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Itinerari dell' Ombrone!

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    Grand Moff Iuri
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    00 16/04/2003 11:27


    Come ho già fatto anche nel mio forum, metto gli itinerari lungo l' Ombrone, anche qui![SM=g27811]
    Secondo fiume toscano per lunghezza (164 km) e per ampiezza di bacino, l’ Ombrone è beneficiato da molti affluenti che ne ingrossano la portata: nelle sue acque vivono prevalentemente Barbi e Cavedani, Carpe e Anguille.
    L’ Ombrone nasce a 590 m di altitudine, poco sopra della località di Campi in provincia di Siena, fra i monti del Chianti. Il suo bacino confina con quelli dell’ Arno, a nord, e del Tevere, a est.
    Fino a qualche anno fa i primi chilometri dell’ Ombrone erano acque Salmonidi, ma ultimamente le poche Trote rimaste hanno fatto si che l’ intero fiume venga a tutti gli effetti considerato fiume ad acque Ciprinidi.
    Finché non incontra i suoi affluenti principali l’ Ombrone viene comunemente chiamato dai Senesi e dai Provinciali, Ombroncino.
    Dopo Campi, (dove nasce) l’ Ombroncino passa nelle vicinanze di Villa Arceno, la Colonna del Grillo e Liticastelli. Dalle origini a Liticastelli le acque sono pubbliche. Da Liticastelli fino alla prossimità delle Terme d San Giovanni (vicino a Rapolano Terme) il fiume è zona di Frega e diventa zona di Protezione e Ripopolamento dalle Terme di San Giovanni fino al ponte della ferrovia che proviene da Castelnuovo Berardenga Scalo e si dirige verso Asciano.

    [Modificato da Grand Moff Iuri 16/04/2003 11.32]

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    Grand Moff Iuri
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    00 16/04/2003 11:29

    Dal ponte della ferrovia fino ad Asciano l’ Ombroncino è nuovamente zona di Frega. Da Asciano per tutto il percorso che lo porta a Buonconvento l’ Ombroncino è nuovamente Acqua Pubblica. Per il percorso che da Asciano conduce a Buonconvento l’ Ombroncino resta isolato in mezzo alle campagne del senese senza sentieri di una certa rilevanza nelle vicinanze. L’ unica strada è quella asfaltata che comunque passa a molta distanza dal fiume.
    Scusate se in questa descrizione sono stato molto vago ma anche per la pesca fino a Buonconvento, non è che l’ Ombrone sia molto interessante. Ci sono indubbiamente dei tomboli pieni di pesci anche in queste zone ma io non ci vado quasi mai poiché la zona dell’ Ombrone che più amo è quella che va da Buonconvento in giù per tutto il percorso che lo porta fino alla foce.
    Comunque, le zone di pesca prima di Buonconvento, sono molto frequentate da giovanissimi pescatori prevalentemente Ascianesi e Buonconventini.
    Per quanto riguarda l’ escursioni in bicicletta come mi ha chiesto la'S plaZA, posso dire che la via più interessante è quella che va da Buonconvento ad Asciano. La strada è tutta asfaltata e indubbiamente non darà la soddisfazione che può dare una strada a breccia di bosco ma il paesaggio naturalistico è comunque molto bello e meritevole di osservazione. A metà strada tra Buonconvento e Asciano si trova il convento di Monte Oliveto Maggiore in mezzo alle campagne in una suggestiva vallata in cui si erge il picco dove sorge il medioevale Monastero seminascosto da una bellissima boscaglia di cipressi.
    A Buonconvento, l’ Ombroncino si trasforma in Ombrone dopo aver incontrato uno dei suoi più importanti affluenti che è il Torrente Arbia e che aumenta l’ ampiezza del suo bacino.

