diporto.
Nei nove giorni in cui si svolge il Salone Nautico Internazionale 2005, dall’8 al 16 ottobre, sono previste manifestazione sportive, culturali, e spettacoli, convegni e dibattiti sui temi più attuali del settore. Presso il Teatro del Mare si terranno anteprime internazionali mentre allo “Stadio dell’Acqua” vi saranno esibizioni, prove e lezioni che riguardano diverse discipline acquatiche tra cui vela, wind-surf, sci-nautico e canoa.
La manifestazione si propone di promuovere una nautica responsabile alla portata di tutti. Il Salone è anche l’occasione per gli operatori nautici italiani e stranieri per importanti contatti e per realizzare buoni affari.

lorette
00domenica 9 ottobre 2005 18:19
Oltre le barriere

08 Ottobre 2005




Dopo aver solcato il Mar Mediterraneo fino alle coste africane, a bordo di uno splendido Vallicelli 65, l’equipaggio dell’Associazione Oltre le Barriere, in collaborazione con gli amici della Fondazione Internazionale di Liegro, partecipa con ben tre imbarcazioni a vela alla 37° edizione della storica regata “La Barcolana”, che si svolge, come ogni anno, la seconda domenica di ottobre, nelle acque antistanti il Golfo di Trieste.
Oltre le Barriere prenderà parte a questa nuova, entusiasmante iniziativa, con l’impegno e l’entusiasmo che caratterizza da sempre il suo equipaggio, composto da pazienti del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL SA2, operatori sanitari, velisti e volontari che, a bordo di tre splendide imbarcazioni (Bavaria 50, Oceanist 473, Bavaria 35 Match Race), solcherà le acque del Golfo di Trieste, vivendo il mare non solo nella sua dimensione di benessere e competizione sportiva, ma anche come ponte fra culture, storia e tradizioni di cui l’Adriatico è grande teatro.
L’attenzione di migliaia di persone quel giorno sarà rivolta verso il mare per godersi lo spettacolo delle duemila vele del Golfo; l’equipaggio di Oltre le Barriere, interprete di un modo nuovo di vivere la vela, come dimensione di benessere nel disagio psico sociale, sarà lì per testimoniare ancora una volta come la diversità di ciascuno rappresenti un valore per l’intera comunità, rendendo in tal modo questa manifestazione veramente speciale.
La Barcolana, infatti, si propone come un evento unico che attira ogni anno nello stesso Golfo circa 25.000 velisti e un totale di 250.000 persone, dove lo spirito di gara è rimasto da sempre immutato: imbarcazioni di sei metri si scontrano con i giganti del mare, scafi di 30 metri, e tutti regatano contemporaneamente nel Golfo di Trieste, il punto più a Nord del mar Mediterraneo, al centro dell’Europa. Da molti anni, inoltre, la Barcolana è diventata un’occasione di visibilità e di sfida del mondo del sociale.
Oltre le Barriere, il cui obiettivo è sostenere attività a favore dei diversamente abili, è lieta di poter utilizzare la Barcolana per promuovere il proprio messaggio di educazione civica e solidarietà, in forza del fatto che questa regata garantisce tanta visibilità. La Vela è uno sport che unisce, elimina le differenze e arricchisce tutti di una nuova dimensione.
Prendere parte ad un evento sportivo come la Barcolana, sulla cui linea di partenza si confrontano circa duemila barche a vela, di ogni foggia e dimensione, dimostra che partecipare, esserci è importante, al di là delle differenze, perché solo la partecipazione di tutti rende questo evento davvero unico.

lorette
00domenica 9 ottobre 2005 18:23
Aretusa torna in mare

07 Ottobre 2005




È stata chiamata “Aretusa” come la ninfa di Artemide che venne trasformata in fonte nei pressi del porto grande di Siracusa, per sottrarla ai desideri di amore del dio fluviale Alfeo. Si tratta di un raro esemplare di Tartaruga verde (Chelonia Mydas) simile agli esemplari visti nel famoso film della Disney “Alla ricerca di Nemo”.
Aretusa è stata trovata in condizioni fisiche precarie verso la metà del luglio scorso nelle acque del Lido Venere della Playa di Catania. Dopo le opportune cure l’esemplare di tartaruga verde è stato liberato nei giorni scorsi insieme ad altre tartarughe della specie Caretta caretta nella “Area Marina protetta del Plemmirio” di Siracusa.
La tartaruga verde aveva ingerito un sacchetto di plastica insieme alle alghe di cui abitualmente si nutre rischiando di morire. Le cure necessarie sono state effettuate, inizialmente, dal Centro di primo soccorso del “Fondo siciliano per la natura” e successivamente da un centro specializzato di Comiso.
La Tartaruga verde vive in prevalenza nelle acque tropicali ma, seppur raramente, la si può trovare anche nelle acque temperate del Mediterraneo. Può raggiungere una lunghezza di 150 centimetri ed è prevalentemente vegetariana, anche se non disprezza qualche medusa, ed è proprio questa abitudine alimentare che ha volte la porta, purtroppo, ha scambiare per una medusa qualche sacchetto di plastica e ad ingoiarlo, così come ha fatto “Aretusa”, rischiando la morte.
Per fortuna Aretusa è stata salvata ed è stata scelta come mascotte dell’Area marina protetta del Plemmirio e, insieme alle altre tartarughe marine, come simbolo di mare pulito e di difesa della biodiversità.

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