Nemo l’osservatorio abissale
Ancora una volta il mare è protagonista
di un importante evento scientifico.
A 2000 metri di profondità,
25 chilometri al largo di Catania
è stata temporaneamente posizionata
una stazione per poter effettuare
i primi esperimenti che riguardano
un progetto di più vasta portata
che si propone di effettuare
ricerche cosmiche e geofisiche.
L’ambizioso progetto scientifico
si chiama “Nemo” ed è un telescopio sottomarino
con cui si intende indagare gli sfuggenti neutrini.
I neutrini sono particelle subatomiche
molto numerose nell’universo,
non hanno carica e la loro massa,
quando presente, risulta ridottissima.
Pur attraversando di continuo la terra
è difficilissimo rilevare la loro presenza
perché non interagiscono quasi mai
con altre particelle.
Lo studio di queste particelle permette
di raccogliere informazioni sulla
struttura interna ed il funzionamento
dei diversi corpi celesti che
popolano l’universo come,
buchi neri, stelle di neutroni e nuclei galattici.
Le informazioni sull’universo
su cui lavorano gli scienziati derivano
esclusivamente dall'osservazione
delle onde elettromagnetiche che provengono
dagli strati esterni dei corpi celesti.
Studiando i neutrini,invece,
si raccolgono informazioni dall’interno
dei corpi celesti perché i neutrini difficilmente
vengono assorbiti dalla materia.
Per potere studiare i neutrini, però,
è necessario situare gli strumenti di rilevazione
in particolari ambienti ben schermati.
Ambienti adatti allo scopo sono, ad esempio,
il Laboratorio del Gran Sasso,
che si trova sotto 1400 metri di roccia,
e le profondità marine.
Ecco perché progetti come quello di “Nemo”
sono molto importanti per cercare di
comprendere i segreti dell’universo.
Le prime installazioni sperimentali
di “Nemo” riguardano la posa del
cavo di connessione della lunghezza
di 25 chilometri e di una stazione di prova
a duemila metri di profondità.
Attualmente la funzionalità della struttura
viene verificata con la trasmissione di dati che
riguardano la geofisica e la geochimica della zona.
E’ stato, infatti, posizionato un sismografo
con tre componenti, un gravimetro,
un magnetometro e strumenti che misurano
la velocità con cui si sposta l’acqua
ed in grado di fornire altre informazioni utili
anche per monitorare la presenza
di eventuali tsunami nel Mediterraneo.
I primi esperimenti di trasmissione effettuati
hanno avuto esito positivo.
Quando verrà compiutamente realizzato
il telescopio sottomarino “Nemo”,
sarà composto da tre elementi essenziali:
la stazione di terra che sarà posizionata p
robabilmente nella zona di Capo Passero,
questa stazione avrà lo scopo di ricevere
ed elaborare tutte le informazioni provenienti
dai sensori posizionati sul fondo marino;
un cavo di connessione elettro-ottico
tra la stazione terrestre e la struttura sottomarina;
la struttura sottomarina.
Saranno 5.000 i sensori ottici che in un volume
di acqua di un chilometro cubo dovranno rilevare
la presenza dei neutrini giunti in fondo al mare.
Il progetto “Nemo” rappresenta il primo
osservatorio abissale in Europa
per quanto riguarda ricerche cosmiche
e geofisiche ed usa sistemi tecnologici
veramente all’avanguardia che permetteranno
di conoscere meglio l’universo e di rispondere
a domande fondamentali della fisica moderna.
Il capo del progetto “Nemo” è un italiano
si tratta del professor Emilio Migneco
dei Laboratori Nazionali del Sud che fanno parte
dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Il mare, quindi, diventa un ambiente privilegiato
per studiare anche i fenomeni celesti.
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[Modificato da lorette 04/06/2005 18.22]