    Dopo Buonconvento le cose si fanno molto più interessanti sia per pescatori che per escursionisti. Il tempo di prepararle e oggi o domani le metto qui.
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    Grand Moff Iuri
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    00 16/04/2003 11:29


    Dal centro del paese di Buonconvento si trova una strada i cui cartelli indicano per “Bibbiano” “La Befa”, “Murlo”. Questa è la strada da seguire per continuare la nostra esplorazione dell’ Ombrone!
    Presa questa strada, che attraversa, dritta, le campagne circostanti, passiamo su un ponte sopra l’ Ombrone il cui bacino è molto più ampio proprio perché si è già unito ad un importante affluente qual’é l’ Arbia. All’ altezza di questo ponte non so dire se questo tratto del fiume sia pescoso o meno. Personalmente non ho mai visto nessuno pescarvi anche perché è un posto molto scomodo per fermarsi in quanto manca una piazzola per poter parcheggiare l’ auto e poi nelle sponde del fiume ci sono tantissimi tubi agricoli usati per irrigare i campi circostanti.
    C’è una cosa molto curiosa e divertente su questo posto: nell’ immediato dopoguerra queste sponde erano sempre piene zeppe di pescatori buonconventini che cercavano di prender qualcosa per sfamare se stessi e le loro famiglie. Si tramanda una storia realmente accaduta ma che a raccontarla sembra quasi una leggenda. Un tale del posto che era una sorta di scemo del villaggio, nel 1944, appena passato il fronte, trovò una cassa da morto abbandonata, la mise in acqua, ci si sdraiò dentro e si fece trasportare dalla corrente del fiume. Ogni volta che incontrava un pescatore si alzava e gli gridava: “NO! Non scappate, sono solo di passaggio!”
    Pensate un poco quanto erano superstiziose le persone di quell’ epoca e vi potrete immaginare quali potessero essere le loro reazioni di fronte ad una scena simile.

    Superato il fiume continuiamo per questa strada dritta che attraversa i campi, poi sale molto ripida su per una collinetta. Poco dopo troviamo un bivio: prendendo a destra andiamo per “La Befa” e “Murlo”, se si prende a sinistra si va invece a “Bibbiano”, che è proprio li appena superato il bivio stesso.
    Prendendo a sinistra oltrepassiamo la tenuta di “Bibbiamo”, poi la strada passa dall’ asfalto alla breccia, scendiamo oltre la collinetta e poi attraversiamo un passaggio a livello incustodito, cioè senza sbarre (voglio ricordare a chiunque legga che le ferrovie di quasi tutta la provincia di Siena non sono elettrificate e questo gli da indubbiamente un fascino antico; aggiungerei che in alcuni punti le ferrovie ricordano vagamente le strade ferrate del Far West; per venire incontro ad esigenze turistiche e principalmente agrituristiche, la provincia ha istituito da tempo i cosiddetti “Treni Natura”, prevalentemente vecchie locomotive a vapore restaurate e che sempre più spesso vediamo attraversare le nostre campagne).
    Dopo la ferrovia passiamo nuovamente su un ponte sopra l’ Ombrone. In questo punto l’ acqua è bassa e mi sembra non molto adatta per la pesca. Da questo punto fino alla stazione di “Salceta” le acque dell’ Ombrone diventano Zona di Frega. La strada che stiamo seguendo prosegue verso un’ altra tenuta di nome “Castiglion del Bosco”. Prima di arrivare a “Castiglion del Bosco” troviamo una strada di campagna secondaria, a destra, che conduce a “Casal del Bosco”. Si deve prendere questa strada per arrivare ad una zona interessante per la pesca, nell’ Ombrone. Si tratta della zona di fiume che precede “La Befa” e che per 500 metri era stata adibita fino a qualche anno fa a Campo di Gara.
    Da qui in avanti inizieremo a trovarci in una zona molto boscosa che il fiume stesso, attraversa. Da una parte del fiume si trova il grande bosco denominato del “Bogatto” e dall’ altra l’ altrettanto grande bosco di “Montepescini”. Insieme costituiscono uno dei più grandi polmoni verdi della Toscana.
    Invito chiunque non sia esperto di questi posti a non rischiare di inoltrarsi eccessivamente nelle zone boscose senza essere accompagnato da qualcuno che come me conosce bene la zona. In più di un’ occasione ho prestato la mia assistenza prevalentemente a cercatori di funghi che si erano persi nel bosco.
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    Grand Moff Iuri
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    00 16/04/2003 11:30


    Metto anche la mappa stradale per rendere più agevole la comprensione dei posti. Le mappe precedenti sono solo ittiche.

    Per proseguire il nostro itinerario lungo l’ Ombrone è necessario ritornare indietro nei nostri passi fino al bivio di “Bibbiano” di cui già abbiamo parlato. Questa volta svoltiamo a destra verso “La Befa”. Teniamo a mente però la strada che porta a “Castiglion del Bosco” perché dovremmo ritornarci in seguito.
    La strada che invece prendiamo ora è asfaltata perché è la strada che conduce a “Murlo” e a “Vescovado di Murlo”. Dopo qualche chilometro da quando abbiamo lasciato “Bibbiano” troviamo il bivio di una strada secondaria a sinistra: è la strada che ci porterà a “La Befa”. Questa strada è tutta a breccia e molto interessante specialmente per chi vuole fare dell’ escursionismo. Dopo 4 chilometri di breccia arriviamo a “La Befa”.
    Arrivati a questo piccolissimo villaggio vi segnalo il Bar-Ristorante principale, molto frequentato da squadre di cacciatori-cinghialai ed anche da qualche pescatore. Comunque se volete mangiare pasti caserecci di campagna a base di arrosto e di cinghiale in umido, questo è il posto ideale.
    Attraversiamo “La Befa” e scendiamo per una stradina che ci porta alla stazioncina deserta di “Murlo”. Ancora una volta, attraversiamo un passaggio a livello e un guado in cemento armato che passa sopra ad un piccolissimo ruscello ( pieno di Cavedani ) che va a sfociare naturalmente nell’ Ombrone.
    Oltrepassato il guado attraversiamo un podere e poi ci addentriamo in un sentiero costeggiato dalla ferrovia a destra e dal fiume un poco più distante, a sinistra. Questo sentiero è una vera e propria mulattiera piena di buche prodotte dai trattori, e che sono un vero tormento per le sospensioni delle macchine. Ad un certo punto la strada si incurva in salita a destra verso la ferrovia alla quale passa sopra per mezzo di un ponte. Non dobbiamo prendere la strada del ponte perché porta a “Murlo”.
    Nel punto in cui la strada si incurva c’è una strada di campagna secondaria che procede dritta e che è ancora peggiore di quella che abbiamo intrapreso fino a questo momento. E’ piena di buche che sono perennemente ricoperte d’ acqua. A meno che non abbiamo un fuoristrada dobbiamo parcheggiare la macchina a questo punto e proseguire a piedi per almeno due chilometri fino al ponte di “Mattioni”, un luogo meraviglioso dove pescare!
    Se voi sapeste quante volte carico di attrezzature mi sono fatto a piedi questa strada….
    Nella foto qui sotto sono alla curva in questione. Ho parcheggiato la macchina e la strada che devo fare a piedi non si vede nella foto ma resta alla vostra sinistra, fuori dall’ occhio dell’ obiettivo.
    La prossima volta dedicherò l’ intero argomento solo a “Mattioni”. Credetemi, ne vale la pena!

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    Grand Moff Iuri
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    00 17/04/2003 11:40

    Dopo due chilometri a piedi proseguendo sul sentiero principale senza mai svoltare verso altre straducole, arriviamo al ponte di “Mattioni”. Il Ponte di “Mattioni” è un ponte ferroviario che passa sopra l’ Ombrone ed è circondato da un ambiente naturale veramente paradisiaco. Non fosse per la stradaccia impraticabile che causa spesso forature o rotture delle coppe dell’ olio delle macchine di quegli intrepidi che decidono di affrontare in auto questo percorso, penso proprio che il posto sarebbe molto più frequentato da pescatori. Malgrado tutto in diversi continuano a venirci anche con la strada così com’è. A monte del ponte la zona è sempre stata molto pescosa ma devo confessarvi che dopo la terribile gelata del Gennaio 2002, non si riesce più a prendere molti pesci. Invece, immediatamente dopo il ponte, il fiume produce una piccola rapida artificiale al di sotto della quale si trova un ottimo punto per catturare cavedani a spinning. Leggermente più a valle il fiume s’ incurva a lanca creando un ambiente veramente eccellente per il Carp Fishing.
    Da pescatore coscienzioso e rispettoso dell’ ambiente quale sono, ho più volte fatto pulizia delle rimanenze di materiali di altri pescatori. In diverse occasioni ho trovato resti di grosse canne da fondo spezzate, ultimo segno di qualche combattimento andato male. Benché in questo punto, non sia riuscito a prendere niente di più grosso di 5 kg, ho assistito alla cattura di grosse Carpe anche sopra i 12 kg.
    Una volta mi ricordo che un pescatore urlò per più di mezz’ ora ai suoi amici. Dalla mia postazione non riuscivo a vedere chiaramente che cosa stesse accadendo, ma poi lo vidi molto inca***to venire verso di me, diretto al suo fuoristrada. In mano teneva una canna da Carp Fishing, a due pezzi. Il pezzo del cimino era spezzato e la canna aveva finito la sua storia di pesca in un combattimento con una grossa Carpa. Gli chiesi che cosa fosse successo e lui mi raccontò tutto spiegandomi anche che la canna era nuova ed era stata un regalo per il suo compleanno.
    Francamente ritengo che questo pescatore fosse molto imbranato. Per quanto una canna possa essere robusta non la si può strattonare o tirare senza ritegno in modo grossolano come se si tenesse in mano una zappa.


    Ecco una foto scattata dal ponte di “Mattioni” a monte.


    Un’ immagine del ponte mentre passa un treno
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    Grand Moff Iuri
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    00 17/04/2003 11:41

    Le rapide sotto il ponte.


    La terribile gelata del gennaio 2002. Il ghiaccio del fiume era così spesso che ci si poteva camminare sopra senza pericolo.


    Un’ immagine dalla lanca al di sotto del ponte di Mattioni. In lontananza possiamo intravedere il ponte tra le piante.
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    Grand Moff Iuri
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    00 17/04/2003 11:41

    La mia postazione sempre nella stessa zona della lanca.


    Un’ immagine della lanca a valle, prima della “Piana delle Carpe”.


    Una mia cattura nella zona.
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    Grand Moff Iuri
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    00 17/04/2003 11:42
    Per proseguire la nostra esplorazione dell’ Ombrone dobbiamo ora attraversare il ponte ferroviario di “Mattioni”. Non esistono sentieri in questa zona molto boscosa, e i vecchi che esistevano prima sono stati divorati dalla vegetazione e dai rovi che crescono ovunque.
    Per proseguire oltre il ponte, dobbiamo per forza di cose seguire a piedi il piccolissimo viottolo che procede lungo la ferrovia. Dopo 400/500 metri, prima di arrivare alla galleria ferroviaria, dobbiamo cercare alla nostra destra, tra la vegetazione, un punto per poter scendere all’ Ombrone. Un’ impresa per niente facile! Una volta non riuscendo a trovare un passaggio, fui costretto a crearne uno in mezzo alle sterpaglie con l’ ausilio della roncola. Un pescatore che decide di andare a pescare in posti simili non può mai fare a meno della roncola!
    Per un bel tratto di questa zona l’ Ombrone ha un bacino abbastanza ampio. Nei primi anni 80 questa zona era chiamata “piana delle Carpe” perché ce n’ erano e di parecchio grosse. Anche se tutt’ oggi ce ne sono, il luogo di pesca è semi/abbandonato perché il motto di molti pescatori moderni, me compreso, è: “o ci arrivo con la macchina o non se ne fa di niente”. Dall’ altra parte del fiume esiste comunque un sentiero ma viste le sue condizioni è riservato esclusivamente ai veicoli alti e 4X4.
    Vicino alla galleria della ferrovia, l’ Ombrone viene attraversato dal ponte dell’ acquedotto sotto al quale ci sono tomboli di un certo rilievo ma estremamente scomodi da raggiungere.

    La prossima volta parlerò di dove l’ Ombrone s’ incontra con il Merse e della stazione abbandonata di “Salceta” , indubbiamente uno dei luoghi più sperduti di tutta la Toscana.
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    Grand Moff Iuri
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    00 18/04/2003 18:07



    Per arrivare al punto in cui il Merse si congiunge con l’ Ombrone si deve prendere una strada completamente diversa. Lasciamo perdere per il momento tutti i percorsi di cui abbiamo parlato fino a questo momento. La strada che dobbiamo attraversare per arrivare alla nostra meta è la Siena Grosseto. Prima di arrivare al grande ed alto Ponte stradale di Petriolo che separa le due provincie di Siena e Grosseto, dobbiamo abbandonare la strada principale ed immetterci nella strada vecchia. Troveremo un bivio per i “Bagni di Petriolo” e scenderemo per la Val di Farma. La Farma è un torrente che in passato era completamente Salmonide. Oggi gran parte delle acque a valle del ponte di Petriolo sono pubbliche e anche a monte le poche Trote che vi si trovano sono prevalentemente alloctone. La Farma gode comunque di un paesaggio naturalistico veramente affascinante. Molti, tra pescatori ed escursionisti risalgono a piedi il suo corso per poter ammirare gli stupendi picchi rocciosi e verdeggianti che si stagliano lungo il torrente; torrente che sfocia naturalmente nel Merse. In fondo alla valle l’ odore di zolfo è veramente forte. Qui, in molti vengono a fare il bagno nell’ acqua solforica e potremo osservare molta gente e molte auto parcheggiate lungo la strada, roulotte, tende ecc. Superato un piccolo ponticello (si tratta del vecchio ponte di Petriolo che fu sostituito negli anni settanta da quello nuovo che si staglia al di sopra) entreremo in provincia di Grosseto e inizieremo una lenta risalita della valle. Mentre risaliamo dopo poche decine di metri troveremo un bivio stradale a sinistra senza indicazioni di rilievo. Non possiamo sbagliare perché si tratta del primo bivio che incontriamo da quando abbiamo superato il ponticello ed abbiamo cominciato a risalire. In passato questa strada era tutta a breccia ed era un vero tormento per la macchina. Recentemente l’ hanno dotata di una striscia d’ asfalto poco più grande di una singola corsia ma che ci permetterà comunque di raggiungere la nostra destinazione senza troppe complicazioni. Questa strada è in discesa ed è piena zeppa di curve. Dovremo continuare per diversi chilometri fino a che ci troveremo in mezzo ad una grande pianura costeggiata in tutte le direzioni da boschi. In fondo alla pianura una striscia di piante leggermente distanziate dalle boscaglie ci indicherà il luogo dove si trova il fiume. Ad un certo punto la strada fa una curva dopodiché prosegue dritta verso un Agriturismo. In questa curva inizia una breve strada a breccia facilmente praticabile anche con la macchina. La prendiamo e dopo un centinaio di metri parcheggiamo. Il Merse è davanti a noi!
    Ci troviamo all’ interno della riserva naturalistica del basso Merse. Le acque del Merse a questo punto sono Zona di Frega: un posto veramente ideale per pescare Cavedani a Mosca stando immersi nel fiume fino alla vita.
    Siamo leggermente al di sopra di dove il Merse si unisce con l’ Ombrone. Per arrivare al punto esatto dove questi fiumi s’ incontrano, si deve proseguire a piedi lungo la strada a breccia che fino a questo punto abbiamo percorso in macchina. La strada s’ incurva e prosegue lungo il fiume ma ad un certo punto si trasforma in un piccolissimo viottolo perché la carreggiata è in gran parte franata a seguito delle numerose piene che si sono succedute nel corso degli anni. Arrivati dall’ altra parte la strada riprende il suo aspetto consueto e possiamo proseguire. Ad un certo punto arriviamo ad un bivio a destra, noi però proseguiamo a sinistra lungo il fiume. Il bivio a destra è una strada che proviene dal paese di Pari ma non la consiglio come strada alternativa a quella che abbiamo fatto a meno che non abbiamo il fuoristrada. Una volta passai di li in cinquecento e per poco non riuscii a tornare indietro.
    Proseguendo a sinistra arriveremo ad una cava di breccia abbandonata. Poco più sotto, il fiume ha prodotto delle “morte” che sono piene zeppe di Cavedani. La strada che seguiamo scende al fiume. Ci troviamo dal lato del Merse ma riusciamo a vedere dall’ altra parte l’ Ombrone. In questa zona Merse e Ombrone fungono da confine provinciale naturale; le acque chiare del Merse si uniscono a quelle quasi perennemente torbe dell’ Ombrone. Non dobbiamo pensare, però, che le acque dell’ Ombrone siano così perché sono inquinate. Non è affatto vero! Posso aggiungere che finché l’ Ombrone non passa dalle vicinanze di paesi come Paganico o Istia d’ Ombrone (dei quali parlerò in altra occasione), non è affatto inquinato. Le acque sono in questo modo perché il letto dell’ Ombrone per quasi tutto il suo percorso è molto argilloso.
    Se abbiamo dei cosciali o comunque anche degli stivali non troppo bassi possiamo guadare il Merse per mettersi a pescare dal centro della forcella che formano i due fiumi.
    A legering con il pasturatore, lanciando verso l’ Ombrone, in questo punto si fanno catture eccellenti.


    Un’ immagine dal torrente Farma.
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    Grand Moff Iuri
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    00 18/04/2003 18:07

    Il Merse prima d’ incontrare l’ Ombrone. Il paradiso della pesca a Mosca al Cavedano.


    Il punto dove si congiunge il Merse con l’ Ombrone. Alla vostra destra l’ Ombrone, a sinistra un piccolo ramo del Merse che resta in gran parte nascosto all’ obiettivo.
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    Grand Moff Iuri
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    00 18/04/2003 18:08

    Per arrivare alla stazione abbandonata di Salceta che si trova a qualche chilometro a valle rispetto a dove il Merse si congiunge all’ Ombrone, si deve fare tutta un’ altra strada.
    Vi ricorderete di quando abbiamo parlato del bivio di Bibbiano e di quando ho detto di tenere a mente la strada che porta alla tenuta di “Castiglion del Bosco”. Questa è la strada che dobbiamo fare! E’ tutta a breccia, ve lo dico subito!
    Superato Castiglion del Bosco proseguiamo verso “Castel Giocondo” e dopo Castel Giocondo procediamo verso Camigliano. Camigliano è un villaggio molto piccolo. Nella strada centrale c’è un buon ristorante dove poter mangiare pasti locali; ristorante molto frequentato anche da pescatori.
    Il bivio che precede Camigliano ci conduce a Pian delle Vigne. La stazione di Pian delle Vigne è piccola e deserta come quella di Murlo che abbiamo già incontrato vicino alla Befa. Tuttavia, entrambe queste stazioni sono dotate di illuminazione e i treni vi fanno regolarmente scalo. Cosa che non avviene a Salceta. Anche Pian delle Vigne è un luogo estremamente sperduto e lontano dalla civiltà, ma questa desolazione non è lontanamente confrontabile con quella di Salceta. La strada che ci porterà a destinazione procede lungo la ferrovia. Benché questo sentiero non sia molto brutto per le macchine i problemi più grossi cominciano quando in prossimità di Salceta troviamo profondi dossi in cui la strada raggiunge percentuali in discesa e risalita veramente alte: pendenze anche sopra al 20%!

    Più di 50 anni fa Salceta era abitata. Oggi i due vecchi casolari che si trovano in prossimità della stazione sono crollati e ciò che resta delle loro mura è stato gradualmente divorato dal bosco.
    La Stazione è abbandonata e il treno non vi si ferma mai.
    Vi ricorderete di questa stazioncina sperduta nelle campagne toscane, spero! Ci fu un periodo in cui si riteneva che l’ imprenditore Soffiantini fosse tenuto prigioniero dall’ anonima sequestri in mezzo a questi boschi. In molte occasioni ai telegiornali parlarono di Salceta!
    Intorno a Salceta si respira un clima antico. Sembra quasi che tutto sia rimasto com’ era negli anni quaranta, e forse è proprio così! D’ altronde la zona non è stata più frequentata negli ultimi 50 anni da nessuno, all’ infuori dei Cacciatori, dei Pescatori e dei Cercatori di funghi che via via vi approdano.
    Posti per pescare ve ne sono parecchi, ma si deve proseguire a piedi risalendo l’ Ombrone per qualche centinaio di metri. Per il Carp fishing e il Legering, questo è un paradiso!
    Comunque anche a Pian delle Vigne, l’ Ombrone offre delle fantastiche postazioni di pesca.
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    00 18/04/2003 18:09

    Pian delle Vigne: l’ Ombrone guardando a monte.


    Pian delle Vigne: l’ Ombrone verso valle.


    Pian delle Vigne: la mia postazione.
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    00 21/04/2003 11:06


    Al di sotto di Pian delle Vigne non incontriamo luoghi di rilievo dove pescare fino a che non arriviamo in prossimità di Monte Antico. Il modo migliore per raggiungere Monte Antico, per chi proviene da Siena, è quello di prendere la strada Siena-Grosseto (che abbiamo precedentemente preso per raggiungere il punto in cui il Merse si unisce all’ Ombrone). Oltrepassiamo il ponte di Petriolo e dopo alcuni chilometri arriviamo al paese di Paganico. Usciamo dalla porta Est del paese e proseguiamo sulla strada principale fino a che non troviamo un bivio a sinistra in cui la strada passa sotto un piccolo ponte ferroviario. Dall’ altra parte dopo poche centinaia di metri troviamo un altro bivio questa volta a sinistra, con una strada prevalentemente dritta che ci porta fino a Monte Antico. Prima di arrivare in prossimità di questo piccolissimo villaggio troviamo un altro luogo degno di nota. Si tratta del Lago della Lodola, un vecchio lago di pesca a pagamento che attualmente è un lago abbandonato in cui la pesca è consentita a chiunque senza nessun permesso.
    Nel lago della Lodola è molto frequente pescare anche dei pesci che non sono originari delle nostre zone come il Channel Catfishing, pesce gatto che può raggiungere anche delle misure veramente considerevoli.
    Proseguendo nel nostro itinerario arriviamo alla stazioncina di Monte Antico. Subito dopo la stazione troviamo un bivio a destra con una strada a breccia che si chiama “Via Firenze”. Superiamo un passaggio a Livello dopodiché la strada forma una biforcazione. Noi dobbiamo procedere a destra verso un podere. Accanto a questo podere una mulattiera prosegue verso numerose postazioni di pesca lungo l’ Ombrone.


    Una veduta del Lago della Lodola vicino al Monte Antico.


    Il Lago della Lodola: la nostra postazione dopo un’ acquazzone.
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    00 21/04/2003 11:07

    Il Lago della Lodola: un piccolo Channel Catfishing catturato a legering.


    Il Lago della Lodola: un grosso Capitone catturato a legering.

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    00 21/04/2003 11:08

    Monte Antico: una veduta del fiume a monte.


    Monte Antico: una veduta del fiume a valle.


    L’ Ombrone a Monte Antico: una Carpa Regina catturata nella zona.

    [Modificato da Grand Moff Iuri 24/04/2003 11.51]

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    Grand Moff Iuri
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    00 21/04/2003 11:08

    Il fiume Orcia: un paradiso per la pesca a Mosca al Cavedano.


    Il fiume Orcia: una veduta verso monte.

    Dopo le postazioni di Monte Antico, altre postazioni di rilievo sono quelle presenti a Poggio alle Mura. Poggio alle Mura è la “Villa Banfi” molto rinomata per la produzione del Rosso e del Brunello di Montalcino. Per raggiungere questa località dobbiamo ripercorrere la strada di Bibbiano-Castiglion del Bosco, della quale abbiamo già parlato in precedenza. Procediamo per Camigliano e questa volta non prendiamo il bivio a destra che conduce a Pian delle Vigne ma quello a sinistra che porta a Poggio alle Mura. Poggio alle Mura è un castello inconfondibile e stupendo in mezzo alla campagna locale. Arrivati al Castello una strada a breccia a sinistra conduce dritta, passando in mezzo a molte vigne, fino a postazioni di pesca dell’ Ombrone molto interessanti. A metà strada circa, di questa dritta mulattiera, passiamo sopra un ponticello al di sotto del quale passa la ferrovia. Oltre a questo ponticello, alla nostra destra troviamo un sentiero che dobbiamo per forza di cose seguire a piedi, e che ci porta al ponte ferroviario di Monte Antico che passa sopra l’ Ombrone, un altro luogo interessante dove pescare.
    A sinistra, in fondo alla mulattiera principale che passa in mezzo alle vigne, troviamo un altro punto molto interessante per la pesca: si tratta del luogo dove il fiume Orcia si congiunge con l’ Ombrone. Dopo che l’ Ombrone si è unito con l’ Orcia il suo bacino diventa ancora più grande ed attraversa delle campagne molto belle alle quali io sono molto affezionato. In questo tratto dell’ Ombrone troviamo antichi e pittoreschi poderi come “il Teretello”, “le Grade”, “il Casalone”….
    “Le Grade” in particolare, dove nacque mia nonna il 15 Maggio 1913 (a proposito: mia nonna compirà 90 anni, il 15 del mese prossimo).
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    Grand Moff Iuri
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    00 22/04/2003 11:13

    Dopo il punto in cui l’ Ombrone incontra l’ Orcia non troviamo luoghi di pesca di rilievo finché non arriviamo al ponte del Sasso d’ Ombrone.
    Per raggiungere questo posto dobbiamo uscire dalla porta Est del paese di Paganico (del quale abbiamo già parlato) e proseguire per la strada già precedentemente presa quando siamo arrivati vicino al bivio di Monte Antico. Questa volta però non svoltiamo e ci manteniamo sulla strada principale che conduce verso l’ Amiata. Dopo alcuni chilometri troviamo un bivio a destra con l’ indicazione per il Sasso d’ Ombrone. Il Sasso d’ Ombrone è un piccolissimo paesino arroccato su una sporgente ed alta collina che sorge a picco nella val d’ Ombrone. Prima di arrivare al paese troviamo un vecchio ponte stradale che attraversa il fiume. Prima del ponte, sulla destra c’è una piccola strada a breccia che conduce a molte ed interessanti postazioni di pesca. L’ acqua è abbastanza rapida e di conseguenza per chi pesca a Fondo in questa zona deve fare uso di piombature elevate ( almeno 50/80g) perché piombi più leggeri verrebbero portati via dalla corrente. Per trovare dell’ acqua a corso più lento si deve procedere per qualche centinaio di metri a piedi lungo un piccolo sentiero che costeggia il fiume.
    Altre postazioni molto interessanti le troviamo in una piccola strada a breccia che si trova a sinistra, appena superato il ponte.
    Per raggiungere postazioni più a valle dobbiamo salire verso il paese del Sasso d’ Ombrone e proseguire oltre, verso il podere “Poggi di Sasso”. Una mulattiera sulla destra della strada principale conduce in picchiata verso l’ Ombrone. Ma non ve la consiglio a meno che non abbiate dei mezzi abbastanza forti da risalire per pendenze stradali veramente accentuate, anche superiori al 25%.
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    00 22/04/2003 11:14
    Per pescare nell’ Ombrone a Paganico esistono due zone di particolare rilievo: una a Monte del Paese e l’ altra a valle.
    Per pescare a monte dobbiamo uscire dalla porta est di Paganico (porta dalla quale già siamo passati), e proseguire fino a che non troviamo una strada sulla destra contraddistinta da due colonne rosse una delle quali è, tra l’ altre cose, crollata. Questa strada ci conduce a molte postazioni di rilievo e piene zeppe di Anguille e Barbi anche di grosse dimensioni.
    Per le postazioni a valle dobbiamo invece uscire dalla porta ovest di Paganico. A sinistra troviamo immediatamente una strada, la dobbiamo intraprendere fino a che ad un certo punto ci troviamo davanti l’ Ombrone.


    Una veduta dell’ Ombrone a Paganico.


    L’ Ombrone a Paganico: verso monte.
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    00 22/04/2003 11:14

    L’ Ombrone a Paganico: la nostra postazione di pesca sulla rocca nella lanca. Non potendo bucare il terreno utilizzavamo il tavolino come reggicanna.


    L’ Ombrone a Paganico: un’ alba a pesca.
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    00 22/04/2003 11:15
    Per arrivare a Campagnatico dobbiamo continuare per la strada principale Siena-Grosseto, superiamo Paganico e proseguiamo fino a che non troviamo il bivio per Campagnatico. Raggiunto il paese lo superiamo e procediamo verso poderi come: Pianetti - di sopra, Pianetti – di sotto.
    Oltrepassiamo un ponte stradale di nuova costruzione che passa sopra l’ Ombrone e procediamo verso diversi poderi e strade a breccia che conducono all’ Ombrone.
    E’ molto curioso sapere che prima della costruzione di questo ponte (cioè fino agli anni 70) c’ era una grossa zattera a corda, sulla quale venivano fatte salire anche automobili, per poter guadare il fiume.


    Campagnatico: in questa zona l’ Ombrone ha un bacino molto grande.
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